Paul Louis Rossi, una “idea” di scrittura (Traduzione di Jean-Charles Vegliante)

  • Postato il 7 marzo 2025
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Paul Louis Rossi, nato a Nantes (padre italiano, madre bretone) il 4 novembre 1933, morto a Parigi il 6 febbraio 2025, è stato uno dei poeti che ancora contano nell’ultimo terzo del ventesimo secolo, fino ai primi decenni di questo nostro millennio. Autore di romanzi (La vie secrète de Fra Angelico, 1997), di racconti, di poesie e poesie in prosa (Liturgie pour la nuit, 1958; Les états provisoires, P.O.L., 1984; Faïences, Flammarion, 1995, premio Mallarmé; Visages des nuits, Flammarion, 2005), nonché di saggi e scritti sull’arte (Hans Arp, 2006), dipingeva anche. Ha fatto parte un tempo delle riviste «Action Poétique’ e ‘Change», ma in genere è rimasto poeta appartato, originale, esigente e affabile sempre.

Non rifiutava lo sperimentalismo, seppure sempre attaccato alla parola: «La poésie ce sont des mots, point à la ligne» (dichiarazione alla radio, 1996), contro le cosiddette forme di espressioni “poetiche” le più variegate. Sicché a volte, quasi in dialogo involontario con il Fortini della “prova di resistenza dei materiali”, per esempio: «Il faudrait tenter l’expérience d’inciser un texte banal. Et jauger sans préjugés la transformation de l’objet et le contenu final de l’expérience» (Le geste, 2012), preferiva dichiararsi tra l’altro scrittore, “spesso in versi”. La nostra brevissima scelta segue tale percorso attraverso gli anni della sua piena maturità.

J.-C.V.

***

LES RETARDATAIRES
Qu’avez-vous à crier
Les soldats sont entrés
ils ont pris le vin
frappé les femmes
injurié les enfants
Qu’as-tu à pleurer
Ils ont interrogé
menacé suspecté
puis ils ont prétendu
qu’ils s’étaient trompés
Qu’as-tu à te plaindre
Quand l’Ordre Moral s’établissait
qu’as-tu fait
quand le Chef levait les bras au ciel
tu applaudissais
Qu’avez-vous à gémir
Les peuples délivrés
n’ont plus besoin de vos cris
Les peuples enchaînés
n’ont pas besoin de vos larmes
Nous avons assez à faire
pour ceux qui se sont dressés
sans attendre les premiers jours
Qu’attendez-vous pour vous relever
(Action poétique, 1961)

I RITARDATARI
Cosa avete da gridare
I soldati sono entrati
hanno preso il vino
colpito le donne
oltraggiato i bambini
Cos’hai da piangere
hanno interrogato
minacciato sospettato
poi hanno preteso che s’erano sbagliati
Cos’hai da lamentarti
Quando l’Ordine Morale s’impiantava
cosa hai fatto
quando il Capo alzava le braccia al cielo
tu applaudivi
Cosa avete da gemere
I popoli liberati
non hanno più bisogno delle vostre grida
I popoli incatenati
non hanno bisogno delle vostre lacrime
Abbiamo abbastanza da fare
per coloro che sono insorti
senza aspettare i primi giorni
Cosa aspettate per rialzarvi

***

(IDÉE DES SOMMEILS…)
Idée des sommeils. ces dernières années : la même hallucination, répétitive.
Dans un demi-sommeil, l’après-midi souvent, un visage contre le mien. près. très près.
À le toucher presque. visage connu ou inconnu, que rien ne peut effacer.
Grande lucidité, le plus souvent. souvent. sensation qu’il faut faire avec.
Périodes de réveils. le dessin du visage alors semble alors semble s’atténuer.
Se dissoudre avec la lumière extérieure.
Mais revient aussitôt, très près. quand les yeux se referment
(Action poétique, 1989)

(IDEA DEI SONNI…)
Idea dei sonni, in questi ultimi anni: la stessa allucinazione, ripetitiva.
In un dormiveglia, spesso di pomeriggio, un viso contro il mio. vicino. molto vicino.
Quasi fino a toccarlo. viso noto o ignoto, che niente può cancellare.
Grande lucidità, il più delle volte. spesso. sensazione che ci si debba adattare.
Periodi di risveglio. il disegno del viso allora sembra allora sembra attenuarsi.
Dissolversi con la luce esterna.
Ma torna subito, molto vicino. quando gli occhi si richiudono

***

CASIDA DE L’AMOUREUSE
Par le creux de l’oreille ouverte
rendez-moi sourde et que je pénètre
Dans votre bouche fermée afin de
saisir l’âcre salive de vos pensées
Rendez-moi aveugle pour que je voie
l’épaisseur de votre ombre penchée
Sur le bois de mon lit rendez-moi
muette et que la langue exaspérée
De mon désir nous conduise dans
le champ des blés coupés courts
Ah ! le goût ne peut me venir
A cet instant de vous haïr
Rendez-moi insensible et que j’éprouve
la douleur impuissante de votre regard
(Les ardoises du ciel, éd. Le temps qu’il fait, 2008)

CASIDA DELL’INNAMORATA
Per il cavo dell’orecchio aperto
rendetemi sorda e che io penetri
Nella vostra bocca chiusa fino a
cogliere l’acre saliva dei vostri pensieri
Rendetemi cieca perché io veda
lo spessore della vostra ombra china
Sul telaio del mio letto rendetemi
muta e che la lingua esasperata
Del mio desiderio ci conduca nel
campo di grano mietuto raso terra
Ah, il gusto non mi può venire
All’istante di odiarvi
Rendetemi insensibile e che io provi
il dolore impotente del vostro sguardo

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Il Fatto Quotidiano

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