Truffa da 180mila euro con la tecnica dell’sms sul bonifico da autorizzare: un arresto

  • Postato il 16 settembre 2025
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  • Di Genova24
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carabinieri carignano

Genova. Prima un messaggio in cui le veniva comunicato di un bonifico in uscita, poco dopo la chiamata, durante la quale un sedicente appartenente all’Arma dei carabinieri la metteva al corrente di una truffa in atto per cui era opportuno affidare i propri gioielli per metterli al sicuro.

È quanto accaduto ad una 80enne a Genova qualche mese fa. A seguito delle indagini, i carabinieri della stazione di Carignano, supportati dai militari della stazione carabinieri di Terzigno, eseguito una misura cautelare emessa dal Tribunale di Genova nei confronti di due persone, un uomo ed una donna, in quanto responsabili rispettivamente  di truffa aggravata e favoreggiamento.

In dettaglio, l’’anziana si era rivolta ai carabinieri spiegando di aver ricevuto nel pomeriggio precedente un sms apparentemente inviato da un’azienda di pagamenti digitali, in cui veniva informata dell’avvio di un’autorizzazione per un bonifico da 800 euro in uscita dal proprio conto corrente.

Nel messaggio era indicato anche un numero di telefono da contattare per ottenere chiarimenti o bloccare l’operazione in corso. Dopo aver composto il numero indicato, le rispondeva un presunto carabiniere del Nucleo Antifrode di Marassi informandola che il suo nome era stato inserito in un elenco di possibili vittime di truffa e che nei suoi confronti era stata avviata una procedura di protezione.

La vittima veniva così indotta a mettere al sicuro ori e gioielli che aveva in casa, poi consegnati ad un giovane sedicente carabiniere, che si era presentato da lei senza divisa e senza mostrare un documento di riconoscimento. Grazie ai particolari forniti durante il racconto, i militari dell’Arma, coordinati dalla Procura di Genova, hanno avviato le indagini visionando vari sistemi di videosorveglianza fino a individuare il ragazzo incaricato di ritirare i gioielli poi quantificati in circa 180mila euro, e l’autista del veicolo sul quale era risalito prima di scappare, una donna.

Entrambi 20enni ed originari della provincia di Napoli, a seguito dell’emissione della misura cautelare il ragazzo è stato portato presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale poiché ritenuto responsabile di truffa aggravata, mentre la donna è stata sottoposta all’obbligo di dimora nel Comune di residenza, in quanto accusata di favoreggiamento reale avendo agevolato la commissione del reato.

Alla luce dei numerosi tentativi di raggiro posti in essere da falsi appartenenti alle forze dell’ordine o da presunti operatori digitali, è importante ricordare che nessun carabiniere si recherà mai presso le abitazioni per ritirare denaro in contanti o gioielli, oltretutto senza divisa e senza mostrare un documento di riconoscimento. Di fronte a situazioni poco chiare non bisogna esitare a contattare il 112 per verificare l’identità e la legittimità delle richieste.

Lo stesso principio vale per i messaggi sospetti relativi a presunti addebiti su conti correnti o richieste di pagamento tramite link o app: si tratta molto spesso di tentativi di phishing. In questi casi è necessario non cliccare, non rispondere e rivolgersi direttamente alla propria banca attraverso i canali ufficiali. Spesso si registrano casi in cui le chiamate ricevute sul proprio cellulare provengano dal numero telefonico riconducibile a Stazioni o Comandi dell’Arma dei Carabinieri: la tecnica utilizzata, chiamata spoofing, usa falsamente il nome ed il numero del chiamante traendo spesso in inganno le persone che, credendo di interloquire realmente con un appartenente all’Arma dei Carabinieri, forniscono informazioni private e personali.

Nonostante il tentativo di mantenere il contatto telefonico, in questi casi è necessario terminare la conversazione e richiamare il numero del Comando oppure il 112.

Autore
Genova24

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