Troppo di sinistra il Pd? Elly Schlein si guardi bene dal fuoco amico

  • Postato il 28 ottobre 2025
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di Giovanni Muraca

Dopo un periodo di attività, le correnti interne al Pd si sono prese una pausa dalle trattative su come epurare l’ennesimo leader mai riconosciuto. Ma ecco che in questi giorni, dagli Appennini alle Ande, una coltre di dichiarazioni fa tornare il cannoneggiamento delle stesse in seno al partito guidato da Elly Schlein (e come al solito è la parte riformista ad aprire le danze) con il motto “il partito è troppo di sinistra“. Un coro unanime che i riformisti, o meglio – le quinte colonne di un renzismo che non è mai morto – probabilmente ancora indigesto dal voto per la guida del partito dai non iscritti tirano fuori ad ogni cambio dell’armadio.

Sarà che fare gli europarlamentari per le cinque corone del riformismo del Pd (per lo più formato da ex Democratici di Sinistra) li indispone parecchio anziché avere i loro affaire da ex governatori mentre lavorano sotto traccia all’ulteriore sabotaggio della leader.

Troppo di sinistra dichiara l’ex sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Troppo di sinistra, il Pd? Forse l’ex sindaco, come altri della stessa corrente, pensano che essere a Palazzo Berlaymont, essendo fisicamente lontana dal paese, sia uguale a essere in maggioranza (non che sia una novità visti i precedenti incarichi ricoperti dall’europarlamentare e i suoi rapporti con Mediaset). Tipo come il votare assieme sul riarmo con la destra e cose simili.

Il Pd, da quando fu istituito 18 anni fa – quindi con la maggior età dovrebbe aver capito più o meno da che parte stare – nasce dalle ceneri dell’Ulivo di Prodi e, sempre in 18 anni, non ha mai vinto le elezioni. Sarà anche dato dal fatto che le leggi elettorali passate abbiamo aiutato in questo, ma a votarle c’erano anche loro.
Walter Veltroni, il fondatore, in varie trasmissioni sembra che ripudi quella creatura nata negli ultimi anni 2000. Come se neanche sia stata una sua creatura ma che ora sembra sia arrivato al capolinea. Lo si vede anche dai voti in Parlamento e in Commissione Europea dove, bene o male, anziché votare compatti, i soliti cannoneggiatori vanno per la loro strada.

L’errore più eclatante di Veltroni, un luminare che non ha fatto i conti col suo territorio, è stato proprio creare il Pd. Se pensava di fare un lavoro di stile Democratici americani non ha tenuto conto che siamo esattamente un decimo sia del sistema democratico americano sia della popolazione. Un Ulivo che sta per tornare.

In questi giorni, Elly Schlein, ha fatto trapelare come questo disegno sia evidente tanto da dire al braccio destro di Prodi, Alberto Parisi, e allo stesso Gori che “non ci serve una DC col fiocco rosso”. Un fiocco rosso crociato che sta agendo in sordina per congiurare la stessa leader e che già ha gettato le basi dalla scorsa estate.

Partendo da una riunione renziana con l’attuale sindaca di Genova, Silvia Salis – di cui si sta facendo di tutto per bruciare il nome come possibile federatrice, a un Ernesto Maria Ruffini che fa la sua parte in TV e vuole lo scettro della parte cattolica del partito dichiarando: “Il Pd, per come lo abbiamo conosciuto, sembra non esserci più”. Non è mancato poi il colpo di grazia: il benestare di settimana scorsa di Romano Prodi a “Otto e Mezzo” di queste riunioni carbonare.

Senza farsi mancare nulla, ci si mettono gli “house organ” che fanno cassa di risonanza a questo nuovo embrione che chissà se ne vedrà la luce

Fortunatamente la Schlein sta prendendo posizioni più nette e chissà che questo non porti davvero alla dissoluzione di un partito mai decollato tanto che per la frustrazione si sabota il proprio leader. Il Pd in questi anni ha fatto della fiamma inclusa nel simbolo di Fd’I una questione, ma forse, la leader, doveva far attenzione più alla terra bruciata intorno a lei arsa giorno dopo giorno proprio dal “fuoco amico”. Un fuoco amico che nel Pd tutti i leader hanno ben conosciuto.

Il proverbio dice “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”, ma non è questo il caso della leader che dagli “amici” se ne guardi bene.

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