“Voglio dimostrare che la disabilità non è un limite”: Michael Benthuas sarà la prima astronauta ad andare nello Spazio in sedia a rotelle
- Postato il 6 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Michaela Benthaus, ingegnera dell’Agenzia spaziale europea (Esa) di 33 anni, sarà la prima astronauta nello spazio in sedia a rotelle. Parteciperà a una missione suborbitale a bordo del razzo New Shepard di Blue Origin, l’azienda fondata da Jeff Bezos. La data del lancio non è ancora stata resa nota: “Sarà Blue Origin ad annunciarlo ufficialmente”, ha dichiarato oggi Benthaus al Corriere della Sera. L’ingegnera ha subito un incidente il 30 settembre 2018 durante una discesa in mountain bike: “All’inizio è stato devastante. Ma ho deciso di non definirmi attraverso ciò che avevo perso“.
Dopo la laurea in meccatronica e un master in ingegneria aerospaziale, Michaela è entrata all’Esa, dove lavora sugli esperimenti di radio-occultazioni marziane. “Fin da bambina mi affascinavano il volo e le stelle. Ho sempre amato la scienza e la sensazione di libertà. Dopo l’incidente ho capito che, anche se il mio corpo era cambiato, potevo comunque contribuire all’esplorazione spaziale”.
Nel 2022 ha sperimentato la microgravità durante un volo parabolico: “Durante un volo parabolico si vivono circa venti secondi di assenza di peso a ogni parabola: è una sensazione indescrivibile. Dato che non posso usare le gambe, abbiamo creato un sistema di ancoraggio con cinghie e velcro per tenermi stabile. Ha funzionato. In quel momento ho capito che lo spazio poteva davvero aprirsi a tutti”. Nel 2024 ha partecipato a una missione analogica sulla Terra alla base Lunares, in Polonia: “Era alla base Lunares, in Polonia: due settimane senza finestre né luce naturale, solo comunicazioni via email. Simulavamo la vita su Marte”.
Benthaus ha spiegato: “Una conquista collettiva. Le difficoltà ci sono — come l’ingresso e l’uscita dalla capsula o le procedure di emergenza — ma sono superabili. La sfida più grande è cambiare la mentalità: dimostrare che la disabilità non è un limite. Lo spazio deve essere per tutti”. L’Esa ha avviato un programma per astronauti disabili, ispirato anche al caso di John McFall: “Credo che il settore commerciale accelererà ulteriormente sull’inclusione”. Infine, l’astronauta tedesca ha sottolineato: “Andare nello spazio è un privilegio, per chiunque. Non bisogna mai smettere di sognare, ma nemmeno dare nulla per scontato. Sono la prima, ma non intendo essere l’ultima”.
Fonte: Corriere della Sera
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