Sono queste le acque più inquinate d’Italia: due regioni nel mirino di Legambiente
- Postato il 10 agosto 2025
- Ambiente
- Di Blitz
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Legambiente rivela criticità diffuse tra foci e canali con depuratori obsoleti e scarichi abusivi che mettono a rischio ambiente e salute
Un nuovo allarme ambientale emerge con i risultati dell’indagine 2025 di Goletta Verde, che ha monitorato la qualità delle acque marine e fluviali tra il 15 e il 16 luglio. La situazione si conferma critica, con il 60% dei punti analizzati che supera i limiti di legge per l’inquinamento, evidenziando persistenti problemi di depurazione e scarichi fuori controllo.
Le criticità emerse confermano la necessità di un maggiore impegno istituzionale e di una strategia integrata per la tutela delle acque marine, in modo da garantire un futuro sostenibile per il mare e le comunità costiere.
Condizioni critiche nelle foci e nei canali
L’indagine effettuata da Legambiente Toscana fotografa un quadro preoccupante: su 20 punti campionati lungo la costa, 12 risultano oltre i parametri di legge, con 11 classificati come “fortemente inquinati” e uno “inquinato”. La maggior parte delle analisi è stata condotta in zone particolarmente vulnerabili come le foci di fiumi e canali di scarico (17 su 20), rivelando come queste aree rappresentino i punti più critici per l’ambiente marino toscano.

Tra i siti più compromessi si segnalano la foce del torrente Carrione a Marina di Carrara, la foce del torrente Lavello a Massa, la foce del fiume Versilia a Cinquale e la foce del fiume Bruna a Castiglione della Pescaia. A queste si aggiungono zone dell’Isola d’Elba e località come Piombino e Follonica, dove la qualità delle acque è peggiorata rispetto all’anno precedente.
I dati confermano che i depuratori obsoleti e gli scarichi abusivi rappresentano le principali cause delle criticità ambientali. I risultati del monitoraggio sono un chiaro campanello d’allarme per le amministrazioni locali, chiamate a intervenire con urgenza per affrontare le inefficienze dei sistemi di trattamento delle acque reflue e per contrastare gli scarichi abusivi che ancora oggi compromettono la qualità delle acque costiere. Questi dati evidenziano come le foci di fiumi e canali rappresentino i punti più esposti all’inquinamento, con gravi ripercussioni sull’ambiente marino e sulle attività balneari.
Parallelamente alla Toscana, la campagna di Goletta Verde 2025 ha indagato la qualità delle acque anche lungo la costa laziale. Su 24 punti campionati tra il 14 e il 17 luglio, metà sono risultati oltre i limiti di legge, con 11 classificati come fortemente inquinati e uno inquinato. Le foci di fiumi, canali e zone di mare molto frequentate risultano le aree più compromesse, con particolare gravità nella provincia di Roma e in località balneari come Anzio, Nettuno e Santa Marinella.
Il monitoraggio si è basato sui parametri della normativa vigente sulla balneazione, considerando l’inquinamento quando i livelli di Enterococchi intestinali e Escherichia coli superano i valori soglia definiti dalla legge. In particolare, sono state rilevate concentrazioni di batteri intestinali superiori a 400 UFC/100 ml per Enterococchi e 1000 UFC/100 ml per Escherichia coli in numerosi punti critici.
Le foci rappresentano il tallone d’Achille della costa laziale, con quasi il 70% dei campioni fuori norma provenienti proprio da queste aree. L’appello è rivolto a Regione, Comuni e gestori del servizio idrico affinché si affrontino con interventi strutturali i problemi di depurazione e scarichi abusivi.
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