Predappio svela il suo segreto: la Villa romana che riemerge dal tempo
- Postato il 11 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Predappio si conferma un tesoro nascosto dell’Appennino romagnolo. Una recente campagna di scavi a Fiumana, frazione del comune, ha portato alla luce una Villa romana unica in Italia, risalente al V secolo e legata alla corte imperiale di Ravenna ai tempi di Galla Placidia e dell’imperatore Valentiniano III (425-455).
La scoperta, diretta da Riccardo Villicich, docente di metodologia della ricerca archeologica all’Università di Parma, non solo arricchisce il patrimonio storico-archeologico della Romagna, ma promette anche di diventare un’importante attrazione turistica e culturale per la zona.
La scoperta: un unicum legato alla corte imperiale di Ravenna
Al termine della quarta campagna di scavi, durata 45 giorni e condotta con la partecipazione di 30 studenti universitari e liceali dell’Emilia-Romagna, gli archeologi hanno portato alla luce le grandi terme del V secolo della Villa, lunghe oltre 120 metri. Questi ambienti termali, già di per sé straordinari, poggiano su strutture più antiche, tra cui altre tre terme di epoche diverse, alcune decorate con pavimenti a mosaico.
La portata della scoperta è eccezionale: non esistono in Italia ritrovamenti così estesi e ben conservati di complessi architettonici direttamente collegati alla corte imperiale di Ravenna nel V secolo.
Uno degli elementi più affascinanti è la cosiddetta struttura a “Quadrifoglio di Pietra” – individuata a una distanza di centinaia di metri – una struttura con pianta a quadrifoglio di circa 3.000 metri quadrati la cui funzione resta misteriosa. Secondo Villicich, pur senza certezze, potrebbe trattarsi del mausoleo della Villa, simile a quello di Galla Placidia.
L’imponenza e la vastità del complesso, che si estende per circa 3 ettari, fanno pensare a una residenza estiva di un alto esponente della corte imperiale ravennate, forse addirittura dello stesso Valentiniano III, come suggeriscono le 30 monete dell’imperatore rinvenute sul sito.
I resti e il futuro del sito archeologico
Il sito archeologico di Predappio non è solo un patrimonio di inestimabile valore storico, ma anche un potenziale motore per il turismo culturale della Romagna. Le autorità locali e nazionali – dal Comune di Predappio alla Soprintendenza di Ravenna, fino al Ministero della Cultura – stanno pianificando l’acquisto dei terreni privati, la ricerca di fondi e la creazione di una zona museale aperta al pubblico. L’obiettivo è rendere il sito visitabile, offrendo percorsi guidati che permettano di immergersi nella storia.
L’interesse del pubblico è già altissimo: durante una visita guidata organizzata il primo agosto e condotta dal professor Villicich, centinaia di visitatori hanno potuto ammirare i primi resti emersi dagli scavi intorno alla Ravenna imperiale.
La scoperta si inserisce in un contesto di grande rilievo: nella vicina Galeata, si trova la cosiddetta Villa di Teodorico del VI secolo, testimonianza del legame fra queste colline e il potere imperiale.
Inoltre, Galeata custodisce anche il monastero fondato da Sant’Ellero, figura di spicco del cristianesimo altomedievale, la cui opera si intrecciò con le vicende politiche e religiose dell’epoca. Reperti archeologici e testimonianze di questo periodo sono conservati nel Museo Monsignor Mambrini, arricchendo l’offerta culturale dell’area.
Nei prossimi anni, gli scavi proseguiranno per esplorare l’intera estensione del complesso, in particolare il “Quadrifoglio di Pietra”, la parte residenziale del Palatium e i padiglioni ancora non individuati. Se le aspettative saranno confermate, Predappio potrebbe diventare una nuova tappa imprescindibile per chi vuole scoprire la storia e l’arte dell’Italia tardoantica, in un viaggio che unisce natura, archeologia e il fascino senza tempo della corte imperiale di Ravenna.