Il punto sulla Fondazione Bvlgari dopo la prima stagione di attività. Intervista al direttore

La maison romana Bvlgari ha perseguito una politica di restituzione verso la società da tempi non sospetti. Sia come marchio che per quanto riguarda la singola azione dei suoi fondatori e dei componenti della famiglia, che l’hanno gestita sino alla cessione al gruppo francese LVMH. Questa restituzione è stata molto di frequente orientata al mondo dell’arte e della cultura e quando la famiglia Bulgari ha lasciato la guida diretta della maison l’impegno non si è arenato. 

La nascita di Fondazione Bvlgari

Da un anno però tutte le attività culturali di Bvlgari (ora è invalsa la scelta di scriverlo così, con la V al posto della U come nel logo sebbene la seo di Google e i correttori automatici non condividano granché) si sono date una riorganizzazione sotto un nuovo cappello. Come abbiamo raccontato nel 2024 è nata la Fondazione Bulgari, un ente non profit sostenuto direttamente dall’azienda che non solo ha messo insieme tutte le attività che già si facevano, ma anche per impulso del direttore ha lanciato tutta una serie di nuovi progetti con un attivismo intenso a ritmo di un nuovo progetto al mese. 

una mostra dei marmi torlonia Il punto sulla Fondazione Bvlgari dopo la prima stagione di attività. Intervista al direttore
Una mostra dei Marmi Torlonia

Intervista al direttore di Fondazione Bvlgari Matteo Morbidi

E proprio con il direttore Matteo Morbidi ne abbiamo parlato chiedendogli, nell’intervista che segue, di raccontarci prima di se stesso e poi dei progetti che sta portando avanti in seno alla fondazione. Ecco le sue risposte. 

Allora Matteo. Partiamo dall’inizio…
Se dobbiamo partire dall’inizio è necessario dire che sono nato a Firenze nel 1981, sono architetto e ho fatto tutto il mio percorso di laurea a Firenze salvo una parentesi in Francia di un anno nel 2004 all’interno dell’École de Beaux Arts.

E in cosa ti sei laureato?
In qualcosa che è assai lontano da quello che faccio oggi: una tesi sul consolidamento del cemento armato di un’area della provincia di Gorizia dedicata a cantieri navali!

E dopo la laurea?
Mi arriva da mio babbo un suggerimento: “guarda che la famiglia Ferragamo ha una divisione che si occupa di cantieri navali”. Non me lo faccio dire due volte e mando un cv alla mail info chiocciola salvatoreferragamo punto com.

E ovviamente alla mail info chiocciola non ti rispondono… 
Invece no. Mi rispondono eccome ma molto banalmente dalla sede di Ferragamo dell’Osmannoro, vicino Firenze, dove mi offrono uno stage nel settore dello store planning che all’epoca io non sapevo neppure cosa fosse.

Parte però la carriera in Ferragamo.
Siamo attorno al 2008 e parte questo lavoro nello store planning. Due anni in Ferragamo a fare questo, poi in Valentino dove mi occupavo anche del brand Red Valentino. A seguire un lungo periodo a Parigi, da Vuitton, sempre store planning, occupandomi anche molto del mercato asiatico. 

Okkay, ma cosa fa uno store planner?
Le maison hanno un concept, spesso sviluppato da un grande architetto (da Vuitton ad esempio era Peter Marino) e questo concept va poi declinato su tutte le nuove boutique che si aprono. Bisogna scegliere la location, fare sopralluoghi, scrivere il progetto esecutivo, farlo approvare, seguire i cantieri dopo la gara d’appalto. Questo fa.

Non sono però progetti di retail ordinario…
Ah proprio no. Ad esempio negli ultimi anni da Vuitton mi sono occupato del grande store di Venezia. Quello che ha anche lo spazio espositivo sopra. Un ex teatro su Calle Larga 22 Marzo. Un progetto ciclopico altro che retail… Non da meno è stato l’altro meta progetto di Vuitton in Italia per il nuovo store nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano.

Quando arriva Bulgari?
Mi sposto in Bulgari nel 2015.

Beh, sono dieci anni!
Ora che mi ci fai pensare si…

Sempre store planning all’inizio?
Assolutamente sì. A quel punto ero decisamente esperto del tema e oltretutto c’era Peter Marino che aveva preso a lavorare per la maison quindi mi sono ritrovato a collaborare con lui e a fare anche molto altro: store designer, eventi, visual merchandising. 

Eri impegnato in un dipartimento importante ma poi ti sei spostato…
Alla fine il Gruppo LVMH ha questa bella cosa di seguire le inclinazioni dei propri talenti. E io avevo e ho l’inclinazione per l’arte. Mio padre fa il commerciante di auto ma è lui che mi ha fatto scattare questa passione portandomi tra musei e mostre e questa cosa l’ho continuata a fare poi sempre. E allora si è aperta per me la possibilità del Dipartimento Heritage e con l’azienda abbiamo fatto tante riflessioni su come fare evolvere questo dipartimento mettendo anche a sistema la parte di filantropia. Tutte cose che l’azienda già faceva sotto varie forme.

Su questa base è nata la Fondazione Bulgari.
Esatto. Siamo arrivati dunque a marzo 2024. L’idea era di creare un contenitore per tutte le attività che già prima la maison (e anche la famiglia) già faceva a livello culturale e filantropica. L’idea è stata strutturarci in tre pilastri: art&patronage (mecenatismo puro, restauro monumenti, sostegno all’arte contemporanea come il Maxxi Bulgari Prize o la nostra partnership con la Biennale del Whithey di New York), education&philantropy (il rapporto con Save The Children, diritti umani, empowerment femminile e raccolta fondi) e infine il pilastro della savoir fair transmission che lavora sulla protezione dell’arto artigianale che è un tema molto trasversale a tutti i brand del gruppo. Non ci dimentichiamo che dopo la Francia l’Italia è la seconda sede di tutte le maestranze del gruppo LVMH e il tutto è seguito sotto il cappello del progetto Metier D’Excellence

Tu dici che l’azienda le cose le faceva già. E però state facendo anche tante cose nuove da quando è arrivata la Fondazione…
Una cosa a cui tengo molto è il progetto di Milano e il nostro accordo (annunciato in occasione dell’apertura del nuovo store) di donazione di 900mila euro al Museo del Novecento per un progetto di apertura di questa istituzione all’arte contemporanea che si amplierà e raddoppierà i suoi spazi negli arengari. 

Non vi capita di rado di interloquire con gli enti locali. A Milano per il Museo del Novecento ma anche a Roma, sempre col Comune, per il progetto sull’alta formazione.
Abbiamo fatto un progetto contro la dispersione scolastica per offrire un’alternativa agli studi liceali classici e per dialogare con le periferie della città. Contribuiamo a dei corsi triennali di alta formazione alberghiera e orafa. E i ragazzi potranno fare le prime esperienze proprio negli hotel della Bvlgari Hotels.

nuova illuminazione per caravaggio a san luigi dei francesi Il punto sulla Fondazione Bvlgari dopo la prima stagione di attività. Intervista al direttore
Nuova illuminazione per Caravaggio a San Luigi dei Francesi

Sempre a Roma, anche se non con il Comune, avete lavorato anche su Caravaggio.
È stato un progetto ambizioso e devo dire anche realizzato in tempi veloci quello di dare una nuova illuminazione alla chiesa di San Luigi dei Francesi dove sono custodite delle opere celebri di Caravaggio. È stato un po’ il nostro contributo al Giubileo visto che i lavori sono conclusi giusto a fine 2024

Rimanendo a Roma, c’è una collaborazione con la Fondazione Torlonia…
L’impegno nel restauro delle sculture della Fondazione Torlonia è un impegno pluriennale. Ma voglio dire che ogni cosa che facciamo non è mai un’attività puntuale e momentanea, cerchiamo di portare valore dando una gittata più lunga alle attività. Mai progetti spot. Qui ci daremo da fare negli anni per recuperare questa incredibile collezione di sculture che sono custodite in uno straordinario laboratorio di restauro in Via della Lungara. Via via vengono selezionate delle opere da restaurare e si procede. In alcuni casi non solo contribuiamo al recupero ma siamo anche sponsor delle mostre che danno evidenza alle opere restaurate come abbiamo fatto recentemente al Louvre. Un progetto che, ripeto, ci vedrà impegnati per moltissimi anni. È una collezione di oltre 600 opere e c’è molto da fare e ce ne sono oltre 400 su cui mettere mano.

L’attività che fate è su scala globale e spazia da New York a Milano, ma Roma per Bvlgari resta sempre Roma. E quindi un’altra novità riguarda il Museo Etrusco di Villa Giulia.
Col museo abbiamo inaugurato una piccola mostra della nostra collezione heritage aziendale in dialogo con la collezione Castellani che erano dei gioiellieri dell’ottocento peraltro già cari ai signori Bulgari e da loro collezionati. Questa mostra (che dura fino al 31 agosto 2025) è un’attività iniziale di una collaborazione molto più ampia visto che il museo inizia ora una fase di rilancio e recupero. Non vorrei anticipare molto ma la nuova direttrice Luana Toniolo ha dei progetti ambiziosissimi sia per Villa Giulia sia per l’adiacente Villa Poniatovski che fa sempre parte del museo. E intendiamo essere al suo fianco

Sempre parlando di archeologia c’è il grande progetto del Mausoleo di Augusto.
Anche qui siamo a fianco del Comune di Roma e ovviamente della Fondazione Tim. Quello di cui ci occuperemo noi sarà l’allestimento delle concamerazioni interne del mausoleo: alcune saranno dedicate alla storia del monumento mentre un piccolo numero concamerazione, un terzo, saranno usate per ospitare mostre temporanee. Dopo la prima fase inaugurata di recente con la piazza, ora partono i lavori del secondo lotto con i giardini e poi ci si concentrerà appunto sugli interni.

Tanta, tanta archeologia…
Si ma comunque l’arte contemporanea è e sarà un grande focus. Lo abbiamo anche confermato con una nuova fellowship con l’American Academy di Roma. Abbiamo messo qui insieme il vincitore del Maxxi Bvlgari Art Prize con un artista scelto dalla Biennale del Whitney per fargli produrre delle opere in simultanea. Un bell’esperimento

Ne abbiamo già parlato, ma raccontaci l’ultima grande novità: diventate il principale sponsor della Biennale di Venezia.
Saremo a fianco della Biennale d’Arte per le tre prossime edizioni, quindi ’26, ’28 e 2030. Un bell’accordo con la Fondazione Biennale di Venezia con la quale c’è stata una palese condivisione di valori, del resto la vocazione per sostenere l’arte contemporanea fa parte proprio di noi. Ancora non posso anticipare niente, ma credo che ci saranno due luoghi dove saremo presenti…

matteo morbidi direttore della fondazione bvlgari Il punto sulla Fondazione Bvlgari dopo la prima stagione di attività. Intervista al direttore
Matteo Morbidi direttore della Fondazione Bvlgari

Sia ai Giardini che all’Arsenale?
Esatto.

Insomma ti tocca tornare a progettare spazi per la maison reindossando la giacca dell’architetto…
Già. Ma a dire il vero vorrei che i veri progettisti di tutto siano gli artisti. Comunque a parte gli scherzi la mia formazione architettonica in questo si sta rilevando molto molto utile.

Come ti regoli a livello economico? La Fondazione ha una sua dotazione economica prefissata?
No. C’è un rapporto diretto con l’azienda e col suo consiglio d’amministrazione. Volta per volta che ci sono progetti da seguire si propongono al CdA e se vengono adottati e sposati si spostano risorse economiche dalla Spa alla Fondazione e si procede. 

Siete neonati come fondazione, siete piuttosto piccoli come team, ma fate tantissime cose ad ampio spettro. Formazione, archeologia, arte contemporanea, grandi eventi. Come si fa a far stare insieme tutto mantenendo una identità chiara?
La chiave e il minimo comune denominatore di tutto è il senso di responsabilità. Questo è l’elemento presente e il motore in maniera trasversale: dai giovani artisti al restauro alla cura del territorio e del sociale. Alla fine tutti gli interventi sono solo apparentemente diversi ma parliamo paradossalmente sempre dello stesso intervento. E poi fammi concludere così: siamo piccoli come team come giustamente dici ma io rimango ogni giorno sorpreso dalla dedizione e dall’entusiasmo delle persone che lavorano con me, che sono in azienda da molti più anni di me, che ne rappresentano la memoria storica e che lavorano ogni giorno come se fosse il primo giorno.

Massimiliano Tonelli

L’articolo "Il punto sulla Fondazione Bvlgari dopo la prima stagione di attività. Intervista al direttore" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

Potrebbero anche piacerti