Riforma della giustizia, una parte della destra punta a riscrivere storia e sentenze. E a ripulirsi la fedina penale

  • Postato il 31 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Marco Travaglio ha assolutamente ragione: Berlusconi non è stato assolto, né dai giudici, né dagli storici e forse, aggiungiamo noi, neppure da Dio, nonostante le preghiere della zia suora.

La sceneggiata, seguita all’approvazione del piano Gelli sulla giustizia, ha un altro obiettivo: riscrivere storia e sentenze, a cominciare da quelle sulla trattativa stato-mafia, sullo stragismo, su Bologna e Ustica… Vogliono rilegittimare chi ha sempre odiato la Costituzione, dare la botta finale proprio ai giudici “sotto tiro” per le loro inchieste: da Gratteri a Caselli, da Scarpinato a Di Matteo. Altro che malagiustizia, sotto tiro sono proprio quei giudici e quei giornalisti che continuano a fare domande e a illuminare i luoghi della corruzione, delle oscurità, degli intrecci tra mafia, fascisti, servizi deviati.

Una parte della destra ha la necessità di ripulirsi la fedina penale per poter fondare una repubblica autoritaria, senza controlli, senza memoria, sul modello dei Trump, dei Netanyahu, dei Putin, degli Orban. Per riuscirci e vincere il prossimo referendum hanno bisogno, come ai vecchi tempi, del controllo del polo Raiset, e già ieri sera abbiamo avuto le prove generali. Il conflitto di interessi del Cavaliere ricompare post mortem, ora interpretato dai suoi figli. Pensare che qualcuno, persino tra gli oppositori, aveva indicato in Marina una possibile alleata, la dice lunga sulle connivenze e sulle collusioni che hanno sempre segnato il rapporto tra pezzi del centrosinistra e il conflitto di interessi della famiglia del Cavaliere.

Ora ci racconteranno di un Berlusconi assolto in ogni sede. Per questo ha ragione Travaglio: sino a quando ascolteremo in silenzio queste autentiche bugie? Berlusconi non è stato assolto dalla Cassazione. I rapporti con la mafia restano provati. La presenza di un pluricondannato nella sua villa, il mafioso Mangano, non può essere cancellata. Le altre sentenze di condanna ci narrano di un presidente assolutamente distante dall’idea di servire con onore la nazione. E la condanna ai servizi sociali? E i giudici corrotti? E le condanne per frode fiscale? E i reati andati in prescrizione? Vogliamo parlare dell’editto bulgaro, delle aggressioni ai Montanelli, a Biagi, a Santoro, a Luttazzi, a Marco Travaglio, a Carlo Freccero, a Sabina Guzzanti?

Forse neppure Dio, nonostante raccomandazioni e novene, avrà potuto assolverlo per le sue scelte di vita, se non altro per essersi autodefinito “unto del Signore e papà di ogni famiglia cattolica…”.

Chi potrà smentire che il piano di Licio Gelli prevedesse esattamente la “deforma” approvata e che proprio il Cavaliere fosse uno degli iscritti della Loggia?

Quello che si è visto ieri sera sul polo rende chiarissimo cosa accadrà: una consultazione referendaria fondata sulle bugie, secondo il modello Trump, dove le fake news sono sostanza della mediatica e politica. Per questo bisogna fondare ovunque comitati per il referendum, senza cadere nella loro trappola di far credere che si tratti di una consultazione sulla “malagiustizia”. Questa è una consultazione sulla Costituzione, sul tentativo di abrogare la divisione dei poteri, di colpire il pensiero critico, sulla possibilità per gli oligarchi di sfuggire alla giustizia. È una “deforma” classista perché fornisce lo scudo a “unte e unti del signore” e colpirà chi non ha protezioni, tutele, soldi per pagarsi i migliori avvocati.

Articolo 21 sarà ovunque nasceranno i comitati referendari e denuncerà ogni violazione del principio di pari trattamento tra le ragioni del Sì e del No. Questa volta sarà il caso di alzare la voce e presentare esposti e denunce, ora e subito, per impedire che questa consultazione possa trasformarsi in una truffa, segnata dal rinato conflitto di interessi.

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