Niccolò Pasqualetti debutta a Pitti Uomo: ecco chi è la nuova voce della moda italiana genderless
- Postato il 21 giugno 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il nome di Niccolò Pasqualetti continua a risuonare nei contesti più istituzionali del sistema moda italiano, approdando per questa edizione, la numero 108 di Pitti Uomo, a Firenze come Guest Designer. Questo spazio riservato ai visionari e creativi che stanno rivoluzionando il paradigma della moda contemporanea a livello internazionale, riscopre un marchio emergente e toscano, segnale positivo per il panorama attuale dei giovani designer. Il settore, infatti, sembra essersi riappacificato con il concetto stesso di emergente che, per molti anni, ha rappresentato un’etichetta affibbiata a fatica a designer dall’esperienza elevata e a marchi con diversi anni di attività per creare un distinguo con i grossi brand del lusso.
“È stato facile lasciarsi coinvolgere dal suo linguaggio riconoscibile e dalla ricca e stratificata complessità dei suoi riferimenti e messaggi, tutti risolti e riuniti da scelte di design ponderate, evidenti in ogni singolo pezzo. Siamo entusiasti di celebrare a Firenze il talento fresco e inarrestabile di un vero toscano, che fonde raffinatezza estetica e libertà espressiva. Non vediamo l’ora di scoprire l’esperienza che ha immaginato per Pitti Uomo e il suo pubblico. Siamo certi che sarà piena di emozioni e di sorprese”, questo il commento di Francesca Tacconi, Coordinatore Eventi Speciali di Pitti Immagine, all’annuncio della collaborazione con il designer.
Chi è
Niccolò Pasqualetti, classe ‘94, porta con determinazione la sua personalissima visione anche a Pitti Uomo 108 con Maggio Fiorentino, la collezione per la Primavera Estate 2026. La scultoreità delle creazioni, tra accessori e design di alcuni capi, si intreccia alla morbidezza di altre linee in un’ibridazione che raramente lascia spazio a paragoni con forme note. L’utilizzo del passato e delle sagome più tradizionali dell’abbigliamento maschile è il pretesto, privo di nostalgia, per ricostruire nuove forme di significato capaci di indagare l’identità personale prima del menswear. Il classico è influenzato dal layering, gonne sartoriali vengono giustapposte a body attillatissimi, quella che sembra essere la metà di una giacca diviene specularmente una canotta a spalla larga o parte di un gilet. Ogni pezzo è pensato per abbracciare e avvolgere il corpo che veste, scaturendo in una mascolinità che si discosta dai classici canoni. Quella che all’apparenza è una sfilata co-ed (che vede collezioni donna e uomo sfilare sulla stessa passerella) vuole, invece, ridefinire il concetto di menswear rispetto a un’ideologia a-gender che il designer ha fatto propria fin dagli esordi.
“Significa molto essere invitato a sfilare a questa stagione di Pitti Immagine Uomo, che per me è sempre stato sinonimo di rigore nella realizzazione e nel significato degli abiti. Essendo vicino a Firenze, sono particolarmente grato per questa opportunità di tornare a presentare il mio lavoro qui. I codici dell’abbigliamento maschile hanno sempre informato il mio desiderio di precisione, di dettagli espressivi e di una certa libertà nel vestire. Sono desideroso di evolvere questi codici pur rimanendovi fedele”, ha dichiarato Niccolò Pasqualetti all’annuncio della sua sfilata per l’edizione 108 di Pitti Uomo.
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La teoria dei contrasti di Niccolò Pasqualetti
Il marchio omonimo Niccolò Pasqualetti nasce nel 2021, in un momento in cui la forzata riconnessione con le sue radici, a causa della pandemia, diviene perno per la riscoperta della tradizione dell’artigianalità toscana. A fianco a questa ricerca, in un continuo gioco di contrasti che ancora caratterizza l’estetica di Pasqualetti, avviene un costante ripensamento dei codici stilistici e di genere nell’ottica di un dialogo concreto con il contemporaneo. Il convenzionale viene quindi accantonato per dare vita a una serie di scelte e accostamenti capaci di reinventare le regole di quello che è il sistema più tradizionale italiano. “La fluidità della pietra e la sensualità dell’acqua”, è questa la filosofia che guida il designer attraverso questa costante ricerca. Nella collezione Primavera Estate 2026 Pasqualetti affianca e fa collidere il tailoring con dei pezzi sostanziali degli abiti pensati per il lavoro e ancora accenni al mondo sportivo e uniformi militari. Anche l’incontro tra materiali avviene più istintivamente che secondo una logica definita, la pelle scamosciata, per esempio, viene lavorata e tagliata al laser per creare l’impressione di un effetto camoufflage. Pasqualetti, complici anche i suoi primi passi compiuti nel settore dei gioielli, si permette di affiancare texture insolite, materiali con proprietà antitetiche che fanno del contrasto il fulcro dal quale partire per interrogarsi sull’essere.
La definizione identitaria oltre il concetto di menswear
Il genere è una definizione oltrepassata dall’ideazione di capi che si adattano alle differenti forme, vestendole, adornandole, nella concezione di un unicum che renda fruibile all’altro l’accesso alla persona oltre ogni costrizione che la definisca, attraverso un’immagine. Così come accade per i capi portati in passerella, l’idea di Pasqualetti valica la binarietà di genere per approdare in una terra di mezzo capace di inglobare contraddizioni e scontri tipici della ricerca identitaria personale. Come gli individui, anche gli abiti appaiono in questa collezione difficilmente classificabili rispetto alle categorie merceologiche riconosciute nel sistema moda: i pantaloni si svasano come le gonne e le camicie dal taglio sartoriale incontrano i drappeggi. Nulla è definito, tutto si modula rispetto alla realtà e al corpo che riflette, svelando le identità multiple che ogni persona può infinitamente contenere al proprio interno.
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