Tempesta magnetica in arrivo sulla Terra, blackout e aurore boreali dopo le “esplosioni” del Sole
- Postato il 15 aprile 2025
- Scienza
- Di Il Fatto Quotidiano
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Aurore boreali a latitudini inferiori rispetto al solito. Potrebbe regalare anche questo spettacolo la tempesta magnetica prevista per domani 16 aprile. A comunicarlo è il Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia scientifica Usa Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), che specifica come la tempesta potrebbe palesarsi con un grado di intensità moderata (classe G2) su una scala estrema di livello G5. Non solo migliore visibilità di fenomeni boreali: all’intensità potrebbero seguire correzioni alle orbite dei satelliti nonché interazioni inaspettate col campo magnetico terrestre, provocando possibili blackout di onde radio ad alta frequenza, impatti su infrastrutture energetiche e anomalie nel comportamento migratorio di animali che usano la magnetoricezione per i loro spostamenti.
Tra il 12 e il 13 aprile scorso dal Sole si è verificata l’emissione di due CME o espulsioni di massa coronale in rapida successione. L’espulsione avrebbe riguardato un intenso flusso di particelle ionizzate (cariche elettricamente), vere e proprie esplosioni di plasma e campi magnetici sulla zona più esterna dell’atmosfera solare (detta “corona”) che si possono propagare con anche milioni di chilometri orari di velocità.
Il flusso di particelle arriverebbe dunque in “ritardo” di 2/3 giorni sulla magnetosfera terrestre proprio a causa della distanza tra la stella e il nostro pianeta (distanza pari a 1 Unità Astronomica, equivalente a 149,6 milioni di chilometri). Come spiega Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste, queste emissioni possono scaturire o da “brillamenti solari, oppure da cosiddette ‘protuberanze eruttive’. Ovvero tubi di flussi magnetici che compaiono come archi luminosi sostenuti dal campo magnetico e presentano temperature più basse e densità più alte del plasma circostante”.
Un fenomeno, quello dell’emissione “di due protuberanze una dopo l’altra” alquanto “caratteristico perché possiamo dire che la prima spiana in qualche modo la strada alla seconda”. Data l’estrema variabilità delle condizioni meteorologiche nello spazio e sulla Terra, è difficile fare previsioni sull’orario di arrivo delle due espulsioni. A meno di (improbabili) imprevisti dell’attività geomagnetica, non sarebbero previsti fenomeni aurorali sull’Italia.
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