Nelle Fiandre il progetto che ripensa una storica abbazia come museo di arte contemporanea
- Postato il 20 aprile 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Kortrijk (in francese Courtrai) è una cittadina belga di lingua fiamminga, cresciuta sulle sponde del fiume Lys, nelle Fiandre Occidentali. Oggi conosciuta per la sua triennale di arti visive e per una scena artistica piuttosto vivace – molte sono le gallerie e gli spazi artistici indipendenti – il suo passato si lega alla fortuna dell’Abbazia di Groeninge, antico insediamento romano trasformatosi in monastero cistercense nel Cinquecento, per poi diventare convento delle Clarisse nel corso dell’Ottocento, fino all’acquisto della proprietà da parte dell’amministrazione cittadina negli Anni Ottanta del Novecento (fino al 2021 il complesso ha ospitato l’ufficio turistico e il museo 1302).
Arte contemporanea in abbazia. Il museo ABBY nel complesso di Groeninge
E proprio nel complesso abbaziale si incontrano ora antico e moderno, grazie al progetto dello studio Barozzi-Veiga (nato nel 2004 a Barcellona dal sodalizio tra l’italiano Fabrizio Barozzi e lo spagnolo Alberto Veiga), che è stato incaricato di realizzare un’addizione architettonica annessa allo spazio storico, per accogliere un nuovo museo cittadino. ABBY, come è stato ribattezzato il progetto, è lo spazio espositivo inaugurato all’inizio di aprile 2025, con l’obiettivo di mettere in dialogo l’arte contemporanea e il design con le origini del luogo, offrendo al pubblico un’esperienza quanto più possibile interattiva.
Realizzato in collaborazione con TAB Architects, il nuovo edificio si presenta all’esterno come un volume compatto e immediatamente riconoscibile, che si articola all’interno in spazi fluidi e dinamici, per allestire una “casa con molte stanze”, ognuna delle quali ospita attività e collezioni che invitano a riflettere sul tema centrale del progetto: l’identità.
Il percorso espositivo di ABBY a Kortrijk: le mostre sull’identità
Nell’Urban Living Room, che ospita anche la biglietteria e il bookshop in un ambiente che imita un salotto, il percorso inizia con la visita alla prima mostra temporanea – gratuita, in programma fino al 14 settembre 2026 – dedicata all’artista Rinus Van de Velde, che utilizza il disegno, la scultura e le proiezioni cinematografiche per raccontare un’identità in bilico tra verità e rappresentazione. Nell’ex refettorio del convento è stato invece ricavato l’ABBY Cafè, un punto ristoro aperto fino alle 22, pensato anche per incontrarsi, leggere, lavorare, anch’esso popolato di opere d’arte che saranno costantemente riassortite.
Si sale poi al primo piano per scoprire il Salone e l’Atelier, dove si organizzano workshop, conferenze, laboratori didattici; lo spazio esporrà anche le creazioni dei giovani artisti in residenza, concretizzando la finalità di valorizzazione e promozione dei talenti emergenti prevista nella mission del nuovo museo. Si prosegue, al piano inferiore, verso la cappella cinquecentesca appena restaurata o nelle due sale sotterranee, pensate per ospitare la mostra principale e un’esibizione secondaria, che accoglierà a rotazione opere di importanti collezioni private, altrimenti inaccessibili. Fino al 25 settembre 2025, l’ala ipogea accoglie quindi la collettiva dal titolo F**klore. Reinventing tradition – a cura di Sam Steverlynck – che riunisce le opere di oltre 30 artisti contemporanei, tra cui l’arte concettuale di Wim Delvoye, Jef Geys e Georges Counasse. L’obiettivo è quello di interrogarsi sui limiti posti dalle tradizioni, e sulla loro sostenibilità ecologica e sociale, per arrivare a definire chi siamo in rapporto a ciò in cui crediamo o che rifiutiamo. Il fil rouge è quello della provocazione, per un allestimento che spazia dagli arazzi alle sculture di sabbia, alle installazioni polimateriche. Ogni autunno, il museo proporrà una nuova mostra, sempre esplorando il tema dell’identità
Le installazioni contemporanee nel giardino dei semplici
Il percorso si conclude nel Giardino, con il suo orto botanico e le piante officinali del monastero, anch’esso coinvolto nel processo di contaminazione tra storia e contemporaneità, con le opere Wilting Flower #5 di Daan Gielis – installazione luminosa alta sei metri – Kneeled youth with a shell di George Minne – una statua in bronzo che rappresenta un giovane inginocchiato e ridefinisce i concetti di mascolinità – e Creazione di Kris Martin, mosaico di vetro che rimanda ai sette giorni della Creazione attraverso un linguaggio visivo astratto e universale.
Livia Montagnoli
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