“Sono finito in un albergo a ore, sotto al letto trovai una scarpa rossa e una catena d’oro. Una volta si sono rivenduti la mia stanza”: le rivelazioni di Bruno Barbieri
- Postato il 5 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Il mio obiettivo? Ripulire l’hotellerie da gente incapace”. La missione di Bruno Barbieri non è cambiata, e con la nuova stagione di “4 Hotel” torna a ispezionare l’Italia. Ma dietro il giudice severo, in un’intervista a Gente, si nasconde un viaggiatore che ne ha viste di tutti i colori: Giunto al suo settimo anno, lo show porta avanti una missione precisa, come spiega lo stesso chef romagnolo: “Il mio obiettivo è ripulire l’hotellerie da gente che non è capace di fare il suo mestiere“, dichiara Barbieri senza mezzi termini. “E già in questi anni le cose sono cambiate tantissimo”.
Lo chef assicura che nel suo programma “non c’è finzione” e che “gli imprevisti succedono sempre, anche se sanno che io arrivo”. Parte fondamentale del format è il test del “cliente maleducato”, con richieste assurde e improvvise che mettono sotto pressione gestori e personale. Un metodo che, secondo Barbieri, non è sadismo televisivo, ma uno strumento utile: “Serve soprattutto a loro per migliorarsi”, spiega.
Lontano dalle telecamere, Barbieri si conferma un viaggiatore che ne ha viste di tutti i colori: “Una volta alle 11 e mezza di sera ho chiesto una camomilla. Ero in un albergo di Firenze bello, costava 600 euro a notte. Ebbene la camomilla arriva ma per sbaglio la verso sul copriletto. Chiamo in reception, mi rifanno la camomilla, però, candidamente mi dicono che non mi possono cambiare il copriletto perché non ne avevano uno di ricambio. Inaccettabile!”. Quindi racconta un aneddoto di trent’anni fa a San Francisco: “Finimmo in un albergo da 30 dollari a notte. Aprii la finestra e dietro c’era il muro, spostai il letto e sotto trovai una scarpa rossa da donna con tacco a spillo e una catena d’oro. Tutta la notte il campanello suonò. Morale? Eravamo finiti in un albergo a ore“. Ma l’episodio più incredibile, racconta, è recente ed è avvenuto a Bogotà, in Colombia. “Arrivo alla sera con la mia bella prenotazione in mano e quelli si erano rivenduti la mia stanza. Ho fatto una scenata pazzesca: ‘Lei non sa chi sono io!’. Mi hanno mandato in un altro albergo ma non ho pagato nulla”.
Questa vita in giro per il mondo gli ha insegnato a viaggiare leggero. Anzi, leggerissimo. “Viaggiare con le valigie è davvero una rottura di palle mostruosa”, afferma con la sua consueta schiettezza. “Io porto il minimo necessario e poi compro tutto in loco“. La sua ricetta per il viaggio perfetto è semplice e si riassume in tre elementi fondamentali: “Per viaggiare alla fine servono solo tre cose: una buona carta di credito, una buona assicurazione e un telefono. Tutto il resto viene da solo”. Parola di Bruno Barbieri.
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