Perché credo che la nuova indagine sul delitto di Garlasco possa portare ad esiti molto differenti

  • Postato il 7 ottobre 2025
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La notizia di qualche giorno fa sull’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, è solo l’ultimo colpo di scena di una delle vicende che stanno assumendo tinte sempre più fosche nell’ambito del giallo del delitto di Garlasco. L’ipotesi di reato formulata dalla procura di Brescia nei confronti dell’ex magistrato è gravissima: avrebbe accettato denaro dai familiari di Andrea Sempio per far archiviare nel 2017 la sua posizione nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.

L’ipotesi di corruzione in atti giudiziari si fonda su alcune intercettazioni ambientali che cristallizzano conversazioni tra Andrea Sempio, attualmente indagato in concorso per l’omicidio della 26enne di Garlasco, e i suoi genitori, su un bigliettino trovato durante una perquisizione, su giri di denaro e prelievi sospetti nonché su cospicue somme prestate alla famiglia dell’indagato dalle zie paterne.

In questi giorni si è molto parlato del fantomatico bigliettino, un appunto scritto a mano da Giuseppe Sempio, padre di Andrea, su cui sono riportate le parole ”Venditti” “Gip archivia” e “20-30” con il simbolo dell’euro, un foglietto che risalirebbe al 2016, un anno prima dell’archiviazione. A questo proposito il diretto interessato avrebbe dichiarato ai media che si trattava del costo dei bolli per le attività esperite dalla difesa e che il riferimento fosse realmente a 30 o 20 euro mentre il legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati, ha riferito che si trattava di un preventivo per le spese legali che quindi sarebbero ammontate a 20.000 o 30.000 euro. Bisogna però chiarire che le indagini della Guardia di Finanza hanno appurato che i soldi prestati dalle zie di Andrea Sempio e i contanti prelevati in diverse tranche dall’indagato e da suo padre ammontano in realtà a somme ben più alte che si aggirano intorno ai 43.000 euro.

Se a ciò aggiungiamo l’intercettazione ambientale in cui i genitori dell’indagato si dimostrano preoccupati del fatto che effettuare pagamenti tramite assegni sia un metodo tracciabile e occorra quindi procedere tramite denaro contante per “portare su” la somma da consegnare “a quel signore” è naturale chiedersi per quale motivo un legale o anche più legali avessero l’esigenza di essere retribuiti in maniera non trasparente e chiedessero una cifra così alta per un’attività che di fatto si è limitata alla fase delle indagini preliminari svolte in un breve arco temporale e conclusesi con l’archiviazione chiesta da un procuratore che si era detto pubblicamente fin da subito convinto dell’innocenza di Andrea Sempio.

Forse alcuni ricorderanno quando Mario Venditti davanti alle telecamere della trasmissione “Quarto Grado” ebbe a dichiarare che ci aveva impiegato 21 secondi per decidere di archiviare le indagini su Andrea Sempio e oggi, alla luce dell’ipotesi di corruzione in atti giudiziari a suo carico, quell’esternazione assume contorni del tutto diversi.

Va inoltre evidenziato che seppure Andrea Sempio non era difeso da un unico legale ma da un collegio difensivo formato da tre avvocati, due di loro hanno dichiarato di non aver percepito alcun onorario e l’unico ad ammettere di essere stato retribuito è l’avvocato Massimo Lovati, che però non specifica la somma e non chiarisce il motivo per cui quel denaro gli sarebbe stato consegnato in contanti in diverse tranche, a breve distanza l’una dall’altra.

Ma almeno altri due elementi ci fanno comprendere come la nuova indagine possa portare ad esiti molto differenti da quelli che hanno condotto alla condanna definitiva di Alberto Stasi, che ha già scontato dieci anni di carcere. Il primo riguarda le dimissioni dell’ex generale dei Ris di Parma, Luciano Garofano, che ha deciso di non prestare più la sua opera di consulenza tecnica per divergenze con i legali di Andrea Sempio. Il secondo sono i nuovi rilievi compiuti dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo che avrebbero portato ad un quadro diverso rispetto a quello tracciato nel 2007 all’indomani del delitto. Tutti aspetti che potrebbero portare nuovi elementi sulle modalità con cui è stato compiuto quel tragico omicidio di diciotto anni fa, sull’arma o sulle armi usate e sul numero di persone presenti sulla scena del crimine.

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Il Fatto Quotidiano

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