Vertenza Abramo, «Attenzione al futuro»

  • Postato il 16 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Vertenza Abramo, «Attenzione al futuro»

Vertenza Abramo, «Attenzione al futuro», la lettera di Gianni Angotti (Confial) al presidente Roberto Occhiuto. Il ruolo della Regione nel salvataggio dei posti e il nodo dei contratti in scadenza nel 2026.


CROTONE – Una lettera aperta che unisce gratitudine sincera con  richiamo a non abbassare l’attenzione sul futuro. È quella che Gianni Angotti, rappresentante sindacale Confial – Comunicazione Crotone, ha indirizzato al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a quasi un anno dalla svolta che ha permesso di salvare la vertenza Abramo e di ridare respiro a centinaia di famiglie calabresi.

UN ANNO DALLA SVOLTA: IL SALVATAGGIO DELLA VERTENZA ABRAMO

«È passato quasi un anno  – scrive Angotti – da quando la vicenda Abramo ha trovato una strada di salvezza. Un anno che, per circa mille famiglie calabresi, ha significato tornare finalmente a respirare». Ricorda come, a fine dicembre scorso, i dipendenti Abramo abbiano sottoscritto il contratto con Konecta e come, nei mesi successivi, anche i lavoratori Lap, inizialmente rimasti fuori, siano rientrati, a maggio, con un contratto part-time al 50% e a tempo determinato. «Non identico per tutti, è vero – ammette – ma è stata comunque una seconda possibilità. Ed è proprio di questo che vogliamo parlare: di una seconda possibilità. Quella che Lei, Presidente, ha reso concreta».

IL MODELLO DI CONCERTAZIONE E IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

Il sindacalista, inoltre,  sottolinea che  «in un tempo segnato da passerelle, dichiarazioni ad effetto e meriti spesso rivendicati da chi arriva solo quando c’è consenso da raccogliere, Lei c’è stato davvero». E aggiunge che, accanto al presidente, ci sono state «rarissime figure sindacali» che hanno scelto «la strada più difficile: quella della lotta responsabile, della resilienza, del confronto continuo e della ricerca di soluzioni all’interno delle istituzioni», contribuendo a costruire «un modello di concertazione virtuoso», senza clamore e senza intestarsi battaglie non supportate dai fatti.

L’IMPATTO SOCIALE SULLE FAMIGLIE E SUL TERRITORIO

L’effetto di quella mediazione, per Angotti, non si misura solo in numeri, ma in vite: «Ha restituito serenità non solo a mille lavoratori, ma a un’intera comunità. Perché dietro ogni posto di lavoro ci sono famiglie, figli, mutui, spese quotidiane. E ci sono anche altri posti di lavoro che resistono grazie a quegli stipendi: negozi, servizi, piccole attività della nostra Regione». Di tutto questo, scrive, «Le siamo sinceramente grati».

L’INCOGNITA DEL 2026: LA RICHIESTA DI STABILITÀ

Ma la lettera non si ferma al passato. C’è una data che per molti ex Abramo e Lap si avvicina “in silenzio”: maggio 2026, quando i contratti a termine sottoscritti con Konecta arriveranno a scadenza. «Un mese che arriva presto – avverte Angotti – e che, per una parte dei lavoratori coinvolti, riapre una ferita mai del tutto chiusa: quella della precarietà».

Il tono resta volutamente lontano dallo scontro. «Non per polemizzare. Non per rivendicare» precisa Angotti, che chiede a Occhiuto «con rispetto e fiducia» di non dimenticare quei lavoratori e di tornare  sul tema della loro condizione. «Dopo tanti anni di incertezza, ciò che inseguiamo non è un privilegio, ma stabilità. La possibilità di programmare la nostra vita, di guardare avanti senza contare i mesi che mancano alla scadenza di un contratto».

Nella missiva, il lavoratore chiede, anche  a nome dei suoi colleghi, di consolidare il cambio di passo fatto, accompagnandoli oltre la soglia del 2026 e trasformando quella “seconda possibilità” in una prospettiva duratura.

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