Nelle Marche 10 artisti sono al lavoro sul cielo per ridefinire la percezione della realtà
- Postato il 16 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Costantemente attiva sul territorio ma con lo sguardo sempre proteso oltre i confini delle colline marchigiane,Casa Sponge con Oltre l’ultimo cielo riafferma, ancora una volta, come le azioni dell’arte possano aiutare a definire laboriosamente il contesto sociale e politico in cui ci si trova. Come? Attraverso l’opera ovviamente, o azioni dell’artista e della comunità che si legano a questioni pubbliche, nella consapevolezza che l’arte esplica sempre un messaggio capace di riarticolare la percezione della realtà. In questo caso si comincia dal titolo.
Nel cielo la fonte di ispirazione per i dieci artisti in mostra a Casa Sponge nelle Marche
Tratta da un verso del poeta palestinese Maḥmūd Darwīsh, la riflessione sul tema del cielo riprende un progetto del 2020 riservato al Cielo di Gabriele Germano Gaburro, ovvero una petizione per istituire simbolicamente una no fly zone proprio sopra lo spazio aereo di Casa Sponge. Fuori da ogni retorica, i dieci artisti in mostra (Nobuyoshi Araki, Mario Consiglio, Antonello Ghezzi, Stefania Galegati, Giovanni Gaggia, Davide Mancini Zanchi, Gedske Ramløv, Michele Alberto Sereni, Grazia Toderi, Massimo Uberti) si connettono all’urgenza del momento, non attraverso una rappresentazione di immagini facili o ideologie semplificate, ma con la forza della poesia e dell’immaginazione che trova nel tema del cielo una potente interpretazione.











Nelle Marche i dieci artisti riflettono sul concetto di confine
Fondamentale l’interrogarsi sul concetto di confine che ha trovato, nella curatela di Marcella Russo e Francesco Perozzi insieme agli artisti, la via per un percorso dove l’inizio e la fine coincidono, interno ed esterno si sovrappongono, ambiente domestico e naturale dialogano, accompagnando lo spettatore nel naturale gesto di osservazione dal basso all’alto. Mario Consiglio (Maglie, 1966) intercetta le aperture architettoniche della casa trasformandole in soglie visive, così Michele Alberto Sereni (Brescia, 1965) propone immagini che aprono varchi non ancora invasi dal pensiero. Il duo Antonello Ghezzi [Nadia Antonello (Dolo, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980)] accoglie il visitatore con una bandiera che orienta lo sguardo verso l’alto, la cui energia si fissa nella proposta fotografica di Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940).
A Casa Sponge l’arte conduce gli spettatori dalle Marche oltre “Oltre l’ultimo cielo”
È un cielo interrotto invece quello di Gedske Ramløv (Copenaghen, 1966) circoscritto da un urbano che lascia poco respiro, un cielo che per contrasto si specchia nell’universo infinito del video di Stefania Galegati (Bagnacavallo, 1973), una raccolta di voci sull’immaginazione di realtà aliene. Un altrove che si rintraccia nelle costellazioni di Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986) e Grazia Toderi (Padova, 1963), insiemi di stelle che tuttavia per la loro intimità narrano di casa, come le piccole opere disseminate negli spazi di Sponge, tappe o soste di un cammino che Massimo Uberti (Brescia, 1966) realizza per poi sulla sommità del colle di Mezzanotte mostrare l’altalena rivestita in foglia d’oro, vera e propria metafora di unione fra terra e cielo.
Infine, Giovanni Gaggia (Pesaro, 1977), che per la prima volta espone all’interno dello spazio che ha creato e curato per anni, chiude questa corale sinfonia di arte con due opere, un biliardino simbolo della battaglia quotidiana, ma soprattutto una coperta dove campeggia una domanda ricamata in arabo, che da sola basta a chiarire l’intero senso della mostra: Com’è il cielo in Palestina?
Maria Letizia Paiato
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