“X Factor? Mi hanno pagato un sacco per essere lo str**zo che sono. Mi prendo un anno sabbatico per diventare un mostro a ping pong”: così Manuel Agnelli

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Trending News
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Manuel Agnelli ha presentato nel suo locale Germi il nuovo libro “Afterhours, Ballate per piccole iene 2025” (Rizzoli) e ha annunciato, scherzando ma non troppo, di volersi concedere “un anno sabbatico per vivere, me lo sono guadagnato e voglio godermi ciò che ho: viaggiare e non per un tour, leggere, stare con mia figlia e diventare un mostro a ping pong” .

“Voglio usare le cose che ho e non essere condizionato da occasioni irrinunciabili. – ha spiegato – Negli ultimi anni ho avuto una crescita professionale pazzesca, sono un privilegiato, ho fatto ciò che volevo ma non voglio diventare schiavo di me stesso o della mia figura, la rinuncia a X Factor è stata una prova notevole, che ho fatto per godermi il teatro e il tour. Ho detto no a una cosa molto grande, ma è stato un atto di lucidità e determinazione“.

E ancora: “X Factor mi ha messo in mezzo alla gente ed è stato bellissimo. Il palco mi ha permesso di essere me stesso, mi hanno pagato un sacco per essere lo stronzo che sono, la mia identità è stata accettata anche da un pubblico generico, sono riuscito a stare in mezzo alla gente rimanendo me stesso fin in fondo. La musica va portata dappertutto perché per farla ci vogliono i mezzi che sono necessari. La scena alternativa è morta perché si è ghettizzata“.

Poi il ritorno assieme degli Afterhours dopo sette anni: “Volevo fosse l’occasione per riallacciare i rapporti, con alcuni non suonavo da 20 anni. Quando l’ho proposto, ho visto la voglia di avere la possibilità artistica e umana di risolvere alcune cose mai risolte completamente. Quando abbiamo provato per la prima volta abbiamo affittato la sala nel posto che avevamo lasciato e che ci ha visti crescere negli anni 90, è stato magico tornare al Jungle Sound. Di lì poi l’idea di farne anche un libro fotografico: è un libro per i fan e per chi vuole capire cos’è un concerto rock e non uno spettacolo con ballerine, autotune e fuochi artificiali”.

A fine concerto “nessun inchino perché non abbiamo mai recitato, ma un abbraccio come momento di grande complicità prima di ringraziare un pubblico che non è quello degli anni Novanta, perché non c’è più solo la nostra generazione, ma tre diverse”.

L'articolo “X Factor? Mi hanno pagato un sacco per essere lo str**zo che sono. Mi prendo un anno sabbatico per diventare un mostro a ping pong”: così Manuel Agnelli proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti