Maxi investimento pubblico al Waterfront di Levante: i genovesi si chiedono che vantaggi abbiano ricavato
- Postato il 11 maggio 2025
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di Pietro Spotorno*
Tra annunci elettorali, nastri tagliati e centinaia di milioni di euro pubblici, non è stato facile in questi anni capire cosa accadesse nei cantieri del Waterfront di Genova. Dietro l’afflusso di fondi pubblici e investimenti privati, Genova attende di capire cosa le è rimasto davvero.
Andiamo con ordine: nel 2017 Renzo Piano regalò alla città il progetto del Waterfront di Levante per riqualificare l’area dell’ex Fiera. L’ente pubblico avrebbe demolito gli edifici esistenti, scavato un canale navigabile e realizzato un parco. Gli interventi privati invece comprendevano la costruzione di due palazzine di lusso e la ristrutturazione del Palasport integrandolo con un centro commerciale e un parcheggio.
In accordo con il Comune, la holding Cds iniziò ad acquisire il Palasport e le aree edificabili. L’arena sportiva in stato di abbandono fu venduta dall’ente pubblico a Cds per 14,25 milioni. La società proprietaria (o l’eventuale gestore), autorizzata a realizzare aree commerciali all’interno dell’edificio, avrebbe potuto ricavarne i profitti a condizione che si occupasse della ristrutturazione, sostenesse i costi di gestione e garantisse l’accesso pubblico dell’impianto sportivo.
Qualche anno più tardi il Comune, temendo “possibili contenziosi” con la holding e conseguenti “stop o ritardi nei lavori” dovuti a “extracosti sopraggiunti”, decise di ricomprare l’arena sportiva lasciando al privato le strutture commerciali. Il prezzo di acquisto per la nuova struttura dimezzata (i posti a sedere sono passati da 15mila a 5mila) fu di 23 milioni, ovvero 8,75 milioni in più rispetto a quanto era stato venduto. Di fatto per motivi contrattuali venne meno l’onere pubblico che Cds Holding aveva garantito in cambio degli spazi commerciali.
Oltre al Palasport, tra gli edifici più iconici del nuovo Waterfront spiccano le due palazzine di lusso circondate da un canale navigabile. L’ente pubblico si è fatto carico dei costi di demolizione degli edifici esistenti e dello scavo del canale; Cds Holding si è occupata della costruzione di una banchina ad accesso pubblico e delle due palazzine che avrebbe poi messo sul mercato a prezzi stellari, in alcuni casi superando gli 8mila euro a mq.
Le risorse pubbliche per la realizzazione del canale arrivarono dagli stanziamenti straordinari del Fesr all’interno del piano React-Eu. Questi finanziamenti europei erano destinati a rafforzare la sanità, le Pmi, i servizi pubblici, la transizione verde e digitale e a supportare i territori più colpiti dalla crisi Covid-19. Grazie a questo piano europeo d’emergenza, il Comune di Genova ricevette quasi 82 milioni di euro. Nel 2022 l’ente pubblico ufficializzò la destinazione di 25 milioni del Fesr alla costruzione dei due canali navigabili. La spesa venne classificata sotto la voce “Ambiente”. Gli altri investimenti finanziati dal Fesr sotto l’etichetta “Ambiente” in città sono stati una ventina, tutti dedicati alla cura dei fiumi, alla manutenzione delle aree franose, alla sicurezza marina e alla raccolta dei rifiuti per un totale di 35,7 milioni. Il costo finale dei canali alla fine sarà di 26 milioni di euro, a cui si aggiungono 43 milioni provenienti dal Fsc per demolire gli edifici esistenti e preparare le aree a nuove costruzioni.
Il bilancio finale del Waterfront viene stimato in 350 milioni di euro, di cui 240 privati e 110 pubblici. Da questo progetto il soggetto pubblico ottiene: una struttura sportiva ristrutturata ma dimezzata, costata 8,7 milioni in più e con l’onere delle spese di gestione; un canale navigabile con banchine ad accesso pubblico; un nuovo parco urbano. Cds Holding invece si assicura: gli esercizi commerciali (121 negozi di cui 19 ristoranti) del Palasport senza i costi di gestione dell’arena pubblica e due palazzine private con 240 appartamenti di lusso all’interno di un quartiere-isola avanguardistico.
La società di Spinelli ha già acquistato una decina di alloggi, mentre il resto dei genovesi, non avendo le disponibilità economiche per comprarsi casa al Waterfront, si chiede che vantaggio proporzionato abbiano tratto i residenti da questo maxi-investimento pubblico. È una domanda che ci siamo posti spesso, ogni volta che in questi anni il Comune di Genova ha fatto concessioni a soggetti privati in cambio della promessa di un ritorno pubblico.
Delle due l’una: o c’è stata incompetenza tra gli amministratori comunali nel difendere l’interesse pubblico, o sono state prese consapevolmente delle scelte negli interessi di pochi.
*Vicepresidente di WikiMafia
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