Francesca Albanese ha ragione e la ringrazio. I media mainstream sono una vergogna italiana
- Postato il 4 dicembre 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
Solo persone intellettualmente disoneste e in profonda malafede avrebbero potuto distorcere totalmente il senso delle dichiarazioni di Francesca Albanese a proposito dell’irruzione di alcuni giovani nella redazione vuota della Stampa. Nessuna meraviglia quindi che i soliti politicanti della destra o del PD siano riusciti anche in questa nuova ardua impresa. In prima fila ben noti personaggi della corrente guerrafondaia e filoisraeliana del Pd, quali i soliti Sensi e Picierno. Per costoro gettare fango su Francesca Albanese è divenuta una vera e propria missione esistenziale dato che l’operato alacre e fattivo della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati ha messo a nudo, in particolare col suo penultimo e ultimo Rapporto, le complicità e connivenze intollerabili di Stati e imprese col genocidio, tuttora in atto, del popolo palestinese.
Esiste un sistema internazionale del malaffare imperniato sulla produzione e la vendita delle armi che costituisce l’ultima speranza dell’Occidente in declino e delle sue avide classi dominanti. Il popolo palestinese rappresenta oggi la principale vittima di questo sistema criminale ed è quindi logico che chiunque, come coraggiosamente e coerentemente fa Francesca Albanese, levi la voce in sua difesa, divenga per ciò stesso un bersaglio dei suoi agit-prop scatenati nella politica e nei media.
Ma cosa ha detto esattamente Francesca per suscitare addirittura l’”orrore” (testuale) dei personaggi accennati? In sostanza che l’episodio va condannato senza riserve ma che ne deve risultare un monito per gli addetti all’informazione affinché riportino i fatti al centro e li valutino in considerazione del contesto. Elementari considerazioni di buon senso quindi, che tuttavia stridono in tale misura col comportamento effettivo degli operatori dell’informazione dal destare lo scandalo dei sepolcri imbiancati. Poter disporre di media sempre più allineati e appiattiti alle politiche guerrafondaie e genocide del potere costituisce oggi per il nostro putrescente sistema politico e istituzionale una condizione di sopravvivenza.
Nessuna ambiguità, quindi, né ve ne sono state nell’intervento di Francesca, sulla necessaria condanna di una violenza inutile e anzi controproducente, dato che furbescamente i media hanno colto la palla al balzo, dando ampio risalto al marginale episodio relegando a spazio minimo, o addirittura inesistente, la grande manifestazione di Roma del 29 novembre per la Palestina e contro il riarmo. In tal modo gli sprovveduti autori dell’infantile impresa hanno finito per usurpare indebitamente lo spazio che avrebbe dovuto essere dedicato al movimento che continua a crescere e svilupparsi nonostante gli indegni media asserviti al potere e alle sue logiche omicide e suicide. Si può peraltro ipotizzare con buone aspettative di successo che, in mancanza di un diversivo del genere lorsignori ne avrebbero facilmente trovati altri, magari attingendo agli inesauribili serbatoi della cronaca nera, di quella scandalistica o di quella sportiva.
Tutto, fuorché parlare dei fatti che vanno a determinare il destino delle persone, come giustamente reclama Francesca Albanese. Si tratti dei Palestinesi vittime del genocidio in corso o delle future possibili vittime, Italiani compresi, dell’olocausto nucleare che si prepara, meglio non parlare dei fatti perché parlarne implicherebbe un’analisi e un giudizio sui poteri che ne sono responsabili. E ciò va ben oltre i compiti dei velinari del potere, che lo devono mantenere assolutamente indenne da ogni analisi o da ogni giudizio. Meglio giustificare il genocidio esaltando le virtù democratiche di Israele ovvero preparare il terreno psicologico della guerra, inevitabile sbocco della crisi sistemica del capitalismo.
Questo lo abbiamo capito da un pezzo. Così come abbiamo capito che gli idioti vanno condannati. Ma per favore, non si parli di giornalisti e libertà di stampa. Giornalisti valorosi e degni sono quelli di Gaza che in due anni di sono stati uccisi in 257 da Israele per garantire il nostro diritto all’informazione. Quelli che ridicolmente si atteggiano a vittime per qualche vetro rotto sono, tutt’al più, aspiranti emuli di Bruno Vespa, insuperabile artista della mistificazione di regime che cominciò facendo da spalla mediatica alla strage di Stato del 12 dicembre 1969 e più di recente tentò, senza grossi risultati, di trasformare Zelensky in eroe popolare. Ovvero degni compari di coloro che, come una donna denominata Incoronata Coccia, giornalista di punta, a quanto pare, di Telemeloni, che si è permessa in tempi più recenti di negare il genocidio del popolo palestinese di Gaza, sostenendo che “non ci son prove” del fatto che almeno settantamila Palestinesi, in buona parte bambini siano stati massacrati dall’esercito più morale del mondo.
Sappiamo che il regno dell’ingiustizia si basa sull’esercizio della menzogna, ma per smantellarlo esistono mezzi senz’altro più efficaci delle pietre tirate da qualche deficiente. Grazie a Francesca Albanese per avercelo ricordato con la consueta invidiabile schiettezza.
L'articolo Francesca Albanese ha ragione e la ringrazio. I media mainstream sono una vergogna italiana proviene da Il Fatto Quotidiano.