In Puglia un’installazione dell’artista Francesco Arena ripensa lo spazio urbano
- Postato il 30 luglio 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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È La Grotta di Francesco Arena (Torre Santa Susanna,1978) a segnare l’esordio di Ipogea, il nuovo intervento artistico permanente promosso dal Comune di Parabita, in provincia di Lecce, e curato da Carmelo Cipriani, all’interno del programma Parabita per il contemporaneo. La scelta di affidare ad Arena questa apertura non è casuale, l’artista pugliese aveva già preso parte a Votiva; progetto anch’esso permanente, dedicato al dialogo tra arte e religiosità popolare, con cui lo scorso anno 16 artisti hanno trasformato le edicole devozionali della città in luoghi di sperimentazione visiva.
A Parabita l’arte contemporanea è lo strumento per attivare il territorio
Iniziative che derivano, come spiegato dal sindaco, Stefano Prete, da una visione culturale chiara e coerente, che concepisce l’arte contemporanea uno strumento capace di attivare le energie del territorio. Luogo che il sindaco definisce “simbolicamente fertile”, pronto per avviare un processo di rigenerazione fondato sull’ascolto profondo del paesaggio e della memoria. “Quando una città si apre all’arte – afferma – cambia la sua immagine ma, soprattutto, cambia il modo in cui viene vissuta da chi la abita”. Per questo, il progetto Parabita per il contemporaneo, con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese, è in continua espansione e, a breve, si doterà di Urbana, un contenitore dedicato alle mostre temporanee, per costruire connessioni durevoli con la collezione d’arte pubblica della città.







L’intervento di Francesco Arena nel Comune di Parabita
In questa prospettiva, l’intervento di Francesco Arena La Grotta risulta un contributo coerente che, in linea con Votiva, sposta l’attenzione dalla superficie alla dimensione sotterranea del territorio. L’installazione, lungo la scalinata di Piazza della Vittoria, si sviluppa in corrispondenza del più ampio frantoio ipogeo parabitano, una delle cavità sotterranee dell’area salentina e ne raccontano l’intreccio tra geologia, economia e storia. Arena lavora con ciò che appartiene al luogo: due grandi vasche in pietra leccese, un tempo destinate alla sedimentazione dell’olio, elevate e disposte una di fronte l’altra, a formare un vuoto abitabile, un antro. Nel nuovo assetto, le vasche perdono la funzione originaria per diventare presenze arcaiche, modellate come spelonche gravide di rimandi ancestrali e in grado di attivare un complesso sistema di risonanze: tra memorie contadine e preistoriche, fino all’evocazione delle Veneri di Parabita, divinità paleolitiche legate fertilità, conservate dal 1965 al Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

La pratica artistica di Francesco Arena a Parabita si arricchisce di un nuovo elemento
Arena che, solitamente, lavora su stringati slittamenti semantici qui introduce elementi inediti rispetto alla sua pratica abituale che offrono addizionali piani interpretativi. Si tratta di due neon, inseriti nelle concavità delle vasche, che riportano le parole Essere e Tempo, un chiaro richiamo alla filosofia heideggeriana, ma anche un invito a pensare questi concetti in chiave più libera: l’essere come esistenza, il tempo come limite o durata; oppure, uniti in una sola espressione Essere Tempo, come definizione dell’umano nella sua unicità e finitezza. Quella luce, sospesa nel vuoto scavato nel tufo, estranea alla pietra ma capace di abitarne poeticamente il buio, apparecchia uno spazio aperto alla riflessione, tra la superficie urbana e la sua stratificazione invisibile, tra l’attualità e l’origine, tra il sottosuolo storico della città e la sua vocazione contemporanea. Arena riporta in superficie l’eco di ciò che è stato, in linea con Ipogea e con il suo obiettivo di riattivare il passato, ripensando il paesaggio urbano come materia viva, sensibile, attraversabile, ove la profondità è più che metaforica.
Marilena Di Tursi
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L’articolo "In Puglia un’installazione dell’artista Francesco Arena ripensa lo spazio urbano" è apparso per la prima volta su Artribune®.