VIII edizione Sguardi a Sud: al Teatro Comunale di Mendicino, va in scena “L’Italia s’è desta”
- Postato il 20 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
VIII edizione Sguardi a Sud: al Teatro Comunale di Mendicino, va in scena “L’Italia s’è desta”

VIII edizione Sguardi a Sud: al Teatro Comunale di Mendicino, il 23 novembre (ore 18) andrà in scena lo spettacolo “L’Italia s’è desta. Un piccolo [falso] mistero italiano” della Compagnia Ragli.
MENDICINO (COSENZA) – L’VIII edizione di “Sguardi a Sud – Suoni e visioni del presente 2025”, ideata e promossa dalla Compagnia Porta Cenere con la direzione artistica di Mario Massaro, ha preso il via il 14 novembre e proseguirà fino al 14 dicembre al Teatro Comunale di Mendicino, confermandosi come luogo d’incontro tra memoria e futuro, emozione e pensiero critico.
Dopo i primi due concerti inaugurali, che hanno già portato sul palco artisti di rilievo internazionale, la rassegna – sostenuta dalla Fondazione Carical con il patrocinio del Comune di Mendicino – entra ora nel vivo della programmazione di teatro di prosa, che si aprirà il 23 novembre alle ore 18 con lo spettacolo “L’Italia s’è desta. Un piccolo [falso] mistero italiano” della Compagnia Ragli. In scena Dalila Cozzolino, con testo, luci e regia di Rosario Mastrota.
Sguardi a Sud: al Teatro Comunale di Mendicino, va in scena “L’Italia s’è desta”
Protagonista è Carletta, la “scema del paese”, una figura fragile e visionaria che assiste a un evento tanto improbabile quanto dirompente: il rapimento, ad opera della ’ndrangheta, del pullman della Nazionale italiana di calcio a due mesi dai Mondiali. Una notizia-bomba che esplode sui media. Esercito, politica, giornalisti: tutti accorrono, travolti dall’ossessione della notizia generando un assalto cieco e famelico alla verità. Ma la verità – quella fragile e scomoda – sta sulle labbra di Carla, l’unica testimone.
Il monologo, osserva Mastrota, gioca sul cortocircuito tra vero e falso, sull’invenzione plausibile che mette a nudo la faciloneria di un’Italia “credulona”, divorata dai media e dalle loro distorsioni: un meccanismo che richiama i casi reali di cronaca spettacolarizzata. Il riferimento corre alle grandi narrazioni mediatiche italiane – da Cogne a Garlasco, da Sara Scazzi al caso Costa Concordia – e a una collettività che spesso preferisce il clamore alla verità. “L’Italia s’è desta” ha all’attivo oltre 185 repliche in Italia e negli Stati Uniti: uno spettacolo che continua a parlare a pubblici diversi, proprio grazie all’uso di un elemento universale – il calcio – come grimaldello emotivo ed educativo. L’“Italietta credulona”, come la definisce il regista, diventa così un teatro di specchi in cui il pubblico riconosce debolezze, storture e ingenuità collettive.
Una voce senza filtri
«Carletta incarna una voce senza filtri – racconta l’interprete Dalila Cozzolino –. Forse devi essere un po’ folle per parlare di ’ndrangheta con naturalezza. La nostra compagnia esiste dal 2010, ha sede a Roma ma con una forte impronta calabrese. Abbiamo sempre cercato di portare in scena la nostra terra, smitizzando ciò che spesso viene raccontato con retorica». Per l’attrice, il debutto a Mendicino è un ritorno a casa: «Sono cresciuta con Porta Cenere. Natale Filice è stato il mio primo maestro di teatro, con loro ho debuttato ne “La Serva padrona”. Ricevere la telefonata di Mario Massaro mi ha profondamente emozionata».
Lo spettacolo
«Lo spettacolo nasce nel 2013 – spiega l’autore e regista Rosario Mastrota – in un periodo in cui la malavita era raccontata soprattutto dal punto di vista dei boss, esaltati dalle serie televisive. Noi abbiamo scelto l’opposto: far diventare protagonisti coloro che la ’ndrangheta la subiscono». Ne emerge la figura di un’anti-eroina mite, buona, dotata di una “bella follia”, unica testimone di un evento criminale immaginario ma credibile. «Torno con piacere a Mendicino – aggiunge Mastrota –. Qui ho mosso i primi passi della mia infanzia teatrale calabrese. Ho iniziato con Scena Verticale. Ci piacerebbe dedicare la replica a Renato Costabile, una delle prime persone che ha creduto nel nostro percorso».
VIII edizione Sguardi a Sud: focus
Mario Massaro, direttore artistico di Sguardi a Sud, definisce la rassegna come «un luogo di riflessione e incontro. Dedichiamo l’intera stagione a un grande maestro come Renato Costabile, custode di memoria e ispirazione per le nuove generazioni». Con queste parole, Massaro restituisce la filosofia che anima la kermesse fin dalla sua nascita: trasformare il teatro, la musica e la letteratura in strumenti per osservare il mondo contemporaneo, generando emozione ma anche pensiero critico. Ogni edizione della rassegna è un’opportunità per creare un ponte tra il territorio e le grandi narrazioni, tra storie locali e temi universali.
L’apertura alla Compagnia Ragli e al personaggio di Carletta ne è un esempio emblematico: un monologo che solleva domande sulla percezione della realtà, sul ruolo dei media e sulla capacità del pubblico di distinguere verità e mito. «Accogliere la Compagnia Ragli e il personaggio di Carletta significa celebrare il coraggio di chi osa osservare la realtà con ironia e profondità. È una grande gioia ritrovare Dalila al Teatro Comunale di Mendicino, dopo aver condiviso con lei i primi passi del suo percorso artistico. Sono profondamente grato che abbiano accolto il nostro invito, portando sul palco una voce capace di emozionare e far riflettere», conclude il direttore artistico. Con l’apertura della stagione di prosa, Sguardi a Sud conferma il suo ruolo di osservatorio sensibile del presente: una rassegna che costruisce ponti, custodisce memorie, innesta nuove visioni nel tessuto culturale del territorio.
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VIII edizione Sguardi a Sud: al Teatro Comunale di Mendicino, va in scena “L’Italia s’è desta”