“Vieni con me in bagno che ti asciugo i capelli”: il mio incontro con Ornella Vanoni che si tramutò in colpo di fulmine

  • Postato il 24 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Chi mi conosce, tra amici e colleghi, sa che non racconto mai dei miei incontri con gli artisti, specie quando poi inevitabilmente sfociano nel privato. I ricordi rimangono nel mio cuore. Passano gli anni e anche i certi aneddoti si affievoliscono, ma le sensazioni positive rimangono sempre. Stamattina mia madre mi ha detto “ricordi quando Ornella ti asciugò i capelli?”. E all’improvviso è tornato tutto vivido nella memoria: chissà perché lo avevo archiviato?

Andiamo con ordine: il mio primo “incontro” con la grande artista è stato telefonico, avevo solo 24 anni (oggi ne ho 48), neo laureato e praticante in un grande sito. Di quella telefonata ricordo un po’ l’emozione da parte mia, ma dall’altra parte del telefono c’era Ornella, disponibile, sintetica ma dolce. Ero incredulo, avevo parlato con l’artista che ascoltavo da piccolo con mia madre, che metteva in macchina tutte le sue cassette, mentre a casa avevamo tutti i suoi vinili.

La seconda volta, invece, risale ai miei 30 anni nella sua vecchia casa, quella meravigliosa in Largo Treves, in centro a Milano. Quel giorno pioveva, al solito avevo dimenticato il mio ombrello, e decisamente bagnato ho citofonato al campanello. La porta si è aperta e dietro la sua donna di servizio, c’era lei che ha spalancato la bocca dicendomi: “Ma sei tutto bagnato! Vieni in bagno che ti asciugo i capelli”. Io ho insistito per evitare soprattutto perché non volevo disturbare la grande signora della musica italiana. Niente, non ne ha voluto sapere. Così mi sono ritrovato con Ornella che mi passava l’asciugacapelli e mi chiedeva: “Come stai ora? Spero non ti venga un accidente”.

Poi l’intervista sul suo divano nel meraviglioso salotto con le finestre enormi stile liberty. Lei a piedi scalzi accovacciata al mio fianco, d’un tratto ha esclamato: “Sei triste, cosa ti è accaduto?”. E io ho risposto che avevo da poco terminato una relazione di tre anni. Lei sorridendo ha risposto: “Eh sai quanti ne verranno dopo? Uhhhhhh”. Abbiamo riso di gusto entrambi e da quella casa meravigliosa sono uscito col cuore più leggero.

Nell’aprile 2024 sono stato tra i fortunati ad assistere al suo intenso concerto al Teatro degli Arcimboldi, ne ho scritto una recensione su FqMagazine del Fatto Quotidiano che titolava Per fortuna che ci sei Ornella Vanoni!. Il pomeriggio successivo ho ricevuto una telefonata da un numero non registrato nella rubrica: “Ciao sono Ornella!”. Non volevo credere alle mie orecchie. “Signora Vanoni, che piacere sentirla!”, “Volevo ringraziarti per le belle parole del tuo articolo, sono davvero felice che ti sia piaciuto il mio concerto”. Un breve scambio inaspettato che è stato un regalo assolutamente venuto dal cielo.

Poi l’ultimo incontro risale, sempre nel 2024, ad una affollata presentazione stampa per il suo ultimo album Diverse, sei mesi dopo quella telefonata. Mentre tutti sono corsi verso di lei appena entrata elegantissima e bellissima, io l’ho osservata da lontano con timore reverenziale e grande rispetto. Quasi avendo paura di sfiorarla. Era felice, sorridente, accogliente. Di lei mi rimarrà tutto questo e quel colpo di fulmine nel suo bagno, mai dichiarato. Una donna unica.

Meno male che ci sei stata e che ci sarai per sempre, Ornella!

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Il Fatto Quotidiano

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