I vaccini mRNA potrebbero aumentare l’efficacia delle terapie anti-cancro: i miei interrogativi

  • Postato il 5 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sulla rivista Nature è stato di recente pubblicato un interessante articolo da cui emerge che i vaccini mRNA contro Covid-19 hanno migliorato l’effetto dell’immunoterapia in pazienti con tumori in fase avanzata. Nello specifico si tratta di uno studio retrospettivo condotto su una coorte di pazienti affetti da tumore polmonare e melanoma in stadio avanzato, in trattamento con farmaci attivi sul sistema immunitario.

Fra questi, 180 avevano ricevuto un vaccino Covid a mRNA e 704 pazienti avevano ricevuto il solo trattamento antitumorale, ma nessun vaccino Covid-19. Dopo correzione per fattori di confondimento si è visto che la somministrazione di un vaccino a mRNA Covid-19 entro 100 giorni dall’inizio del trattamento antitumorale immunoterapico comportava un miglioramento significativo della sopravvivenza: nei pazienti con cancro al polmone, la sopravvivenza passava da 20,6 mesi a 37,3 mesi e in quelli con melanoma da 26,7 mesi a 30-40 mesi.

Questo studio è stato celebrato con grande enfasi, quasi che i vaccini mRNA contro Covid-19 “curassero” il cancro. Le cose non stanno così e questo lavoro non rassicura affatto circa la sicurezza di questi prodotti e in particolare l’assenza di rischio cancerogeno, su cui già in passato mi ero espressa, anzi!

Sulla base anche dei dati ottenuti in esperimenti condotti su modelli animali molto popolari tra gli addetti ai lavori, gli autori attribuiscono l’esito favorevole sulla sopravvivenza al fatto che i vaccini mRNA Covid-19 stimolano l’espressione delle molecola immunosoppressoria PD-L1 sulle cellule tumorali e anche, in maniera transitoria, in diversi tipi di cellule immunitarie. PD-L1 è una proteina di membrana in grado di sottrare alla sorveglianza immunitaria le cellule tumorali, facilitando quindi lo sviluppo della malattia, e per questo è da tempo un bersaglio privilegiato dei protocolli di immunoterapia anti-cancro mediati da anticorpi monoclonali definiti “immune check-point inhibitors” (ICI). I vaccini Covid-19 a mRNA stimolano l’espressione di PD-L1 sulle cellule tumorali, che di conseguenza diventano bersagli più facilmente riconoscibili dagli ICI, portando infine alla eliminazione selettiva delle cellule tumorali. Così gli autori spiegano il meccanismo attraverso il quale i vaccini Covid-19 a mRNA aiuterebbero la sopravvivenza dei pazienti oncologici sottoposti a immunoterapie con ICI.

Un punto essenziale del lavoro su Nature è che l’induzione di PD-L1 è in verità il risultato di una potente stimolazione del sistema immunitario indotta dalle molecole di mRNA vaccinali, ma indipendentemente da ciò che sono in grado di esprimere, nella fattispecie la proteina Spike biologicamente attiva di Sars-CoV-2. Dal punto di vista scientifico questo risultato, come in effetti altri già pubblicati, rimette pesantemente in discussione uno dei capisaldi su cui si è basato il premio Nobel attribuito a Weissmann e Karikò. Ovverosia l’azzeramento della risposta immunitaria innata, tipicamente innescata dalle molecole naturali di mRNA, tramite l’utilizzo della pseudouridina artificiale.

L’induzione di PD-L1 da parte dei vaccini Covid-19 va poi associata alla già ampiamente dimostrata produzione di TGF-beta, un fattore solubile potente co-fattore nella induzione di tumori solidi, come dimostrato da decenni di letteratura scientifica.

In questo quadro, se per una interazione farmacologica fra immunoterapia e vaccini mRNA Covid-19 si può realizzare in particolari situazioni un beneficio per soggetti malati di cancro, cosa potrebbe succedere nei soggetti sani? Davvero vogliamo continuare – come scrisse Lorenzo Tomatis ne La Rielezione – a considerare “l’intera specie umana come un insieme di cavie su cui sperimentare tutto ciò che è in grado di fare il progresso tecnologico?”.

In definitiva, anche i risultati di questo importante lavoro su Nature devono spingere i decisori politici ad attivare con urgenza programmi di ricerca indipendenti volti ad approfondire tematiche così importanti per la salute di tutti i cittadini.

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Il Fatto Quotidiano

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