Sul Lago di Como un’ex falegnameria diventa residenza e atelier per artisti: il progetto Rumi Art Space

Nasce per supportare artisti sotto ai 40 anni Rumi Art Space, che a Dongo, sulla riva del Lago di Como, dal 2019 ha riconvertito un’ex falegnameria in spazio dedicato all’arte contemporanea. A promuovere il progetto il collezionista Roberto Rumi, che ha scelto di concentrarsi principalmente su pittura e scultura, acquistando le opere di artisti quali Nicola Samorì, Enrico Minguzzi, Agostino Arrivabene, Rudy Cremonini, Chiara Calore e Paolo Pretolani, solo per citarne alcuni. Così, le attività di Rumi Art Space vanno dallo spazio espositivo al progetto di residenza, fino alla Collezione Rumi.

L’attività di Rumi Art Space sul Lago di Como

A fine agosto 2025, Rumi Art Space ha inaugurato la mostra conclusiva della residenza estiva con gli artisti Lorenzo Piazza (Desenzano del Garda, 2003) e Jacopo Zambello (Rovigo, 1999), che hanno lavorato e vissuto a Dongo tra luglio e agosto. Dal loro dialogo nasce Do I bother?, al tempo stesso un omaggio a David Bowie e una domanda aperta: quanto può ancora disturbare, muovere, provocare l’arte oggi? Forse è proprio la lentezza, la delicatezza con cui queste opere riescono a insinuarsi nella percezione visiva, a rompere la frenesia del quotidiano, a proporre un altro ritmo. E allora, come suggerisce la curatrice Marta Cereda nel testo che accompagna l’esposizione, meglio continuare a camminare. Verso il lago, verso la montagna. Verso quell’altrove che, per qualche istante, è diventato visibile proprio qui, a Rumi Art Space.

La mostra “Do I bother?” a cura di Marta Cereda

Jacopo Zambello concentra il proprio sguardo sul corpo. Nelle sue opere, questo, è sia tensione sia rivelazione. Le figure sono immerse in una luce che si rifrange sul rame, sature di quell’inquietudine serena che solo i paesaggi lacustri sanno evocare. I primi piani sono serrati, muscolosi, spesso isolati dal contesto, ma proprio per questo capaci di evocarlo. Ma Zambello inserisce un elemento dissonante, una frattura visiva, quasi un glitch, che costringe l’osservatore a non restare passivo. La pittura diventa così esercizio di attenzione, strumento per rallentare, per far sedimentare lo sguardo. Lorenzo Piazza, invece, sembra aver compiuto una piccola rivoluzione nel proprio linguaggio dopo il periodo di permanenza a Dongo. Se in passato le sue opere erano costruzioni stratificate, composte da oggetti, maschere e segni quasi tipografici, oggi lascia spazio al paesaggio, alle montagne, agli uccelli. Le tele, ora, ospitano una natura immobile e insieme instabile, alterata, filtrata dalla memoria o dal sogno. È un ritorno all’essenziale.

Rumi Art Space nelle parole del fondatore

Lorenzo Piazza e Jacopo Zambello, due autori che, nei mesi trascorsi a Dongo, hanno saputo entrare in dialogo profondo con il territorio e lo spazio. Rumi Art Space nasce per accogliere visioni contemporanee e stimolare processi di ricerca autentici, valorizzando la dimensione del tempo lento e dell’ascolto. Piazza e Zambello hanno sviluppato progetti che raccontano la complessità del paesaggio, restituendoci opere capaci di interrogare lo sguardo e aprire nuove prospettive. Questa mostra non è solo una restituzione finale, ma un punto di partenza per nuove riflessioni sul ruolo dell’arte nel presente”, conclude Roberto Rumi.

Caterina Angelucci

L’articolo "Sul Lago di Como un’ex falegnameria diventa residenza e atelier per artisti: il progetto Rumi Art Space" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

Potrebbero anche piacerti