Il bando per l’Autobrennero riaperto in fretta e furia sembra fatto apposta per scoraggiare i concorrenti
- Postato il 5 dicembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Che il decreto Infrastrutture del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, approvato lo scorso anno, non avrebbe portato niente di nuovo e nessun riordino nel comparto autostradale, era facile da immaginarsi. La plastica dimostrazione sta nel dossier dell’A22. Il Mit era stato costretto a sospendere le procedure di gara per il rinnovo della concessione dell’Autobrennero fino il 30 novembre scorso. Poi, sorprendentemente, sono state riaperte le procedure per 5 (cinque) giorni in fretta e furia con un decreto del MIT.
Il bando era stato sospeso dallo stesso Ministero in attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea sul diritto di prelazione. Questione che aveva spinto la concessionaria controllata dal Ministero dell’Economia (Aspi ex Benetton) a presentare un ricorso alla Corte ritenendo illegittimo e troppo favorevole all’attuale concessionario il diritto di prelazione contenuto nel bando di gara. Bando di gara presentato dall’attuale concessionario in project financing da 10 miliardi dalla società Autostrade del Brennero Spa.
L’autostrada A22 Modena-Brennero (Autobrennero), estesa per un totale di 300 km, gestisce la concessione in regime di proroga dal 2014. L’Aspi, che partecipa alla gara, aveva ritirato il suo ricorso contro il bando che riserva il diritto di prelazione a favore del promotore cioè Autobrennero. Se a giugno, il Ministero di Salvini aveva deciso di sospendere la gara in attesa del pronunciamento della Corte Ue, perché poi ha deciso di riavviare la procedura di gara senza conoscere il responso? La risposta si può ritrovare nella lettera datata 7 novembre scorso di Autobrennero inviata al MIT.
Qui emerge fortemente la caratteristica dell’incumbent, impresa monopolistica di grandi dimensioni, di uno specifico mercato, che tende a bloccare l’entrata di altre imprese. Nessuna voce si era levata, in questi 10 anni di prorogatio, per accelerare i tempi della gara. L’A22 così ha potuto garantirsi ricchi extraprofitti, perché i ricavi sono stati superiori a quanto previsto nei Piani economici finanziari autorizzati dal MIT. Nella missiva spedita al Ministero, si legge che dietro la richiesta di ripresa della procedura ci sarebbe un “superiore interesse pubblico” legato al potenziamento, all’ammodernamento dell’asse strategico europeo che collega il Nord Italia al cuore dell’Europa.
Invece di annullare la clausola con il diritto di prelazione, lo stop aveva assicurato ad Autobrennero una nuova proroga. Ora la procedura è stata riavviata, ma dovrà prima o poi fare i conti con il giudizio europeo, secondo cui devono essere garantiti i principi di concorrenza e trasparenza nell’assegnazione della concessione.
Nel frattempo viene segnalata la richiesta dell’accesso alla gara di quattro grandi gruppi: Gavio, gli spagnoli di Abertis, Sacyr-Doglian e Aspi. Il mastodontico piano degli investimenti, da quasi 10 miliardi per 50 anni di concessione, sembra fatto apposta per scoraggiare eventuali concorrenti. Il project financing si basa sulle norme della “Merloni Ter”, che consente al concessionario di “sostituirsi” al concedente, il Mit, indicando gli investimenti da realizzare.
Il piano prevede gli apporti finanziari necessari per il completamento della rete autostradale con la Campogalliano-Sassuolo, un tracciato di 25,4 km, 14 km per l’asse principale e 3,5 km per il collegamento con Modena. Dieci ambiti che riguardano le terze corsie: quella tra Verona e l’innesto con la A1 e quella dinamica fra Bolzano e Verona. Sono contenuti anche il rifacimento dei sovrappassi, le barriere fonoassorbenti, il completamento o l’adeguamento delle stazioni autostradali e i centri per la sicurezza. Inoltre il progetto include la realizzazione e l’ampliamento di parcheggi e autoparchi e il rifacimento e la riqualificazione delle aree di servizio.
Sul fronte della mobilità sostenibile sono previsti impianti per la distribuzione di gas naturale liquefatto e di idrogeno, di pannelli fotovoltaici, di colonnine di ricarica elettrica veloce, di sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria e la digitalizzazione. Altri destinatari delle risorse saranno le Province di Bolzano e Trento, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Verona, la Provincia di Mantova, la Provincia di Modena e la Provincia di Reggio Emilia, tutti azionisti.
Mentre in Spagna, alla scadenza delle concessioni, queste rientrano nella gestione statale e si aboliscono i pedaggi, da noi le concessionarie diventano delle utility giganti con ampi poteri che non solo gestiscono le reti ma programmano gli investimenti, sostituendosi al regolatore pubblico.
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