Viaggio a Clervaux, il paese che sembra uscito da una fiaba e che (invece) esiste davvero
- Postato il 24 novembre 2025
- Borghi
- Di SiViaggia.it
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Un primo sguardo a Clervaux basta per capire che qui tutto si muove con un ritmo diverso. La Valle del Clerve incornicia il paese con rilievi morbidi e boschi che seguono il pendio, mentre le case si distribuiscono con una logica che non ha nulla di artificiale. È un insieme che mette a proprio agio fin dal primo momento: non perché cerchi di stupire, ma perché mantiene una misura vicina alle persone.
Il Lussemburgo viene spesso immaginato come un luogo secondario rispetto ai suoi vicini più grandi. Eppure Clervaux smentisce subito questa idea. La sua scala raccolta, unita alla cura evidente dei dettagli urbani e del paesaggio, mostra quanto la percezione comune sia superficiale: qui è facile comprendere che la qualità non dipende dalle dimensioni, e che un piccolo centro può raccontare molto più di quanto ci si aspetti.
Proprio questa attenzione al contesto spiega anche come la memoria della Battaglia di Clervaux, combattuta dal 16 al 18 dicembre 1944 durante l’offensiva delle Ardenne, riesca a convivere con un presente orientato alla qualità della vita. La località ha fatto proprio lo spirito del movimento Cittaslow, che qui ha trovato terreno fertile grazie a un ritmo misurato e a un legame autentico con il territorio.
Cosa vedere a Clervaux
Come accennato, Clervaux presenta dimensioni ridotte, ma alla stesso tempo una forza tangibile: è un vero e proprio concentrato di elementi storici e culturali capaci di riempire un’intera giornata. L’idea di fiaba reale, infatti, trova riscontro proprio in questo equilibrio tra autenticità e suggestione architettonica.

Il castello del XII secolo e l’eredità visiva di Steichen
Il Castello di Clervaux domina la valle dalla cima di uno sperone roccioso, imponendo subito la sua presenza. Le prime pietre risalgono al XII secolo, ma le ali e le torri attualmente ben visibili narrano secoli di modifiche e ampliamenti. Entrando nel cortile, si avverte in maniera naturale la fatica di chi, dopo la distruzione del 17 dicembre 1944, ha restituito dignità a queste mura carbonizzate.
Tra le stanze si trova oggi la celebre esposizione fotografica “The Family of Man”. Curata nel 1955 da Edward Steichen, l’autore lussemburghese diventato curatore del MoMA di New York, raccoglie 503 immagini scattate da 273 fotografi provenienti da 68 Paesi. La mostra fu pensata per raccontare l’umanità nelle sue mille sfaccettature, dalla gioia alla fatica quotidiana, e adesso, esposta esattamente come all’epoca, conserva intatta la sua forza emotiva. Nonostante siano passati decenni, la sequenza rimane un ritratto universale di emozioni condivise, al punto che nel 2003 l’Unesco ne ha riconosciuto il valore storico e culturale, inserendola nel registro Memory of the World.
Accanto a questa raccolta, il maniero ospita il Museo della Battaglia delle Ardenne. Qui gli oggetti raccontano storie precise: uniformi logore dal freddo e dal fango, elmetti con i segni dei combattimenti, documenti originali e lettere dei soldati, mappe ingiallite che tracciano gli spostamenti dei battaglioni nel dicembre del 1944. All’esterno, il visitatore può osservare un carro armato Sherman e un cannone anticarro tedesco da 88 millimetri, testimoni materiali di giorni in cui la valle era teatro di gelo, paura e resistenza.
La chiesa dei Santi Cosma e Damiano e l’abbazia
La chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano si erge al centro di Clervaux dal 1910 e le due torri, che si alzano sopra l’abitato, ne segnano il passo del tempo e il carattere. Le linee richiamano il romanico renano e le mura, costruite con la pietra tipica dell’Éislek, trasmettono una solidità che rassicura. All’interno, i mosaici di Lambert Piedboeuf disegnano spazi armoniosi e luminosi, dando vita a un’atmosfera raccolta, semplice ma intensa. Le vetrate, ricreate dopo la guerra da Gustave Zanter, filtrano la luce con delicatezza e diffondono colori caldi sulle pareti.
A pochi passi, sull’altura che guarda il villaggio, trova spazio l’abbazia benedettina di San Maurizio, inaugurata anch’essa nel 1910. L’edificio è stato progettato dall’architetto Johann Franz Klomp e presenta un’impronta neo-romantica e armoniosa, con tetti rossi e volumi regolari che dialogano con il paesaggio circostante. Alle 10 del mattino, la messa scandita dai canti gregoriani trasforma la navata in un luogo sospeso nel tempo. Le voci dei monaci risuonano con precisione, rimbalzano sulle volte e avvolgono chi siede in silenzio, consentendo di vivere un’esperienza che molti visitatori ricordano come uno dei momenti più intensi della loro visita.
La cappella di Loretto
A comparire quasi come uno scrigno silenzioso è la cappella barocca di Loretto, nascosta tra boschi e pendii. L’esterno sobrio lascia intuire la ricchezza degli interni: stucchi finemente modellati, decorazioni minuziose e dettagli dorati mostrano una cura che cattura lo sguardo. Il luogo trasmette calma e invita a rallentare il passo, a osservare ogni angolo con attenzione.
Ogni primo lunedì del mese, tra le 14.30 e le 16, è possibile partecipare a visite guidate che partono dal Tourist Center, che accompagnano i visitatori lungo un percorso che attraversa la storia spirituale del territorio, passando per la Roccia di Sant’Hubert, l’Eremo e altri luoghi religiosi minori.
Percorsi nella natura
L’Éislek Pad Clervaux è un itinerario escursionistico lungo 13 chilometri. La distanza aiuta a scoprire i principali punti panoramici dell’area e ad attraversare foreste che alternano abeti a latifoglie. Un altro tracciato segue l’antico parco faunistico dei Conti di Clervaux. La lunghezza, in questo caso, è di 3 chilometri. Sono presenti, tra le altre cose, pannelli informativi che spiegano la storia dello spazio che un tempo ospitava animali destinati alla caccia aristocratica.
Come arrivare
Raggiungere Clervaux è semplice grazie alla rete ferroviaria lussemburghese. La stazione locale collega direttamente la Capitale e la città belga di Liegi. Dal 2020 i trasporti pubblici sono gratuiti su treni, autobus e tram, esclusi alcuni servizi di prima classe. Questa politica favorisce un tipo di viaggio leggero e pratico.
L’auto resta un’opzione, soprattutto per chi desidera esplorare frazioni e villaggi vicini, tra cui Drauffelt, Heinerscheid, Marnach e Urspelt. La qualità delle strade e la segnaletica semplificano gli spostamenti.
Clervaux appartiene a quella categoria di luoghi che restano impressi senza cercare attenzione. Il castello, le chiese, l’abbazia, i percorsi nella natura e la mostra di Steichen formano un insieme coerente, capace di trasformare una giornata in un’esperienza ricca di sfumature: la fiaba esiste davvero e si manifesta in dettagli concreti, visibili e tangibili.