Dalle Regionali alle Politiche, per un moderato di sinistra come me c’è da piangere
- Postato il 7 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Ma “cos’è la destra, cos’è la sinistra?” si domandava Giorgio Gaber in una bellissima e modernissima canzone del 1994. Questa domanda oggi è ancora più emblematica.
Parto da un punto. Delle vecchie ideologie, della vecchia ma sana passione per la Politica, delle discussioni franche ma aperte oggi è rimasto ben poco. Molta gente, da tempo, non si sente rappresentata e circa il 50% non va più a votare. Una enormità che non interessa alla “classe dirigente”. Lo ripeteva bene in una trasmissione Renzo Arbore, meno siamo meglio stiamo. E questo “principio” in politica o meglio fra i partiti piace tantissimo.
Quindi, chi se ne frega se la gente non va a votare peggio per loro. E sicuramente una colpa anche l’elettorato lo ha ma può fare ben poco se non organizzato.
Vengo ai partiti. Con la legge elettorale attuale i segretari nazionali decidono in buona parte chi verrà eletto e chi no nei cosiddetti collegi sicuri. Questo enorme e fondamentale potere di fatto impedisce ai cercatori di poltrone comode qualsiasi dignità e coerenza. Chi dissente con il segretario è quasi impossibile che venga eletto o rieletto o addirittura anche semplicemente candidato.
Da questi concetti chiari e crudi bisogna partire per capire il punto a cui siamo arrivati nel nostro sistema politico italiano. Togliamo da parte la coerenza dei “politici” di professione perché ormai abbiamo assistito a cambi di idee e ragionamenti a seconda della convenienza personale o di circostanza. Ed è inutile parlare anche di ideologie. Il panorama politico (lo scrivo volutamente minuscolo) attuale offre ad un semplice elettore un quadro desolante.
Un comune cittadino oggi si trova un centro destra che sta al governo con dei partiti che più o meno hanno spesso governato insieme. Dall’altra parte dei partiti che ad oggi non formano una coalizione e non possono essere definiti alternativi e di centro sinistra.
Il problema maggiore in questo momento lo ha chi si è sempre identificato tra i moderati e riformisti che guardavano alla sinistra come polo naturale di aggregazione. La nascita del Partito Democratico, circa 20 anni fa, dato dalla fusione tra DS e Margherita, aveva segnato una grande svolta a vocazione maggioritaria dando agli elettori un punto di riferimento di un’area progressista. Dopo vent’anni è cambiato tutto e la situazione internazionale ha contribuito a fare anche un pochino emergere grandi incongruenze.
In questo momento abbiamo un Partito Democratico che oltre a rinnegare i suoi principi basilari è completamente in mano ad una segretaria che di fatto è stata eletta dai grillini e così di conseguenza si comporta. Vedi le Regionali.
Lo scorso anno Schlein ha regalato a Conte la Sardegna. Niente primarie, niente consultazione degli organi preposti, hanno deciso la segretaria e Conte. Agli altri partiti la scelta se seguire o meno. Alcuni partiti come Azione e Italia Viva hanno giustamente e coerentemente declinato l’invito. A distanza di un anno il patto Schlein- Conte continua. Le Marche e la Toscana al Pd e la Campania ai 5Stelle. Ma per fare questo niente primarie di coalizione, niente ascolto dei territori, decidono Conte e Schlein.
Insomma, alle Regionali stiamo assistendo ad uno scenario medievale. Dove il vecchio Vincenzo De Luca, che si ergeva a paladino della moralità in politica, ha rinnegato se stesso per la poltrona a segretario regionale del Pd al figlio e poi altre garanzie su liste e chissà cosa per il prossimo Parlamento.
Se dovessimo allargare il discorso alle politiche internazionali c’è da piangere veramente per chi come me difende le sacre ragioni dell’Ucraina e si è sempre identificato in un campo di centro sinistra oggi è costretto a guardare e ascoltare le false e pretestuose ricostruzioni del duo Conte/Schlein coadiuvati da Fratoianni e Bonelli. E ti trovi a ringraziare che oggi non siano loro al governo.
E per metterci la ciliegina sulla torta D’Alema, quello che ha gioito per la bocciatura del referendum costituzionale del 2016, l’altro giorno era in Cina insieme a Putin e altri dittatori.
Insomma, i moderati e riformisti di centro oggi hanno un grande dramma. Perché le Regionali sono una partita più o meno già orientata ma le prossime Politiche dovranno affrontare argomenti molto più importanti e decisivi per il nostro futuro. E qui il duo Conte/ Schlein darà ancora le proprie carte.
Cosa accadrà da qui alle Politiche difficile saperlo ma in questo quadro attuale non potranno bastare le vecchie tifoserie a prescindere ma ci vorranno seri programmi condivisi che siano conformi ai nostri principi basilari e inalienabili. Perché se la sinistra attuale si troverà dalla parte sbagliata della storia non si potrà pensare che molti moderati e riformisti possano essere loro complici. E se quindi, alla fine oggi ci dovessimo ridomandare “cosa è la destra e cosa è la sinistra” potremmo avere delle risposte completamente inaspettate o semplicemente rivoltate.
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