Tempa Rossa, chieste due condanne
- Postato il 18 febbraio 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Tempa Rossa, chieste due condanne
Battute finali nel processo nato dall’inchiesta del 2016 sulle corruttele attorno a Tempa Rossa. Chiesti 8 anni per l’allora sindaca Pd di Corleto e 6 per Genovese
POTENZA – Condannare a 8 anni di reclusione l’ex sindaca Pd di Corleto Perticara, Rosaria Vicino, e a 6 anni il suo vice, Giovanni Battista Genovese.
Prosciogliere altri 8 imputati per prescrizione, e assolverne un nono per insufficienza probatoria.
TEMPA ROSSA, LE RICHIESTE DEL PM
Sono queste le richieste avanzate lunedì 17 febbraio mattina a Potenza dal pm Vincenzo Montemurro nel processo nato dall’inchiesta sulle corruttele all’ombra del cantiere del centro olio Tempa Rossa.
Stessa inchiesta che a marzo del 2016 aveva portato all’arresto di Vicino e al divieto di dimora a Corleto per Genovese. Oltre alle dimissioni dell’allora ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, a causa del coinvolgimento del suo compagno, l’imprenditore siciliano Gianluca Gemelli.
LA REQUISITORIA DELL’ACCUSA NEL PROCESSO TEMPA ROSSA
La requisitoria dell’accusa è arrivata 7 anni e mezzo dopo l’inizio del dibattimento.
Inevitabile, quindi, la presa d’atto del decorso dei termini di prescrizione per i reati meno gravi ma anche per diverse ipotesi di corruzione e peculato contestate a Vicino.
In particolare per l’utilizzo dell’auto e del telefono del Comune a scopi privati, e per il denaro e le altre utilità incassate da più parti.
Quasi sempre assunzioni per i suoi sostenitori politici, e familiari da parte di imprenditori interessati a una sua intercessione con Total e la ditta che stava realizzando il nuovo centro olio, Tecnimont. Per ottenere commesse e forniture di varia natura.
L’intera prima parte della requisitoria si è concentrata proprio su una di queste ipotesi di corruzione per cui l’imprenditore favorito dalla sindaca, Lorenzo Marsilio, già condannato in via definitiva dopo aver optato per il rito abbreviato.
IL “SISTEMA” NEL COMUNE DI CORLETO PERTICARA
Nonostante l’ex sindaca possa avvalersi al riguardo del decorso dei termini di prescrizione, infatti, il pm ha sottolineato che quella sentenza passata in giudicato ha sancito in maniera chiara l’esistenza di un «sistema» all’interno del Comune di Corleto Perticara.
Sistema di cui l’ex sindaca Pd sarebbe stata il vertice indiscusso, capace di piegare alla sua volontà le imprese impegnate nella costruzione dell’infrastruttura fondamentale del programma di estrazioni di petrolio e gas nella Valle del Sauro. Il tutto dietro la minaccia, registrata dalle microspie piazzate nel suo ufficio, non fare uscire più «una carta» dal Municipio.
17 CAPI DI IMPUTAZIONE
Dei 17 capi d’imputazione per i quali era stata rinviata a giudizio l’ex sindaca, ad ogni modo, ne restano in piedi soltanto 5 per concussione (uno dei quali in concorso con Genovese).
Per aver chiesto una serie assunzioni sempre dietro la minaccia di bloccare il rilascio delle autorizzazioni necessarie all’ordinaria prosecuzione dei lavori.
Il processo riprenderà il 21 maggio per le discussioni delle parti civili. Poi è prevista un’ulteriore udienza per arringhe dei difensori degli imputati per cui sono stati chiesti proscioglimenti e assoluzioni. Infine verrà il turno dei difensori di Vicino e Genovese.