Impiegato della Coop con la 104 controllato con il Gps e licenziato. Il giudice: “Riassunzione e risarcimento”

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È stato licenziato dall’azienda senza preavviso perché sospettato di non utilizzare in modo consono i permessi richiesti per assistere la madre. Pochi giorni fa, però, il suo contratto di lavoro è stato ripristinato grazie alla sentenza pronunciata da Margherita Bortolaso, giudice del lavoro di Venezia, che ha definito “censurabile” il licenziamento improvviso del dipendente, ritenuto “affidabile e diligente, mai attinto da sanzioni disciplinari”. È quanto riporta il Corriere del Veneto in merito a un uomo di 46 anni, impiegato dal 2009 della Coop Alleanza 3.0 con sede nel Bolognese. L’azienda è stata condannata a restituire il posto di lavoro al dipendente e a risarcirlo con le retribuzioni maturate dal giorno del licenziamento, il 3 luglio 2024, fino all’effettiva ripresa della sua attività professionale.

I fatti – A dare inizio alla vicenda, che si è conclusa quasi un anno dopo il licenziamento, è il peggioramento delle condizioni di salute della madre dell’uomo. È da qui, infatti, che nasce la richiesta dei permessi previsti dalla legge 104 del 1992 per poterla assistere, concessi nell’aprile del 2024. La Coop decide però di controllare l’uomo, installando un sistema Gps sulla sua auto. Da questo momento la vita lavorativa dell’impiegato cambia: l’azienda sostiene che nell’ora del permesso il 46enne non si recava nell’abitazione della madre, decide di notificargli una lettera di contestazione e, dopo averlo ascoltato nella sede della Cisl, il 3 luglio 2024 procede con il licenziamento.

Il procedimento legale – L’uomo decide quindi di passare alle vie legali e, assistito dall’avvocato Dominga Graziani Tota, prima impugna il provvedimento in via stragiudiziale e poi deposita un altro ricorso nella cancelleria del Tribunale del lavoro di Venezia. La sentenza che viene pronunciata a fine processo è chiara: l’impiegato ha effettivamente staccato dal lavoro per assistere la madre e, nelle ore contestate, ha costruito anche una casetta in legno dove la sorella affetta da sclerosi multipla poteva lasciare la sedia a rotelle quando era in visita alla madre. La giudice Bortolaso ha anche deciso che, oltre al reintegro del lavoratore, la Coop Alleanza 3.0 dovrà pagare anche 7.000 euro di spese di lite. L’azienda è stata infatti accusata di aver svolto le indagini tramite un’agenzia investigativa a poco più di un mese dall’accesso del lavoratore ai benefici della legge 104, “in assenza di una sua condotta atta a far sorgere il fondato sospetto di qualche abuso”.

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Il Fatto Quotidiano

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