Sia a Israele sia all’Iran conviene interrompere le ostilità, ma l’aggressione si è trasformata in disfatta

  • Postato il 24 giugno 2025
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di Cristian Palusci

Alcune riflessioni sugli eventi delle ultime 24 ore.

Il cessate il fuoco tra Iran e Israele promosso da Trump non è sicuramente una soluzione definitiva, ma una semplice tregua nel contesto di una lunga guerra. Tuttavia, le contingenze specifiche fanno sì che a entrambe le parti convenga interrompere le ostilità (per il momento).

L’aggressione unilaterale di Israele del 13 giugno, con massicci attacchi aerei a sorpresa contro infrastrutture nucleari, basi militari e aree residenziali, ha degradato in misura significativa le difese aeree dell’Iran occidentale, consentendo così le penetrazioni degli F35 israeliani nello spazio aereo iraniano. Tuttavia, sappiamo bene che la guerra non si vince solo con la superiorità aerea, ma servono i famosi “boots on the ground”; in tale contesto, Israele non ha le capacità e gli Usa la volontà di impegnarsi in un’invasione di terra.

Ma anche Israele ha tutto l’interesse a interrompere le ostilità. Infatti, sappiamo che gli israeliani (e gli americani) hanno quasi esaurito le loro scorte di missili intercettori Arrow-2 e Arrow-3, THAAD e SM-3 nella regione. Questi missili sono il risultato di ingenti investimenti e della produzione degli ultimi anni e non sono facilmente reperibili. Varie fonti hanno evidenziato come i missili intercettori rimasti a disposizione di Israele siano sufficienti a garantire “protezione” solo per poche settimane. E parliamo di protezione relativa, dato che il tasso di intercettazione è sceso costantemente con il passare dei giorni.

In sintesi, al netto di probabili rotture temporanee della tregua, credo che nel breve periodo la situazione tenderà a normalizzarsi. Tuttavia, le ultime due settimane saranno ricordate come un chiaro inflection point del Medio Oriente. Le campagne di Gaza e del Libano sono state un indiscutibile successo tattico per Israele, dato che hanno indebolito notevolmente le capacità offensive di Hamas e di Hezbollah. Successo dal punto di vista militare, mentre l’indegno massacro di civili ancora in corso nella striscia di Gaza rappresenta senza dubbio un danno reputazionale irreversibile.

Di converso, l’attacco all’Iran si è trasformato in una disfatta strategica. Vediamo insieme i motivi di questa considerazione, che a prima vista può sembrare eccessiva:

– L’aura di supremazia totale e inviolabilità di Israele è stata spazzata via dai missili balistici iraniani, che hanno ridotto alcuni quartieri di Tel Aviv e di altre città in uno stato “simil-Gaza”;

– Gli attacchi israeliani e americani a Fordow e agli altri complessi nucleari hanno prodotto l’unico risultato di rinforzare la volontà dell’Iran di dotarsi di un’arma nucleare in funzione di deterrenza da futuri attacchi;

– È diventato palese a tutti che Israele non ha alcuna possibilità di sconfiggere militarmente l’Iran tramite un attacco con armi convenzionali;

– Almeno per il momento, il piano di Netanyahu volto a trascinare gli Stati Uniti in un conflitto duraturo con l’Iran è miseramente fallito.

Per concludere, speriamo che la diplomazia riesca a fare finalmente il suo corso e che anche lo strazio dei civili di Gaza possa terminare quanto prima. Tuttavia, dopo che negli ultimi 25 anni il diritto internazionale è stato calpestato impunemente da tutti e vista l’assenza di un qualsiasi paese o entità sovranazionale in grado di svolgere il ruolo di arbitro in maniera credibile e imparziale, dubito fortemente che si riuscirà a stabilizzare definitivamente la “polveriera” mediorientale.

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