Putin paciere tra Russia e India: ormai guardare all’Europa è come guardare alla disfatta Usa
- Postato il 5 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Gianluigi Perrone*
L’aereo Lufthansa con cui stavo per atterrare a Pechino sorvola per un’ora la capitale cinese. La torre di controllo darà il nulla osta solo quando il cielo sarà libero. Nell’aria sfrecciano i nuovi caccia dell’Aeronautica cinese, quelli che in Pakistan hanno abbattuto gli imbattibili top gun di fabbricazione francese. Sulle vie di terra sfilano i nuovi droni anfibi e i missili nucleari balistici. L’arsenale cinese non è solo innovativo e tecnologicamente futuristico: è specifico per una guerra terra-aria. Una guerra che colpisce un’isola. Non importa se sia Taiwan o Giappone.
Alla testa del corteo i rappresentanti di 26 paesi, ma la scena è per Xi Jinping, con la veste tradizionale che fu di Mao, e gli alleati militari, quelli della guerra vera, quella guerreggiata. Negli ultimi giorni abbiamo visto Putin giocare il ruolo di garante per ben due volte con “l’amico senza fine” Xi. Garante con la Corea del Nord, perché pur dipendente economicamente dalla vicina Pechino, Kim Jong Un ha un patto di ferro con la Russia, quel mutuo intervento militare che si è concretizzato a Kursk, e che vedrà il favore restituito se qualcuno dovesse attaccare Pyongyang, alle porte di Pechino. Potrebbe essere lì, e non nella timorosa Taipei, il casus belli che metterà in moto quell’arsenale che Xi mostra a disposizione di chi gli è vicino. Le armi di Xi, l’esperienza di Putin e la caratteristica della famiglia Kim è bene tacerla o sussurrarla appena tra i corridoi di palazzo.
Al Sco (Shanghai Cooperation Operation, una sorta di Nato dove sono veramente tutti uguali), Putin è garante per Narendra Modi, nuovamente tra le braccia di Xi Jinping dopo un anno di tensioni tra Himalaya e Brasile, al Summit dei Brics, dove si dice Xi abbia dato defezione per non incontrare il leader indiano. E’ più di una dimostrazione di forza: le tre potenze hanno una trading connection net differenziata che favorisce lo scambio triangolato o persino esangolato, rendendo le esportazioni potenzialmente immuni alle tariffe statunitensi: una sorta di terza Via della Seta virtuale.
Putin messaggero di pace, paradosso tragicomico, congiunge le mani dei suoi principali clienti energetici, i due colossi destinati al grande conflitto asiatico. È tuttavia stato Trump a gettare Modi nelle braccia di Pechino, non solo per quel 50% di tariffe che sono state una ennesima mossa azzardata degli Usa, ma per la stabilità di alleanze solide che la Cina definisce e sottoscrive, dopo l’incontro tra Trump e Putin in Alaska, che mai e poi mai “l’amicizia senza fine” verrà ossidata. Non certo per chi ha tradito i suoi alleati.
Guardare all’Europa è come guardare alla disfatta americana. Questa è l’ultima chiamata. “Guerra o Pace”? Sappiamo già come risponderanno i leader di Usa e Europa, non sappiamo come risponderanno le Nazioni. Questa è una guerra delle memorie, e ricordano tutti che nella Seconda Guerra Mondiale chi ebbe la meglio non furono né i buoni, né i più forti, ma i più veloci a muoversi al momento giusto.
*CEO di Polyhedron VR Studio e host Youtube su Genda Giada a Pechino
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