Perché si rischia un conflitto Europa-Russia come estrema forma di “irriducibile sostegno a Kiev”
- Postato il 2 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Stefano Briganti
“La pace si otterrà solo sul campo di battaglia con la vittoria di Kiev” (2023, Josep Borrell, Ministro Esteri Ue), “…infliggere alla Russia un danno che le impedirà di competere industrialmente nel mondo per i prossimi decenni” (Joe Biden, 22 febbraio 2022). Questi erano gli obiettivi di Europa/Usa e le armi venivano inviate a Kiev a scopo difensivo per far ritirare l’aggressore oltre i confini ucraini del 1991 e con il divieto di usarle su territorio russo.
Da allora, per passi successivi siamo arrivati al punto di approvare, anzi sollecitare, attacchi diretti in Russia (Trump che chiede a Zelensky “perché non attacchi la Russia?”). Lo scenario è stato modificato dall’elezione di Trump che ha deciso di sfilarsi dal conflitto, ottenendone però il massimo ritorno economico.
Gli impegni economici RearmEu, quelli per la Nato, le continue richieste di Zelensky in soldi e armi che ormai sarà solo l’Europa a dover soddisfare, nel breve e medio termine saranno un largo bacino di denaro che arriverà alle aziende belliche Usa. Le ultime dichiarazioni di Trump e “l’irriducible supporto dell’Europa” hanno fatto tornare Zelensky alle sue aspirazioni di poter vincere e di riconquistare i territori perduti e così “con pazienza” (Trump dixit) la guerra continuerà.
Ora Zelensky si è spinto ancora più avanti minacciando di colpire Mosca (“A Mosca è bene che localizzino velocemente i rifugi”) con i missili Tomahawk che ha chiesto a Trump.
Kiev e Bruxelles hanno da sempre giocato la loro partita partendo dal presupposto che Mosca non avrebbe superato la linea rossa di una distruzione, convenzionale o nucleare, di Kiev. Ma non si dovrebbero ignorare i quasi 300 ICBM a testate convenzionali e nucleari di cui la Russia ancora dispone, né le armi nucleari “tattiche” a bassa potenza (simili a quella di Hiroshima) tra le circa 6000 negli arsenali russi. Non si può ignorare l’ultimo modello di missile a lungo raggio russo, l’Oreshnik, che si è dimostrato non intercettabile o il planante Avangard (2015) che viaggia a Mach 27 lanciato da un’altezza suborbitale.
Nessuno sembra curarsi del discorso di Putin alla Federazione Russa del 2023 dove ha dichiarato che questa guerra, essendo diventata contro l’occidente, è ora diventata esistenziale per la Russia, che perciò non può perderla né sul campo né sottostando alle condizioni di Kiev/Ue ad un tavolo negoziale. Nella dottrina militare russa l’uso del nucleare diviene necessario quando le sole forze convenzionali sono insufficienti a respingere un opponente o a raggiungere un obiettivo militare.
E’ forse anche questo che finora ha frenato Putin: usare il nucleare significa ammettere di non avere abbastanza forza militare convenzionale. Questa dottrina è stata aggiornata a settembre 2024. Ora nei Basic Principles tra le condizioni che consentono l’uso di ordigni nucleari, sono previste anche “minacce considerate critiche per la sovranità e l’integrità territoriale”. E’ difficile che Putin e gli apparati militari russi non possano considerare una minaccia critica un attacco con Tomahawk su Mosca o su infrastrutture vitali.
Oggi, diversamente dalla precedente versione della dottrina militare, la Russia può attaccare con armi non convenzionali uno Stato che non possiede armi nucleari e anche gli Stati che le possiedono e che lo supportano. Oltre un certo livello di escalation europea/Nato, Putin potrebbe ritenere che i rischi nell’usare un’arma non convenzionale sull’Ucraina siano minori di quelli che correrebbe nel non usarla: ovvero quella di trovarsi l’apparato militare russo contro.
Nessun paese Nato, Stati Uniti in testa, risponderebbe allo stesso livello sulla Russia, la quale sa che una distruzione di Kiev e delle strutture di comando porterebbe alla capitolazione ucraina. Se dovesse giungere a questa conclusione, sarà l’Ucraina a farne le spese. A meno che l’Europa/Nato non riesca prima a creare il “casus belli” per entrare anche lei in guerra con la Russia come estrema forma di “irriducibile difesa di Kiev”.
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