Una grande mostra a Parigi racconta il mondo attraverso l’Intelligenza Artificiale  

Il Jeu de Paume di Parigi propone una mostra dedicata al rapporto tra intelligenza artificiale e creazione artistica. In una prospettiva storica e critica approfondita, Le monde selon l’IA (Il mondo attraverso l’intelligenza artificiale) riunisce fino al 21 settembre 2025 opere di 43 artisti internazionali, tra cui Grégory Chatonsky, Agnieszka Kurant, Christian Marclay, Trevor Paglen e Hito Steyerl. Interrogarsi sul significato dell’esperienza del mondo attraverso l’IA diventa necessario nel panorama attuale a causa delle profonde implicazioni sociali, politiche e ambientali. Ne parliamo con il curatore italiano Antonio Somaini che nel catalogo della mostra ribadisce che l’impatto dei modelli di IA sulle immagini, sulle pratiche artistiche e sulla cultura visiva in generale è tra i fenomeni più rilevanti in una sfera dominata da operazioni discrete, processi invisibili e scatole nere”.

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Le monde selon l’IA, estampa What do you see YOLO9000 2019

Intervista ad Antonio Somaini, curatore della mostra al Jeu de Paume di Parigi

In che modo questa mostra si distingue dalle altre realizzate sull’IA? 
È la prima grande mostra collettiva a proporre una riflessione strutturata su quanto accaduto nell’ambito dell’intelligenza artificiale dal 2022, anno che ha visto il lancio di ChatGPT e l’arrivo di modelli capaci di generare immagini e video. Diversamente da altre esposizioni recenti, per lo più personali – come quella di Holly Herndon & Mat Dryhurst alla Serpentine di Londra, o di Refik Anadol al MoMA – qui si cerca di offrire una visione critica d’insieme. La mostra introduce anche una chiave di lettura storica con le “capsule temporali”: vetrine allestite con oggetti storici che permettono di scoprire l’archeologia dei media e collocare con maggiore consapevolezza questa rivoluzione tecnologica nel suo contesto. 

Come ha selezionato gli artisti? 
Lavorando su queste tematiche da sei/sette anni, avevo già individuato figure chiave come Trevor Paglen, Hito Steyerl, e Grégory Chatonsky, ma ho comunque attivato contatti per allargare le ricerche, raccolto segnalazioni da colleghi e amici, seguito discussioni su gruppi WhatsApp in cui circolavano freneticamente link a testi, mostre, articoli. Questo mi ha permesso di scoprire non solo lavori già esistenti, ma anche progetti in fase di sviluppo, alcuni dei quali sono stati presentati in anteprima in questa mostra.

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Le monde selon l’IA, Holly Herndon & Mat Dryhurst xhairymutantx 2024-2025

Lo sfruttamento di risorse e persone con l’IA in mostra a Parigi

La mostra rivela due dimensioni dell’IA spesso ignorate: la dipendenza da risorse naturali non rinnovabili e lo sfruttamento umano. Quale ruolo può avere l’arte in questa presa di coscienza?
L’IA necessita di grandi quantità di risorse naturali: terre rare, minerali, acqua, energia. Le previsioni indicano che nei prossimi anni il consumo energetico legato a questi sistemi aumenterà in maniera vertiginosa, rendendo necessaria, ad esempio, la costruzione di nuove centrali nucleari. Un altro aspetto nascosto è la forza lavoro dei “click workers” incaricati di classificare immagini, moderare contenuti e addestrare i modelli algoritmici. Questi lavoratori fondamentali sono spesso pagati meno di due dollari l’ora. Il lavoro di artisti come Trevor Paglen, Hito Steyerl, Kate Crawford, Agnieszka Kurant e Meta Office ha un ruolo d’avanguardia nel restituire visibilità a tali dinamiche e offrire uno sguardo critico. Le grandi aziende che si trovano a operare dietro a questi sistemi non hanno alcun interesse a evidenziare il loro impatto energetico e lo sfruttamento della forza lavoro.

Sono rimasta molto colpita dal diagramma monumentale di Kate Crawford e Vladan Joler un vero labirinto di simboli, linee e testi. Ce ne può parlare?
Calculating Empires (2023) è una genealogia visiva che ricostruisce le radici storiche dell’intelligenza artificiale contemporanea a partire dal 1500, indicato dagli artisti come punto d’origine. Un momento chiave è l’invenzione della prospettiva nel Rinascimento italiano, quando l’immagine inizia a essere trattata come oggetto di calcolo geometrico. Si sviluppano griglie per ordinare lo spazio e gli oggetti rappresentati: Leon Battista Alberti, ad esempio, descrive l’uso di un velo di stoffa come trama ortogonale per organizzare la rappresentazione; anche Dürer utilizzava dispositivi simili. La prospettiva e la griglia diventano così i fondamenti di quella capacità — ancora attuale — di processare le immagini in termini computazionali.

Le monde selon l'IA, Gregory Chatonsky la quatrième mémoire 2025
Le monde selon l’IA, Gregory Chatonsky la quatrième mémoire 2025

È un’opera affascinante, in cui si potrebbe restare ore a osservare ogni dettaglio.

C’è un’intera sezione dedicata alla letteratura generativa, cioè la produzione di testi tramite algoritmi. Che tipo di nuova relazione tra autore e testo si sta delineando?
Come le arti visive, la letteratura è un terreno di esplorazione per queste nuove forme di co-creazione con modelli generativi. I primi modelli precedenti a ChatGPT — come GPT-2 (2019) — erano meno precisi, spesso incoerenti o soggetti ad “allucinazioni”, cioè momenti in cui il linguaggio si rompeva. Proprio queste imperfezioni — deviazioni, glitch, deliri — affascinavano artisti e scrittori, che vi trovavano una forma di poesia.

Quell’epoca sembra essersi chiusa. Oggi si possono scrivere romanzi interi con l’IA, ma i testi sono più coerenti e prevedibili, quindi meno sorprendenti.
Nelle arti visive, molti evitano i modelli delle grandi aziende come OpenAI e Meta, preferendo soluzioni open source addestrate su archivi personali. Ho l’impressione che, proprio per via di questa standardizzazione crescente, il campo della letteratura sia oggi meno interessante rispetto a qualche anno fa.

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Le monde selon l’IA, Erik Bullot cinéma vivant 2024

Intelligenza Artificiale e intelligenza umana nella mostra al Jeu de Paume

È straordinario vedere come l’intelligenza umana, anche nel confrontarsi con sistemi avanzati, dia prova della sua potenza creativa…
È una dinamica ricorrente. Confrontarsi con un’intelligenza “altra” ci spinge a ripensare la nostra specificità in quanto esseri umani. Ci porta a ridefinirci, a rimettere in discussione ciò che siamo. 

Chi è ancora resistente?
Io! Ma soprattutto moltissimi professionisti che si sentono minacciati da questo sviluppo: illustratori, fumettisti, grafici pubblicitari, creatori di video commerciali. L’IA può produrre risultati soddisfacenti a costi molto più bassi. È una dinamica che si ripresenta a ogni grande salto tecnologico. Ci sono poi resistenze cognitive: mi chiedo cosa significhi, per un giovane alle medie, al liceo o all’università, poter chiedere a ChatGPT di riassumere un libro in tre pagine. La tentazione di delegare pensiero, scrittura e memoria è forte, e pone interrogativi profondi sul nostro modo di apprendere. Paradossalmente, uno degli ambiti meno minacciati è proprio l’arte contemporanea: gli artisti che usano questi modelli con sguardo critico continueranno ad avere molto da dire.

Qual è il futuro dell’IA?
Neanche i dirigenti delle grandi aziende di IA riescono a fare previsioni oltre qualche anno. Posso dire che stanno emergendo nuovi sistemi, chiamati “agents” o “assistenti universali”: non più semplici interfacce, ma assistenti capaci di svolgere più compiti in parallelo. Ti svegli e gli dici: “Prenota un viaggio, acquista questo, rispondi a questa email…” e lui lo fa, lavorando in background mentre continui le tue attività. Questo sviluppo avrà un impatto profondo, ad esempio nel lavoro d’ufficio: uno studio legale potrebbe affidare parte delle mansioni a un’IA addestrata su casi giuridici. L’altro orizzonte è l’Artificial General Intelligence (AGI): un’IA in grado di svolgere qualsiasi compito cognitivo umano (rispondere, fare la spesa, andare in vacanza, sciare). Nel campo dell’immagine, mi aspetto a breve video generati dall’IA di durata superiore al minuto, con narrazioni più complesse. Si potrà creare o modificare un intero episodio in modo interattivo: piattaforme come Netflix potrebbero offrire contenuti modellabili dall’utente tramite IA.

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Le monde selon l’IA, Gwenola Wagon chronique du soleil noir 2023

E tutto questo potrebbe accadere molto presto.

Cosa spera di suscitare nel pubblico? 
Vorrei che questa mostra offrisse strumenti per pensare. Che aiutasse a orientarsi in queste trasformazioni profonde, fornendo una sorta di cartografia di temi, idee, prospettive.

Le piacerebbe immaginare questa mostra in Italia? In che contesto?
Mi piacerebbe moltissimo. La direzione intrapresa dalla Fondazione Prada sarebbe il contesto ideale per accogliere questo tipo di ricerca. Calculating Empires l’ho scoperto proprio all’Osservatorio.

Bianca D’Ippolito

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Autore
Artribune

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