Inceneritore di Roma, documenti pubblicati in pieno agosto: così Gualtieri evita obiezioni e confronti
- Postato il 14 agosto 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Venerdì 8 agosto sono stati resi disponibili i documenti del Paur (Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale) per l’inceneritore di Roma. Gli enti interessanti potranno esaminare e chiedere altra documentazione entro 20 giorni, cioè fino al 28 agosto.
Se si visita il sito, si crede che il termine sia di 30 giorni. Il commissario straordinario (il sindaco Gualtieri) ha usato i suoi poteri per ridurre questo tempo che normalmente è di 30 giorni. È solo aprendo i singoli documenti che si scopre che la tempistica in realtà è stata ridotta a 20.
È fin troppo chiaro che pubblicare questa documentazione di centinaia di pagine a cavallo di Ferragosto e in modo disorganizzato (i documenti hanno come titoli delle sigle tipo “WTE-SPV-HS-000-RP-6004-A” oppure “WTE-SPV-HS-000-RP-6003-B”) rappresenta un modo non trasparente per evitare qualsiasi obiezione sulla costruzione di questo controverso impianto e sfuggire al confronto con i cittadini e cittadine delle zone interessate.
Alcuni aspetti saltano subito all’occhio.
1) Perché proprio Santa Palomba? Quali sono state le altre aree esaminate, ad esempio vicino al raccordo e non a dieci chilometri da esso su una strada stretta e vincolata? Risposta: non è stata esaminata nessuna alternativa di localizzazione, perché lo ha scelto il commissario tramite i suoi poteri straordinari.
2) Quali alternative sono state valutate per affrontare il problema dei rifiuti di Roma? Riposta anche qui: non è stata valutata nessuna alternativa, come, ad esempio, un piano di riduzione dei rifiuti o di aumento della raccolta differenziata. L’unico confronto è stato con l’ipotesi zero, cioè il non fare assolutamente nulla. In una partita tra il nulla e l’inceneritore, l’inceneritore vince segnando un goal a porta vuota.
3) Perché proprio l’inceneritore? Perché “…la non realizzazione del progetto [inceneritore] comporterebbe la perdita dell’opportunità di diminuire significativamente le emissioni di CO2 del sistema di gestione dei rifiuti di Roma Capitale, in contrasto con le politiche europee di decarbonizzazione”. Insomma, grazie all’inceneritore e al mitico impianto sperimentale di cattura della CO2, se tutto andasse bene e l’impianto lavorasse 24 ore su 24 e 7 giorni alla settimana, questo decantato impianto di cattura preverrebbe l’emissione di “ben” 50 kg/ora di CO2. Questo significa catturare meno dello 0.1% delle 600.000 tonnellate annue di CO2 emesse, al modico costo di 6 milioni di euro a carico della collettività.
Secondo quanto scritto nei documenti del Paur, grazie all’inceneritore, insomma, si “ridurrebbero significativamente le emissioni di CO2 del sistema rifiuti di Roma”. Secondo il sindaco Gualtieri, “l’impianto per la cattura della CO2 ci consentirà di andare oltre l’obiettivo dell’abbattimento del 90% delle emissioni indicato nel piano rifiuti”. Peccato che la documentazione che provi queste dichiarazioni sia molto carente.
4) L’aspetto più controverso riguarda però il trasporto dei rifiuti al sito dell’inceneritore. Santa Palomba si trova a oltre dieci chilometri dal raccordo anulare e per arrivarci l’unico percorso realmente percorribile è via Ardeatina, una strada provinciale stretta e vincolata. Secondo il Paur, il trasporto avverrà proprio su via Ardeatina, con 180 mezzi pesanti nella fase di cantiere e 100+40 mezzi pesanti per il trasporto di rifiuti e dei prodotti chimici necessari per il funzionamento dell’impianto.
Chiunque può verificare tramite Google Street View che via Ardeatina è per lunghi tratti è una strada stretta a una singola corsia per senso di marcia, e che un singolo mezzo pesante occupa buona parte della carreggiata.
In alcuni punti (si vedano le foto allegate) la strada è così stretta non ha nemmeno una corsia di emergenza degna di tal nome e attraversa quartieri già congestionati, come il Divino Amore, Spregamore e Santa Palomba stessa. Che cosa avverrebbe nel caso di un guasto a un mezzo pesante, per esempio la mattina dei giorni feriali, quando quella strada presenta normalmente già una colonna di autoveicoli senza soluzione di continuità? Quali sarebbero le soluzioni alternative di mobilità nel caso di una chiusura stradale o di lavori urgenti sulla sede stradale?
Il Paur non prende minimamente in considerazione piani di trasporto alternativi. Eppure, il mancato conferimento dei rifiuti di adeguato potere calorifico all’impianto costituirebbe una chiara violazione contrattuale da parte di Roma Capitale e un conseguente danno economico.
In assenza di un chiaro piano sull’impatto della mobilità nel quadrante e delle possibili alternative nel caso di criticità su via Ardeatina, non è possibile continuare nella costruzione di questo impianto. Volendo trovare proprio qualcosa di buono, almeno sembra essere stata accantonata la folle idea del trasporto ferroviario sulle linee dei pendolari, che era di fatto irrealizzabile da un punto di vista logistico.
La pubblicazione di documenti fondamentali in pieno agosto rappresenta purtroppo un chiaro messaggio ai cittadini: l’inceneritore si vuole costruire a ogni costo, senza chiedersi se sia davvero utile o meno, e limitando il più possibile qualsiasi occasione di confronto o verifica, condannando un territorio a 30 anni di disagi. Per questo, i comitati dei cittadini contro l’inceneritore si ritroveranno per un corteo che partirà dal sito il 9 settembre, per far sentire la propria voce. Vediamo se anche questa volta sarà ignorata.
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