Unione Industriali festeggia 80 anni, la presidente Sambin: “Ora un Patto per l’Industria”
- Postato il 23 settembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Un compleanno speciale, quello degli 80 anni dalla fondazione. La necessità di voltarsi alle spalle per esprimere gratitudine a chi ha tracciato la strada. L’obbligo di progettare il futuro. Già, il titolo dell’Assemblea Pubblica dell’Unione Industriali di Savona con tante prime volte in un solo evento. La novità di un contesto come quello del sito produttivo simbolo dell’eccellenza savonese: Alstom di Vado Ligure. La storicità di un guida femminile con la presidenza di Caterina Sambin.
A distanza di qualche ora dalla conclusione di un traguardo speciale, in cui il pensiero degli associati è andato all’ennesimo disastro alluvionale di Valbormida, con numerose aziende nuovamente in difficoltà, il bilancio è proprio quello della guida in rosa della realtà con sede in via Gramsci 10 a Savona: “Da questo appuntamento è giunta l’ulteriore conferma dei tre pilastri dell’economia savonese, ossia, industria, porto e logistica, turismo”.
Presidente Sambin, uno dei messaggi più ripetuti dal palco di Alstom è stato che il Savonese senza l’industria sarebbe una provincia povera e assistita.
“Alcuni dati emersi dalle relazioni di Alessandro Fontana del Centro Studi di Confindustria e di Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali di Savona, confermano come il comparto regga anche nel 2025 dopo un 2024 in cui abbiamo registrano +3000 addetti tra industria e costruzioni di cui 1000 nell’industria. L’export industriale +3,9% nel primo semestre 2025 rispetto ai primi sei mesi 2024. Il porto e la logistica registrano ulteriore crescita complessiva con +5% nel primo semestre 2025 rispetto ai primi sei mesi 2024. Il turismo, a luglio 2025, fa segnare un segno stabile, ma con meno stranieri e più italiani. Al tempo stesso, abbiamo l’obbligo di interrogarci sui punti di debolezza e preoccupazione. Savona è la provincia più energivora di tutta la Liguria all’interno di un panorama con costi già elevanti e previsti in ulteriore aumento. C’è, poi, il rischio incertezza della situazione socio politica. Teniamo conto che il nostro export è sostanzialmente concentrato verso l’Unione Europea con particolare riferimento a Germania e Francia che sono due paesi in crisi, anche verso gli Stati Uniti registriamo un export elevato. C’è, poi, il tema dell’occupazione con la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro: quasi il 50% dei posti offerti non trova risposta. Nei prossimi 5 anni in linea teorica potrebbero andare in pensione 40 mila addetti in Liguria. Il rischio sarà quello di dover sottrarre gli addetti l’uno all’altro”.
Lei ha lanciato il Patto per l’Industria. Cosa intende?
“Un patto che leghi le aziende produttrici e le istituzioni, con la partecipazione costruttiva delle rappresentanze dei lavoratori, ove ritengano opportuno aderirvi e non abbiamo dubbi che sia così, proprio a tutela di quel welfare. Siamo determinati e crediamo fermamente in una ipotesi di intesa volta a costruire, concordemente, le politiche industriali del territorio, collaborare ad individuare le progettualità infrastrutturali prioritarie, discutere di come creare le condizioni che permettano alle nostre aziende di esprimere le proprie potenzialità al meglio, e contestualmente agli abitanti dei nostri territori di vivere in un contesto migliorato dal punto di vista ambientale e infrastrutturale”.

Sui costi energetici, in Assemblea, l’assessore Ripamonti ha posto il tema della chiusura del ciclo dei rifiuti in Liguria dichiarandosi disponibile a un confronto.
“La chiusura del ciclo dei rifiuti è un tema essenziale, anche per i costi che gravano su imprese e cittadini e la Liguria deve provvedere come hanno fatto le altre Regioni. Dal punto di vista tecnico e scientifico il costante monitoraggio sugli impianti esistenti e le tecnologie odierne che permettono di realizzare soluzioni a impatti minimi ci dicono che non esiste un problema tecnologico, ambientale o sanitario come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità. Non dovrebbe neppure trattarsi di un problema di colore politico perché regioni e i comuni di ogni orientamento li hanno promossi e realizzati. Se richiesti, siamo disponibili a confrontarci su dati, progetti, ricadute sul territorio e condizioni al contorno, in particolare di tipo infrastrutturale. Ci siamo per discutere di progetti rivolti al miglioramento dal punto di vista della sostenibilità, attrattività di investimenti con impatti positivi su miglioramento ambientale e occupazione per andare dalle parole a fatti concreti”.
Come presidente cosa lascia questa assemblea per l’immediato futuro dell’economia provinciale?
“La certezza di una determinazione volta a concludere opere fondamentali da parte del viceministro Edoardo Rixi, in primis sul raddoppio ferroviario. Ma non secondario è l’impegno manifestato in tema di Autostrade, Aurelia Bis e portualità. Dopo anni in cui il Savonese ha scontato l’assenza di un proprio rappresentante nella giunta regionale, va riconosciuta l’attenzione puntuale su temi come quelli energetici e dell’area di crisi complessa all’assessore Paolo Ripamonti. Un modus operandi che estendo, anche, all’assessore al turismo, Paolo Lombardi per un lavoro in stretta sinergia con l’Associazione Provinciale Albergatori. Infine, una straordinaria solidità nelle parole di Antonio Gozzi che ha chiuso la nostra assemblea. Un imprenditore riferimento di portata internazionale, oggi speciale advisor del presidente di Confindustria, protagonista di una relazione magistrale in cui, ancora una volta, è emersa la distanza tra desideri lontani dalla concretezza della politica europea e necessità di politiche tangibili e immediate per chi fa impresa sul territorio ogni giorno”.
Guidare un’azienda è sinonimo di numeri e risultati. Dietro a ogni realtà imprenditoriale, però, ci sono uomini e donne. Evidentemente, per lei è stata un’assemblea speciale.
“L’emotività c’è stata per molteplici fattori. Intanto, per il sito in cui si è svolto l’evento. Alstom ha fermato la produzione per mettersi a disposizione dell’Unione. Poi, la responsabilità verso chi ha guidato la nave in questi 80 anni: il personale dell’Associazione, i direttori e i presidenti. Tra questi, pronunciare il nome di papà, presente in platea, mi ha creato una naturale emozione. Ma fare impresa in Italia, talvolta, significa pure questo. E la ricchezza della famiglia resta, spesso, un valore aggiunto impagabile che non può essere incasellato in tabelle o grafici”.