Skipper drogato e ubriaco uccide la manager di Harry Potter durante una gita in barca in Costiera Amalfitana: condannato a 4 anni e 9 mesi

  • Postato il 21 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ha chiesto e ottenuto il patteggiamento. Si chiude così, con una condanna a quattro anni e nove mesi di reclusione, la vicenda penale di Elio Persico, lo skipper 32enne che nell’estate del 2023 era alla guida del gozzo che si scontrò con il veliero Tortuga al largo del Fiordo di Furore. Nell’incidente perse la vita Adrienne Vaughan, 45 anni, la CEO statunitense della casa editrice di Harry Potter, Bloomsbury. Il patteggiamento è stato concesso nonostante le gravi accuse a carico dell’imputato: secondo la ricostruzione dei fatti, al momento dell’incidente Persico era sotto effetto di alcol e cocaina.

Il tragico scontro si verificò il 3 agosto 2023, mentre la manager statunitense era in Costiera Amalfitana per un periodo di vacanza. L’urto tra il gozzo Saint Tropez (guidato da Persico) e il veliero Tortuga fu violento. Adrienne Vaughan fu sbalzata in acqua e travolta dall’elica dell’imbarcazione. La condanna di Persico, che per anni aveva lavorato come skipper tra i celebri fiordi campani, non chiude però il fascicolo giudiziario. Dalla prima inchiesta sono nate due tranche secondarie che puntano a far luce su chi, e in che modo, avesse consentito a Persico di essere in servizio, e se l’intera scena del naufragio sia stata alterata. Come riporta il Corriere della Sera, nei prossimi mesi saranno in aula Enrico Staiano e Rosa Caputo, soci titolari della società di noleggio dell’imbarcazione, la Daily Luxury Boat srl.

Secondo gli inquirenti, i due avrebbero tentato di alterare la scena dell’incidente. L’accusa è grave: avrebbero fatto recuperare in mare un timone che, in realtà, l’imbarcazione non possedeva nemmeno al momento dell’incidente. L’obiettivo, per la Procura, era far credere che la barca fosse “perfettamente manutenuta e in grado di essere noleggiata”, nascondendo lo stato di precarietà e di mancata manutenzione. Un secondo, delicato filone d’inchiesta riguarda invece chi ha dato l’incarico a Persico. Gli inquirenti stanno verificando chi avesse affidato la guida del Saint Tropez a Persico, che già cinque anni fa era stato condannato per guida in stato di ebbrezza e risultava assunto dall’azienda di noleggio non come comandante, ma come semplice “assistente clienti”.

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Il Fatto Quotidiano

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