Stragi del ’92, l’avvocato Repici (Borsellino) chiede alla gip di interrompere la decisione sull’archiviazione

  • Postato il 25 giugno 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ormai da alcuni mesi pende una richiesta di archiviazione sull’ultimo capitolo di indagine sulla stragi di Capaci su cui indaga la procura di Caltanissetta convinta che “nella fase ideativa ed esecutiva della strage del 23 maggio 1992 non ci fu il coinvolgimento di soggetti collegati ad ambienti della destra eversiva tra cui il noto Stefano Delle Chiaie, uno dei fondatori della formazione politica Avanguardia nazionale”. Ma l’avvocato Fabio Repici, difensore di Salvatore Borsellino fratello del giudice Paolo Borsellino e persona offesa nel procedimento, ha chiesto alla giudice Graziella Luparello di interrompere la camera di consiglio e la decisione sull’istanza dei pm. Una richiesta irrituale per difendere quel diritto “che in primo luogo si estrinseca nel diritto alla verità sulla strage di via D’Amelio”.

Secondo il legale l’interruzione è necessaria per “rimediare a un grosso difetto procedimentale che si è creato con la mancata conoscenza (da parte del sottoscritto difensore e, quel che è ancora peggio, della Giudice) di alcuni atti che non solo erano già nella disponibilità della Procura della Repubblica ma che avevano trovato discovery in altro procedimento, che si trova addirittura in corso di istruttoria dibattimentale”.

Si tratta di un verbale, risalente a una riunione svoltasi a Palermo il 15 giugno 1992 – in mezzo dunque ai due attentati di Capaci e via D’Amelio – e alla quale presero parte Pietro Giammanco, procuratore capo, Vittorio Aliquo’ e Borsellino, procuratori aggiunti, Vittorio Teresi, sostituto procuratore, e Pietro Maria Vaccara, sostituto procuratore a Caltanissetta. Nel verbale emerge che i magistrati presenti alla riunione si scambiarono informazioni riguardanti la strage di Capaci e altre informazioni sulle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte nei confronti del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero (morto nel frattempo) e della sua ex compagna Maria Romeo, nel corso delle quali si accennava proprio all’attentato di Capaci.

“Convengono i presenti – si legge nel verbale del 15 giugno 1992 – sulla opportunità che dette intercettazioni proseguano a cura della procura della Repubblica di Palermo, concernendo esse più ampio tema di indagine, e con l’intesa che ogni elemento che emerga circa l’omicidio del dottor Falcone verrà immediatamente comunicato alla procura della Repubblica di Caltanissetta”. “È sconvolgente – dice all’agenzia Agi Repici, legale di Salvatore Borsellino – aver reperito solo a 33 anni di distanza dalla strage di via D’Amelio un documento procedimentale sull’omicidio di Falcone nel quale compare la sottoscrizione di Borsellino”.

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