Trump fa il signore con la Ue sua vassalla, ma almeno così il sangue smetterà di scorrere
- Postato il 11 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Stefano Briganti
E’ davvero difficile trovare un orizzonte fermo sul conflitto russo ucraino. Quello che era vero tre mesi fa oggi è completamente cambiato. Le dichiarazioni si affastellano e cambiano in continuazione. Proposte nascono e muoiono nel giro di una settimana. Affermazioni che, con la loro granitica fermezza, hanno guidato tre anni di guerra si sono dissolte nel giro di tre mesi.
Oggi la parola pace, prima impronunciabile, rimbalza tra le due sponde dell’Atlantico dove ognuno ha la sua modalità di dichiararla. E queste modalità sono diametralmente opposte. Una pace segue la fine di una guerra e una guerra finisce in due modi: con un accordo negoziale tra due parti ancora belligeranti o con la dichiarazione di resa di uno dei due avversari e trattato non negoziato. Fino a tre mesi fa esisteva solo quello dove si doveva armare ad oltranza Kiev e la dichiarazione di resa doveva arrivare dalla Federazione Russa. E’ così che si leggono, tra gli altri, quei “la pace si raggiunge solo con la vittoria di Kiev” e “una trattativa significa consegnare la vittoria a Putin”.
Ora però Washington sta dando una linea completamente diversa: basta con “la pace si raggiunge solo con la vittoria di Kiev” e iniziamo ad aprire un tavolo negoziale. Trump afferma cose che per tre anni ci hanno detto essere delle bestemmie; quel “è più facile trattare con Mosca che con l’Ucraina” spiega bene la cosa.
Tutto questo fa davvero, finalmente, ben sperare che il sangue smetta di scorrere. E’ vero che ci sono stati alcuni “colpi di coda” da chi invece la pensa diversamente, ma Trump ha fatto valere, con schiettezza e una inusitata sguaiata brutalità, il ruolo del signore alla sua vassalla Europa e al loro “protetto” Zelensky. Ha detto ai vassalli: spendete troppo poco per difendervi e io non vedo perché dovrei mettere soldi per difendere voi; attrezzatevi perché io adesso penso all’America.
E’ poi bastato che il presidente ucraino di fronte a Trump si sia posto come se fosse davanti a Biden, chiedendo agli Usa di stare dalla parte ucraina e respingere Mosca, per essere scacciato dalla Casa Bianca. Ora l’Europa, capendo che il suo signore non l’avrebbe più protetta a lungo, per mantener fede al suo “la pace si raggiunge solo con la vittoria di Kiev”, pensa di iper armare l’Ucraina rendendola “un porcospino d’acciaio indigeribile per chiunque” (VdL) e di iper armarsi lei stessa perché il suo motto è “la pace si raggiunge solo con la forza” (Kallas).
Segnali chiari giungono da Washington su un suo disingaggio dall’Alleanza. Trump forse ha capito, guardando la posizione fermamente bellicista europea, che è altamente probabile un conflitto prossimo futuro tra Europa-Nato e Russia e lui non vuole più “boots on the ground” Usa nei conflitti. Di certo al momento c’è che l’Ucraina non entrerà nella Nato (Trump dixit) e perciò è in atto una danza macabra sulle necessarie “garanzie di sicurezza” da fornire nel dopoguerra ad una Ucraina neutrale. Garanzie sulle quali gli Usa hanno detto chiaro e tondo all’Europa: “E’ un compito tuo”.
Sotto la “forte leadership americana” (Zelensky) è probabile che Kiev lascerà a Mosca le regioni del Donbass ma il presidente ucraino ha già avvisato: “Io non accetterò mai una perdita di territorio se non in forma temporanea”. Cosa succederebbe se l’Ucraina (che sarà entrata nella Ue), trasformata dall’Europa in un “porcospino d’acciaio indigeribile” e con alle spalle la Nato/Europa (senza gli Usa), iper armata con un trilione di euro in armi, decidesse di ricostruire l’Ucraina del 1991?
Non sarà facile sviluppare un accordo che sia “perfetto nella forma, senza increspature, che garantisca la sicurezza ad entrambe le parti e che sia legalmente inattaccabile” (Lavrov), ma solo così si può sperare in un periodo di tregua di qualche decennio. Per intanto prepariamoci a dare il benvenuto al silenzio delle armi, lasciando poi che si azzuffino nel decidere, e nel darci lezioni, su chi non ha vinto e su chi non ha perso.
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