Trump attacca i critici dell’accordo con Intel. E promette altri “deal” con l’industria privata

  • Postato il 26 agosto 2025
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Il presidente Donald Trump ha attaccato i critici dell’accordo del governo USA per acquisire una quota del 10% in Intel, definendoli “stupidi” e promettendo di “fare accordi del genere per il nostro Paese tutto il giorno”. Intanto alcuni hanno espresso preoccupazione che simili intese possano politicizzare le aziende private.

Fatti principali

  • Trump ha dichiarato su Truth Social che il governo USA “NON HA PAGATO NULLA PER INTEL”, riferendosi all’uso di fondi a fondo perduto da parte dell’amministrazione federale per finanziare l’investimento.
  • Trump ha aggiunto: “Mi piace vedere il loro titolo salire, rendendo gli Stati Uniti SEMPRE PIÙ RICCHI” (le azioni Intel sono salite del 6%, poco sotto i 24 dollari, venerdì, subito dopo l’annuncio dell’accordo da parte di Trump).
  • Le dichiarazioni di Trump riecheggiano quelle del direttore del National Economic Council Kevin Hassett, che lunedì ha detto che il governo potrebbe cercare altri investimenti in società private per “costruire un fondo sovrano nazionale.”
  • L’accordo con Intel assegna al Dipartimento del Commercio fino a 433,3 milioni di azioni della compagnia, rendendo gli Stati Uniti il terzo maggiore azionista, dopo BlackRock e Vanguard, che detengono entrambe il 13%.

Quanto ha investito il governo USA in Intel?

Il governo statunitense ha acquistato una partecipazione azionaria da 8,9 miliardi di dollari in Intel, finanziata in gran parte con fondi del CHIPS Act varato sotto l’amministrazione Biden, insieme a 3,2 miliardi provenienti da un programma separato di sovvenzioni del Dipartimento della Difesa. Gli Stati Uniti hanno inoltre concesso a Intel 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni dirette, oltre alla quota azionaria.

Contro

Lunedì Intel ha avvertito che l’accordo potrebbe generare “reazioni avverse, immediate o nel tempo, da parte di investitori, dipendenti, clienti, fornitori, altri partner commerciali, governi esteri o concorrenti,” secondo una comunicazione depositata alla Securities and Exchange Commission, che cita anche l’elevata quota di ricavi (76%) provenienti dall’estero. La società ha inoltre sottolineato di non aver ancora completato l’analisi di tutte le “implicazioni finanziarie, fiscali e contabili”.

Fatto sorprendente

L’intesa con Intel è in gran parte senza precedenti, a parte gli ingenti investimenti effettuati dagli Stati Uniti in Chrysler e General Motors in risposta alla crisi finanziaria del 2008.

Principali critici

L’ex candidata repubblicana alla presidenza Nikki Haley ha sostenuto in un tweet di sabato che l’accordo “porterà solo a più sussidi governativi e a meno produttività.” Scott Lincicome, del Cato Institute, di orientamento libertario, lo ha definito “pericoloso” e “una pericolosa intrusione del governo nelle imprese private”, temendo che le decisioni aziendali possano essere guidate dalla politica anziché dal mercato.

Il senatore Rand Paul (R-Ky.) ha affermato che l’accordo rischia di “consegnare ai Democratici un modello per espandere la proprietà governativa sul settore privato in futuro,” aggiungendo in una dichiarazione a Politico che “il socialismo è letteralmente il controllo da parte del governo dei mezzi di produzione”.

Contesto

Trump ha annunciato l’accordo dopo aver incontrato alla Casa Bianca la scorsa settimana l’amministratore delegato di Intel, Lip-Bu Tan, nominato a marzo per guidare la compagnia. In precedenza Trump aveva criticato Tan definendolo “altamente IN CONFLITTO” e chiedendone le dimissioni “immediate”, in mezzo a speculazioni sui suoi legami con società cinesi con connessioni al governo di Pechino.

Tan ha respinto le accuse di irregolarità, scrivendo in un memo ai dipendenti di Intel che circolava “molta disinformazione sui miei precedenti incarichi” e ribadendo di aver “sempre operato secondo i più alti standard legali ed etici”.

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