Stadio Ferraris, Piciocchi boccia il piano Salis: “Nessuna garanzia sugli investimenti da parte dei club”
- Postato il 19 settembre 2025
- Altre News
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. Dopo l’annuncio della sindaca Silvia Salis sul progetto di restyling dello stadio Ferraris, affidato a Genoa e Sampdoria in cambio di una concessione di 99 anni sull’uso dell’impianto, interviene l’ex vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, capogruppo di Vince Genova in consiglio comunale.
“L’ipotesi di concedere lo stadio ai due club calcistici per 99 anni in cambio della ristrutturazione non rappresenta affatto una novità – commenta Piciocchi – È una soluzione più volte discussa, già ai tempi delle presidenze Ferrero e Preziosi, e successivamente con i loro successori. Ne abbiamo parlato allo sfinimento. Ogni volta le società si dichiaravano disponibili a intervenire in autonomia, salvo poi scontrarsi tra loro e bloccare qualsiasi reale possibilità di avanzamento“.
L’ex vicesindaco perciò è scettico sulla strada scelta dalla giunta Salis: “L’esperienza insegna che, in Italia, le società di calcio incontrano enormi difficoltà nel realizzare stadi di proprietà. Le poche eccezioni, Atalanta e Udinese, sono riuscite solo perché hanno potuto acquistare direttamente l’impianto, ipotesi che l’attuale amministrazione comunale oggi esclude. Le società parlano di opera titanica? Io temo invece un fallimento titanico“.
Proprio per superare questo stallo – ricorda Piciocchi – negli anni scorsi avevo proposto un percorso alternativo: il coinvolgimento di un qualificato sviluppatore immobiliare terzo, in grado di affiancare le squadre, sostenerle anche finanziariamente e garantire comunque l’utilizzo dello stadio ai club. Questa proposta aveva raccolto il consenso delle società e portato, alcuni mesi fa, alla firma di un memorandum condiviso presso il mio ufficio, accolto con soddisfazione da tutte le parti”.

Lo sviluppatore di cui parla Piciocchi è Cds Holding, la stessa società che porta avanti i lavori del Waterfront di Levante. La proposta vincolante per l’acquisto dello stadio Ferraris era di 14,5 milioni di euro e la proprietà sarebbe passata a una newco partecipata al 10% da ciascuno dei due club genovesi. Ma, secondo gli approfondimenti della giunta Salis, il Comune avrebbe dovuto affrontare almeno lo stesso importo in lavori preliminari di messa in sicurezza della struttura. Per questo l’amministrazione di centrosinistra l’ha ritenuta un’operazione sconveniente.
“I lavori a carico del Comune non erano stati quantificati, quella era una base per una successiva negoziazione e c’era anche scritto in quella proposta, un po’ come è stato per il Waterfront – risponde Piciocchi a Genova24 -. Davvero le società in questo caso faranno i lavori di adeguamento antisismico? L’alternativa era vendere lo stadio con un valore deprezzato. È chiaro che deve esserci una partnership e anche il Comune deve darsi da fare per trovare dei soldi, ci vuole pragmatismo”.
“Con il cambio di rotta annunciato dalla sindaca, quel percorso viene ora abbandonato. Per il bene della città, è doveroso mantenere la massima cautela: senza garanzie immediate e tangibili sui soggetti realmente disposti a investire, il rischio concreto è quello di restare fermi al punto di partenza. È un peccato che il lavoro rigoroso svolto nei mesi scorsi, l’unico ad aver presentato concretezza e reali possibilità di successo, sia stato accantonato soltanto per un rigetto pregiudiziale verso quanto costruito in passato”, aggiunge Piciocchi.
L’ex avversario di Salis ha presentato anche un’interpellanza in consiglio comunale sul tema dello stadio: “Auspico venga discussa al più presto”.