Tragico incidente in A1, non c’è stato nessun salto di corsia
- Postato il 5 agosto 2025
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- Di Virgilio.it
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Non c’è stato nessun salto di carreggiata, nessun attraversamento folle da una corsia all’altra. Eppure, è bastato un attimo, una manciata di secondi fatali, per trasformare quel tratto dell’A1 tra Arezzo e Valdarno, in un campo di battaglia fatto di lamiere accartocciate e vite spezzate. L’incidente che ha sconvolto la Toscana la mattina del 4 agosto è avvenuto nella stessa direzione di marcia, verso nord, una dinamica meno spettacolare di certe ricostruzioni iniziali, ma tragica allo stesso modo. Anzi, forse proprio per questo ancora più difficile da accettare.
Un tir, un’ambulanza della Misericordia, un’auto con roulotte, un autocarro e un pullman turistico: mezzi intrappolati nello stesso flusso di traffico, uno dietro l’altro, su quella lingua d’asfalto che taglia in due il Valdarno. Solo la potenza devastante del rimorchio del tir che, per motivi sempre da chiarire, ha travolto in pieno l’ambulanza che lo precedeva.
Il rimorchio non ha urtato
Il mezzo di soccorso regolarmente in marcia trasportava due volontari della Misericordia di Terranuova Bracciolini – Gianni Trappolini, 56 anni, e Giulia Santoni, 24 – mentre riaccompagnavano un paziente, Franco Lovari, 75 anni, in ospedale dopo un esame ad Arezzo. Nessuno dei tre ce l’ha fatta: le lamiere dell’ambulanza si sono chiuse come una trappola e nel momento in cui i soccorritori sono riusciti ad aprirle, per loro era ormai troppo tardi.
Stando alle prime testimonianze, dietro il mancato arresto del tir non ci sarebbero stati tentativi di sorpasso, manovre strane o scene da film, infatti tutti andavano dritti, nella stessa corsia, ma a un certo punto il rimorchio ha preso velocità, sfondando l’ambulanza davanti. Il violento incidente ha fatto finire l’autocarro e l’auto con la roulotte nel groviglio, mentre il pullman che seguiva ha preso una botta laterale. Coloro che sedevano a bordo si sono trovati in mezzo all’inferno senza nemmeno capire come. Quando ti succede una cosa così, farci i conti è molto complicato, soprattutto negli istanti subito successivi.
Un dolore collettivo
Oltre alle tre vittime, ci sono almeno quindici feriti, alcuni in modo serio, altri più lievi, ognuno segnato perché quando muoiono due volontari che stavano facendo il loro turno, e un anziano paziente in viaggio verso casa, il dolore si fa collettivo. In Toscana, le Misericordie sono parte del tessuto vivo delle comunità e la ferita sconvolge l’intera comunità, toccata da “una tragedia nella tragedia”, racconta il presidente della Regione, Eugenio Giani, evidenziando “il valore e la generosità di chi ha perso la vita nel tentativo di salvarne un’altra“. Anche la Federazione regionale delle Misericordie ha espresso “dolore e costernazione per la terribile tragedia“.
“Non ci sono parole che possano accompagnare. Solo lacrime – il commento del sindaco di Terranuova Sergio Chienni -. Giulia e Gianni erano persone splendide che vivevano la quotidianità come servizio agli altri. Un dolore infinito. Ci stringiamo attorno ai familiari, alle persone vicine e alla Misericordia di Terranuova. La nostra comunità è profondamente ferita e addolorata, ma nutre un bene infinito verso di loro. Esprimiamo le più sentite condoglianze anche per il paziente deceduto e vicinanza a tutti i feriti”.