Per la prima volta un’artista italiana vince il ricco premio svizzero Zurich Art Prize: 130mila franchi a Rosa Barba
- Postato il 6 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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È l’agrigentina Rosa Barba a vincere lo Zurich Art Prize 2026. È la prima volta che uno o una artista italiana riesce ad aggiudicarsi il prestigioso premio svizzero, assegnato ogni anno dal 2007 dall’omonimo colosso delle assicurazioni insieme al Museum Haus Konstrukti di Zurigo.
Chi è l’artista Rosa Barba
Nata in Sicilia nel 1972 e residente a Berlino, Barba è un’artista e scultrice concettuale che lavora con film e suono spesso ripercorrendo l’impatto umano sul mondo naturale. Professoressa di Arte al Politecnico di Zurigo, Barba ha visto le sue opere esposte in grandi eventi e spazi come la Biennale di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, la Neue Nationalgalerie di Berlino.
Quest’estate ha esposto al MoMA di New York l’installazione cinetica The Ocean of One’s Pause insieme a una selezione di opere (realizzate nell’arco di 15 anni) che esplorano la luce in un’ottica di cambiamento ecologico, oltre a una serie di performance di “poesia esplosa”.

La tradizione dello Zurich Art Prize
Il premio annuale viene assegnato a una pratica artistica che riesce a coniugare “il patrimonio culturale dell’arte costruttivista-concreta e concettuale alle tendenze contemporanee“. Per il vincitore o la vincitrice – sempre artisti di primo piano, come già Arthur Lescher, Damián Ortega, Latifa Echakhch, Adrián Villar Rojas e Tino Sehgal, per esempio – è previsto un premio in denaro, oltre a un considerevole budget per realizzare una mostra al museo concettuale zurighese.
Con la vittoria la 19a edizione dello Zurich Art Prize Barba riceverà quindi 100.000 franchi svizzeri (l’equivalente di circa 106 mila euro) per realizzare la sua mostra e altri 30.000 CHF (32 mila euro circa) per la vittoria.
Il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo
Capofila di questa iniziativa è il Museum Haus Konstruktiv, istituzione dedicata all’arte costruttivista, concreta e concettuale che presenta ogni anno 4/5 mostre temporanee e ha una preziosa collezione permanente che include anche la leggendaria Rockefeller Dining Room dell’artista svizzero Fritz Glarner. Recuperando l’eredità dei concretisti zurighesi – Max Bill, Richard Paul Lohse, Verena Loewensberg e Camille Graeser –, il museo ne studia le ripercussioni nell’ambiente contemporaneo, anche grazie a questo famoso premio.
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