Flotilla riempita di consigli paternalistici e poi lasciata sola: l’Italia è di nuovo dalla parte sbagliata della Storia

  • Postato il 3 ottobre 2025
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di Angelo Palazzolo

Il re è nudo! O, nel caso italico, la Regina è nuda. Non solo lei, ma anche i suoi ministri e, bisogna ammettere (io lo faccio a malincuore!) anche il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tutti prodighi di consigli agli attivisti imbarcati nella Global Sumud Flotilla. Consigli paternalisti e suggerimenti di “soluzioni alternative” (sbarco a Cipro, consegna degli aiuti al Patriarcato latino di Gerusalemme) che mi sarei aspettato uscissero dalla bocca di Netanyahu e del suo governo, non dalle nostre istituzioni e dai nostri rappresentanti che, così facendo, de facto, hanno delegittimato l’iniziativa della GSF e fornito un malcelato lasciapassare al blocco imposto dalla Marina israeliana. Un ammiccamento vergognoso.

I nostri concittadini e gli altri coraggiosi attivisti sono stati lasciati soli ad affrontare dei predoni, del tutto simili a pirati settecenteschi che, armati, abbordano in mare aperto le navi, per far cosa poi? Qual è la ragione profonda per cui Israele non accetta che la GSF arrivi sulle coste di Gaza? Paura che qualche centinaio di palestinesi si possa sfamare o curare con quegli aiuti? Terrore per la possibilità di creare un vero corridoio umanitario? Timore che nuovi occhi vedano l’orrore in cui Israele ha sprofondato un intero territorio? O semplicemente voler dimostrare al mondo intero che Israele è al di sopra della legge?

Non importa che il blocco navale sia illegale e che ci sia una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che dichiari che le acque davanti Gaza appartengo alla Palestina; Israele, sospinto anche dei consigli che il governo italiano e le sue istituzioni hanno dato ai propri connazionali, ha per l’ennesima volta fatto strame della legalità.

Per la seconda volta in pochi mesi (si veda il caso Almasri), coloro che hanno dispensato consigli bonari hanno preferito non inimicarsi il potente criminale di turno per tema di ritorsioni, piuttosto che abbracciare la legalità internazionale e affermare lo stato di diritto in cui pretendiamo che si muova il nostro Paese. Dov’è finita la verve valoriale della nostra premier? Il suo alto senso di legalità che le ha fatto intraprendere la strada politica sul solco tracciato da Paolo Borsellino? Un grande Paese come l’Italia ridotto ad implorare uno Stato alla sbarra per genocidio di non fare del male ai propri concittadini. Anziché intimagli di lasciarli passare perché la loro iniziativa è perfettamente conforme al diritto internazionale, così come sancito, tra gli altri, dall’Asgi.

Mi rivolgo agli elettori di destra: non vi sentite umiliati e colpiti nell’orgoglio da chi si professa patriota e poi si fa mettere i piedi in faccia prima dai libici (il coro “uh uh al talian” rimarrà un’onta per molto tempo) e ora dagli israeliani? Quando la Storia presenterà il conto, i nostri dispensatori di saggi consigli non potranno che vergognarsi per la loro pavidità. Per aver consigliato a dei partigiani di assecondare dei criminali.

Il cosiddetto “Sud del mondo” ci sta osservando sdegnato e sta dimostrando valore e coraggio. È appena giunta la notizia che il presidente della Colombia, Gustavo Petro, dopo che due cittadine colombiane della GSF sono state fermate in acque internazionali da Israele ha espulso la delegazione diplomatica israeliana a Bogotà e ha parlato di ennesimo “crimine internazionale” del governo Benjamin Netanyahu.

Ancora una volta, l’Italia si sta schierando dalla parte sbagliata della Storia; l’Italia come Paese governato da Meloni, ma non la maggior parte degli italiani, che in ogni piazza, in ogni manifestazione, in ogni sondaggio condannano Israele e il suo governo criminale. Questi giorni di lotta tanto appassionata quanto pacifica non servono solo al popolo palestinese, ma anche a noi stessi per tracciare una linea di demarcazione netta tra il popolo italiano e coloro che – indecorosamente – in questo momento lo governano.

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Il Fatto Quotidiano

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