Armani scalza Allende: Cinisello Balsamo cambia nome al palasport e cancella la memoria

  • Postato il 3 novembre 2025
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Allende o Armani? Da Allende ad Armani. Sembra una battuta, una barzelletta. Avrebbe divertito entrambi, probabilmente. Nel concreto però è uno schiaffo non da poco a sentimenti storici e politici. Il Consiglio comunale di Cinisello Balsamo ha approvato la proposta di Fratelli d’Italia di cambiare l’intitolazione del Palazzetto dello Sport. Il problema è che ciò avviene dopo quasi 52 anni di vita e attività del PalaAllende, che era stato così battezzato nel pieno della mobilitazione in Italia in solidarietà con il Cile.

Cinisello Balsamo era allora più che rossa, e i primi profughi, o meglio esuli politici dal Cile parteciparono con entusiasmo all’intitolazione. In quel periodo, ultimi mesi del 1973, si pensava che Allende fosse stato ucciso dai militari cileni e in ogni caso il colpo di Stato e la sua deposizione erano vissuti come una parte della stessa lotta nazionale e internazionale per gli ideali democratici e socialisti. Chissà come è successo che qualcuno, nella giunta di Fratelli d’ Italia di Cinisello, si è svegliato qualche settimana fa con questa idea nella testa: intitoliamo il PalaAllende ad Armani. Stava cercando di sbarazzarsi di questo scomodo Allende, che per quanto lontano e storicizzato, è comunque simbolo di sinistra, una sinistra pacifista e non guerrigliera, ma pur sempre radicale? O era soltanto entusiasta di inserirsi nella scia della celebrazione di Armani e non aveva altri importanti luoghi, o asset, cinisellesi da offrire?

C’è stata una mobilitazione formidabile di cittadini, partigiani, esuli cileni che hanno dato molto filo da torcere a questa opera di cancellazione della memoria. Sono riusciti solo a mettere la Giunta di Cinisello sulla difensiva: “Armani ci è sembrato adatto allo spirito giovanile di un PalaSport, per il rispettabile Allende troveremo un’ altra collocazione”. Quale sarà, se ci sarà, il posto di consolazione per Allende a Cinisello? Si dovrà sottrarre il nome a qualcun altro o gli si intitolerà qualcosa di completamente nuovo, tipo una fontanella? E l’interrogativo più inquietante è se si apre una stagione di sostituzione di nomi, di cancellazione delle intitolazioni avvenute negli scorsi decenni a vari eroi di diritti umani. Per quanto riguarda Allende l’episodio anche un po’ grottesco di Cinisello avviene alla vigilia di un anniversario che poco sarà celebrato.

Il 3 novembre 1970 entrava pienamente in carica come Presidente del Cile, avviando una esperienza di riforme sociali radicali che provocò opposte mobilitazioni sociali. Per la conferma parlamentare della elezione di Allende come presidente furono necessari i voti dei parlamentari democristiani, che non facevano parte della sua coalizione. Come è noto, più avanti, buona parte dei democristiani passò a una opposizione sempre più aggressiva e si affiancò alla destra golpista.

Chi scrive è ancora interpellato come testimone di quella vicenda, perché fui l‘unico ragazzo italiano arrestato nel colpo di Stato (potete ascoltare il podcast 21 giorni qui su Rai Play). La coincidenza peggiore per Allende e i suoi eredi politici è comunque quella con l’attuale congiuntura politica in Cile. Il vento soffia a destra per le presidenziali del 16 novembre.

Al primo turno si prevede che la candidata Jeannette Jara, sostenuta da tutte le forze di centrosinistra possa anche arrivare prima. Ma al secondo posto al terzo e al quarto ci sono candidati di destra anche piuttosto estrema, come Kast e Kaiser e tutti prevedono come assai probabile un presidente di destra. Che questa volta non sarà un liberale sorridente intrallazzone come la buonanima di Pinera (che pure finì odiatissimo) ma probabilmente un Kast che si richiama a Trump, Milei e Bolsonaro. Non se la prenderanno, credo, coi memoriali di Allende ma cercheranno di fare una “nuova” storia.

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Il Fatto Quotidiano

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