Studio Murena, il nuovo sound della musica italiana

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Studio Murena, il nuovo sound della musica italiana

Hanno unito il jazz e l’elettronica del conservatorio al rap di strada più puro, gli Studio Murena danno vita ad un nuovo sound originale. E la loro tournée passa anche dalla Calabria, venerdì 21 novembre, al Mood Social Club di Rende (Cs)


Rap e jazz cosa hanno in comune? Apparentemente nulla, ma c’è qualcuno che li ha mescolati insieme, conditi con un po’ di elettronica e ha dato vita ad un prodotto musicale originale e di qualità. Sono gli Studio Murena, band milanese di 6 elementi – Lorenzo “Carma” Carminati (testi e voce), Marco Falcon (batteria, percussioni), Giovanni Ferrazzi (elettronica), Maurizio Gazzola (basso elettrico, bass Synth) e Amedeo Nan (chitarra elettrica e acustica) – nata nel 2018. A maggio scorso il loro ultimo album, “Notturno” (Island Records), al quale si è data continuità con l’uscita di altri tre nuovi singoli lo scorso 18 novembre. Nel mentre, una tournée nei club che tocca anche la Calabria. Domani sera (21 novembre 2025) infatti, il loro live esplosivo, prodotto da Otr Live, approda al Mood Social Club di Rende (Cs). Abbiamo raggiunto alcuni membri della band per sapere un po’ di più di questa tappa calabrese e della loro musica.

Jazz, rap ed elettronica. Come è nata questa idea?

Maurizio: «È nata in conservatorio. Eravamo in tre, un collettivo di lavoro, facevamo musica elettronica e visual. Parallelamente avevamo già una band. Studio Murena è nato proprio dall’unione di questi due progetti: il jazz si è unito all’elettronica ma sentivamo l’esigenza di aggiungere anche un elemento in più, vocale, che potesse parlare anche attraverso un testo».

Amedeo: «Una masterclass che abbiamo seguito in conservatorio è stata illuminante. Abbiamo visto come tanti rapper della scena contemporanea riuscivano ad unirsi a musicisti jazz che portavano un’impronta forte nelle loro produzioni. Volevamo provare a fare qualcosa di simile. Poi abbiamo avuto la fortuna di incrociare Carma».

Carma: «Era il 2016 circa, ero approdato casualmente in due progetti jazz che trovavo interessanti perché li trovavo “rappabili” e provavo a farci sopra freestyle. Ho iniziato a frequentare le jam session, ad improvvisare sulla musica suonata. Alla fine ci siamo trovati a casa di Maurizio per una prova, abbiamo messo insieme le loro strumentali e i miei testi e funzionavano molto».

Quello a cui avete dato origine è uno stile che non si omologa alle tendenze del momento. Quali sono le difficoltà che incontrate o che avete incontrato?

«Tutte!» (ridono; ndr).
Carma: «Quello che facciamo è talmente personale, e particolare, che ci porta vivere i pro e i contro di questa cosa. Sicuramente addetti ai lavori, persone del mondo della musica hanno riconosciuto da subito il valore del nostro progetto e ci hanno permesso di costruire una fan base, cosa che non è per niente facile e scontata. Dall’altra parte ci rendiamo conto di fare musica in un modo che richiede un ascolto educato. C’è bisogno che le persone che arrivano al progetto abbiano l’interesse a scoprire qualcosa».

Maurizio: «Complicato è stato sicuramente, a livello artistico, trovare un nostro equilibrio però è un problema che hanno tutti i progetti musicali, specialmente se composti da più persone. Questo però è anche un aspetto positivo perché siamo sei teste pensanti con energia e voglia di fare e di idee non siamo mai scarni».

Ci sono anche tante soddisfazioni, come questa tournée. Come sta andando?

Carma: «Molto bene! Siamo super soddisfatti».
Marco: «È stata anche una sfida soprattutto perché abbiamo deciso di cambiare il tutto a poco meno di un mese prima dell’inizio del tour, tutto è stato arrangiato in meno di una settimana, ma siamo super soddisfatti anche per questo, ce la stiamo facendo. Vediamo la prossima data come va, forse sbagliamo qualcosa (ridono; ndr)».

Amedeo: «La risposta del pubblico è sempre caldissima ma la cosa più bella di questo tour, non è tanto quanta gente viene. È successo a Roma che un ragazzo si è presentato al banchetto del merch dicendo che ha una band in cui suonano solo le nostre canzoni. Avrà avuto 16, 17 anni. Questa è la cosa più bella: sapere che la nostra musica arriva ed è magari importante per altre persone».

Sono inoltre usciti altri tre nuovi singoli.

Carma: «Tre brani che chiudono la narrazione di “Notturno”, quindi sono un follow up del disco. Un secondo atto».

Partiamo da “Luna Piena” che vede la collaborazione con Francesca Michielin…

Carma: «Abbiamo avuto modo di entrare in contatto con lei e farle sentire il brano. In quel momento aveva solo le strofe. A lei è piaciuto molto e ci ha mandato la sua linea».

In “Cane di Pavlov”, con Jack the Smoker, predomina invece la parte rap.

Carma: «Diciamo che nasce un po’ dalla necessità di scrivere una cosiddetta punchline, rime aggressive, ma in realtà il testo è composto abbastanza a quattro mani. C’è un’altra persona all’interno del progetto che si è cimentata nella scrittura con me: 24kili (rapper misterioso presente anche in altri brani del disco; ndr). Con Jack the Smoker ci conosciamo ormai da un po’. Ci siamo incontrati e gli ho chiesto di ascoltare questo brano. Lui si è reso subito disponibile ed entusiasta e così è nato “Cane di Pavlov”.

E poi c’è “Divenire”. Una lieto fine…

Carma: «Anche qui un ospite d’eccezione, Massimo Oldani, speaker di Radio Capital, che ci ha prestato la voce. È come una sorta di monologo di un padre che parla al figlio di crescita e di difficoltà in questo processo, stimolandolo e incoraggiandolo».

Quella di Michielin e di Jack the Smoker sono due collaborazioni che si uniscono alle altre numerose di “Notturno”.

Carma: «Per tutte le collaborazioni la cosa centrale per chi si avvicina al nostro progetto, è la voglia di collaborare, di scambiarsi vicendevolmente un po’ di artisticità».
Amedeo: «È anche un mettersi in gioco in un certo senso, perché sicuramente sono brani che fanno uscire dalla comfort zone gli artisti che si sono cimentati. Quindi non è una cosa scontata né per la musica e il tipo di canzone ma anche per quello che è il loro status. È un attestato di stima reciproco».

Venerdì 21 novembre sarete in scena al Mood Social Club di Rende (Cs). A quale spettacolo assisteremo?

«Assisterete a uno spettacolo di Studio Murena al 100% originale. Ogni volta che riprendiamo una tournée, arrangiamo un concerto ad hoc e inseriamo anche delle parti proprio per quel concerto. Perché per noi è importante far passare l’idea che abbiamo di concerto dal vivo, cioè che siamo qui ed ora. E a fare il concerto non siamo solo noi ma anche il pubblico. Ogni tour ha un arrangiamento diverso, sia per la gente che per noi, così non ci annoiamo a suonare le stesse cose. Nel nostro non volerci annoiare, oltre ai brani di “Notturno” e agli ultimi tre singoli, più una selezione dei due dischi precedenti, suoniamo altri due inediti, cose che stiamo scrivendo adesso. In più due cover. Ci piace regalare un’esperienza concreta. Cerchiamo di mettere in scena tutte le nostre anime, ci sono tantissime sfaccettature. E lo diciamo: chiuderemo con i fuochi d’artificio».

Il Quotidiano del Sud.
Studio Murena, il nuovo sound della musica italiana

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti