Campania, inutile parlare di Rinascimento con tutto questo nero: la camorra non spara più perché produce
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Negli ultimi giorni stiamo assistendo in Campania ad una violentissima recrudescenza di roghi dolosi soprattutto di rifiuti e discariche da bonificare (Calabricito, Tufino, ecc). Atti intimidatori da parte di criminali di Terra dei Fuochi che avvengono ogni volta che le azioni di repressione e controllo vengono intensificate e/o coordinate, come sta accadendo con il Commissario Unico, Giuseppe Vadalà. Sono dunque gravissime intimidazioni malavitose nei confronti dello Stato che tenta di contrastarle. E’ pertanto particolarmente “inappropriato” parlare di “Rinascimento” campano se poi questo si fonda su oltre il 50% di attività manifatturiere con lavoro nero.
E’ inappropriato anche parlare di “Terra dei Fuochi” che consiste nello scorretto smaltimento dei rifiuti speciali e non urbani prodotti in regime di evasione fiscale di cui i roghi tossici sono solo una manifestazione locale di specifiche attività manifatturiere in nero: scarpe, borse e vestiti. Questo fenomeno accade in tutta Italia con espressioni differenti nelle varie Regioni ma con impatti sulla salute anche maggiori in diretta correlazione alle maggiori attività industriali (esempio Lombardia).
E’ inappropriato ancora parlare di “guarigione” nel cancro da essa provocato (come a suo tempo sancito dal Prof Veronesi) dal momento che, a seguito di insulti tossici cosi continui, intensi e prolungati nel tempo nei SIN italiani chi si ammala di cancro può al massimo sperare in una cronicizzazione della malattia ad altissimi e ormai non più sostenibili costi a carico del Ssn. Non si potrà mai tornare alla restitutio ad integrum dell’organo colpito per potere parlare appropriatamente di “guarigione”.
Sono ormai vari anni che, grazie a questo umile blog comunque seguito con attenzione da magistratura e inquirenti, abbiamo dimostrato che nel periodo 2009-2019 la Campania ha registrato un incremento di circa il 210% di produzione di rifiuti speciali certificati MUD (cioè dichiarati) passando da 4 milioni di tonnellate nel 2009 ad oltre 8.4 milioni di tonnellate nel 2019, poi arrivate nel 2023 a circa 11 milioni di tonnellate l’anno. Una vera “esplosione” di rifiuti speciali da attività manifatturiere in una Regione il cui asse portante industriale è rappresentato da una miriade di microimprese con non oltre dieci dipendenti (dichiarati) che pertanto non sono neanche obbligati a certificazioni MUD cartacee della propria produzione di rifiuti.
In questi giorni, e con grandissima enfasi, parlando di “Rinascimento economico campano”, sono stati resi noti i dati 2014-2024 dell’incremento dell’e-commerce a livello nazionale che vede “brillare” la Campania con un incremento di ben il 393.5%. Questo parametro può essere considerato un utile indicatore di tutte le attività manifatturiere reali complessive. Leggendo il dato in chiave “Terra dei Fuochi”, possiamo quindi stimare, per avere indicazioni utili a comprendere l’entità del fenomeno “produzione e smaltimento in nero”, il differenziale tra incremento dell’e-commerce su base decennale (2014 vs 2024) = +393% versus l’incremento della produzione di rifiuti industriali dichiarati con MUD cartaceo (2009 vs 2019 ) = +210% quale stima di massima indicativa della quota di produzione manifatturiera in regime di evasione fiscale = +183% in circa gli ultimi dieci anni, specie dopo il Covid, grazie anche ai superbonus edilizi ed ai progetti Pnrr.
Pertanto, se quando denunciai questo fenomeno in Parlamento in data 13 settembre 2013 puntavo ad una evasione media delle attività manifatturiere alla base delle Terre dei Fuochi di circa il 30%, poi corretto nel 2014 e per la Campania dalla DDA (Magistrato Pennisi) in circa il 47%, possiamo ben indicare oggi una stima di sicuro superiore al 50% di tutte le attività manifatturiere in Campania, giunte ormai ad una quantità tale (non inferiore a 2.5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali/anno) assolutamente non in grado di essere efficacemente contrastata con la sola repressione nonostante le eccezionali ed encomiabili attività dei nostri Prefetti, delle nostre Forze dell’Ordine, dei nostri Carabinieri (e Forestali) e anche del nostro Esercito.
Oggi la camorra non spara più: produce e governa, in nero. La microcriminalità diffusissima è lasciata ai più poveri tra gli affiliati che hanno comunque garantito persino avvocato e welfare dalla camorra ormai imprenditrice, costituita da colletti bianchi legali e ricchissimi, e tutti in nero.
Ulteriore conferma? E’ ufficiale anche il dato che Napoli è una citta di mare di circa 950mila cittadini residenti con non più di qualche migliaio di posti barca disponibili, divenuti oggetto di desideri proibiti, specie in questi periodi estivi. Ebbene, soltanto a Napoli sono registrate ben 52mila (!) barche che necessitano di un posto barca ormai introvabile. Sono tutte le migliaia di imprenditori e professionisti in nero che, nel fine settimana, lasciano i propri dipendenti in nero sui lidi sovraffollati e costosissimi, mentre loro vanno a fare un bel bagno rinfrescante nel gioiello della Gaiola di Posillipo ripulita gratis dagli ambientalisti napoletani.
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