Il paradosso di Firenze che si gentrifica a rovescio. E ora il centro vota a destra

  • Postato il 17 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Corriere della Sera ha collegato il deludente risultato elettorale del Pd a Firenze non soltanto al rosicchiamento di consensi da parte di Casa Riformista, AVS e Antonella Bundu, per non dire del dato storico negativo dell’astensionismo, ma all’amministrazione cittadina, eletta solo un anno fa. Scrive il Corriere che “analizzando la geografia della città e le zone in cui si sono registrate criticità per la sicurezza, i cantieri, l’overtourism, in molte sezioni il Pd è stato superato, a volte anche nettamente da Fratelli d’Italia (che in queste sezioni è il primo partito)”. In effetti a guardare la mappa del voto, in molte sezioni Fratelli d’Italia è il primo partito. Lo è soprattutto nelle zone più centrali e borghesi della città, dove di solito è stato sempre – non senza sarcasmo – geolocalizzato l’elettorato di centro-sinistra e del Pd in particolare (“il partito della ZTL”).

Che sia il turismo massificato, il traffico impazzito per i cantieri, la sicurezza (che vede Firenze terza in classifica per criminalità), non è facile individuare una sola causa, ma il fatto che il centro e le zone elitarie della città votino a destra dà il senso di un’insoddisfazione legata a una sorta di gentrificazione a rovescio che la città sta vivendo, e istituire un collegamento tra questi temi e il sorpasso di FdI viene spontaneo per quanto forse semplificatorio, ché questa (non)visione della città si protrae da anni. Tanto spontaneo che fioccano anche iniziative che oscillano pericolosamente tra la legittima richiesta di quartieri sicuri e il problematico emergere di nuovi ‘vigilantes civici’ sull’esempio di Roma e Milano.

E sono proprio i quartieri indicati dal Corriere a far segnare quel paradossale rovesciamento: nelle città del mondo si lamenta il fenomeno menzionato sopra della gentrificazione, termine traslitterato dall’inglese (gentrification) che segnala l’arrivo in una determinata zona della gentry, ovvero la borghesia. La gentrificazione significa affermazione di un privilegio: espulsione delle classi popolari, aumento dei costi delle abitazioni, generale infighettimento (la salsamenteria che diventa gourmet e i prezzi salgono alle stelle, per dire). E il blasone dei blasoni per i quartieri dei ricchi, il silenzio.

Invece, si diceva, a Firenze sembra accadere il contrario: i quartieri anche fuori dal centro ma una volta blasonati sono investiti da masse di turisti, da operazioni immobiliari nella linea della cessione di spazi alle multinazionali (i famigerati ‘ostelli’), da negozi e bar che spariscono per lasciare spazio a supermercati pieni di cibi pronti per chi ha da visitare la città e fa la spesa in sette minuti. E così residenti inferociti, esasperati dall’impossibilità di trovare parcheggio, dal costante flusso di persone e dall’inevitabile confusione e inquinamento acustico (come se la città ne avesse ulteriore bisogno), dall’idea che i quartieri siano diventati meno sicuri.

Certo, c’è chi ridacchia a sentire della ‘sicurezza percepita’, e capisco che l’argomento sia un maglio usato spesso per far leva sulla paura a fini di propaganda politica. Ma di gente sulla cui paura reale di circolare di sera in certe zone una volta sicure ne conosco, e della loro paura come un fenomeno reale e non indotto dalla retorica securitaria posso dare testimonianza certa.

Non si tratta di volere una gentrificazione ‘buona’, ovvero l’imborghesimento di zone che si infighettiscono, diventano più care, più elitarie, etc. Si tratta di pretendere, al contrario, una città normale. Riportare gli abitanti nel centro di Firenze, ma anche rendere i quartieri fuori dalle mura e le periferie luoghi ameni. E invece, piuttosto che rendere le zone più disagiate vivibili, silenziose, sicure, si afferma il fenomeno contrario: rendere le zone un tempo più vivibili e dunque più care (e non dobbiamo nascondercelo: più rappresentative delle disuguaglianze sociali) meno vivibili.

Se di solito i centri storici scaricano sulle periferie il costo della gentrificazione, espellendo i cittadini meno abbienti per la crescita dei prezzi delle case a metro quadro e degli affitti, a Firenze è il centro storico a ‘periferizzarsi’, ovvero a diventare meno vivibile, meno sicuro, meno silenzioso. Ma non meno caro. E si periferizza tanto quanto i quartieri un tempo considerati eccellenti.

Non sembri la rivendicazione del privilegio perduto: essendo per un marxismo del lusso e della dépense e contro le letture volgari di un marxismo livellatore e pauperista, penso che tutti debbano poter vivere nell’agio.

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Il Fatto Quotidiano

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