Sono decine i bambini uccisi o arrestati in Cisgiordania (dove non c’è Hamas): certi adulti sappiano che li vediamo
- Postato il 17 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Definisci bambino”, aveva obiettato Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, a Enzo Iacchetti, colpevole di indignarsi per le decine di migliaia di bambini uccisi a Gaza.
Mica è finita lì, è andato avanti nei giorni seguenti l’adulto Eyal a spiegare che bambino, beh, dipende dal contesto: per l’Onu lo sei fino a 18 anni ma a Gaza a 12-14 anni sei già un soldato.
Dodici? Facciamo undici. E mica solo a Gaza: facciamo ovunque, che a sparare ai bambini siano i soldati israeliani, eh, presidente?
Muhammad Bahjat al-Halak era un bambino di undici anni. È stato ucciso ieri a colpi d’arma da fuoco dai soldati israeliani che, in violazione del diritto internazionale, occupano la sua città, Hebron, in Cisgiordania. Gli hanno sparato, hanno spiegato i militari, perché Muhammad stava lanciando pietre. Ah. Un plotone di soldati, protetti dalle loro uniformi antiproiettili, spara a un bambino di 11 anni che reagisce all’occupazione militare della sua città lanciando pietre all’occupante.
Penso a Ugo Forno, bambino anche lui, che ricordiamo come partigiano e resistente perché, a 12 anni appena compiuti, si è procurato un fucile e ha sparato ai nazisti che occupavano la sua città, Roma, per impedire loro di far saltare un ponte e ritardare l’arrivo delle truppe Alleate. Quelli hanno reagito al fuoco e lo hanno ammazzato. Ci penso ogni 25 aprile a Ughetto e a sua mamma, penso se è giusto ricordarlo come un partigiano e un eroe o se bisogna ricordarlo prima come bambino, un bambino che, per andare a sparare ai tedeschi, era uscito di nascosto o la mamma lo avrebbe sgridato, perché nessun bambino dovrebbe sparare a nessuno. E soprattutto, nessuno dovrebbe sparare a nessun bambino.
Invece sono decine i bambini uccisi dall’inizio dell’anno dai soldati israeliani in Cisgiordania. In Cisgiordania, non a Gaza, dove si conta a spanne una classe di bambini ammazzati al giorno dal 7 ottobre. In Cisgiordania, dove non c’è Hamas e non c’erano gli ostaggi israeliani e non c’erano altri alibi per la mattanza di bambini. Per l’organizzazione per i diritti dell’infanzia Defense for Children International – Palestine (DCI-P), sono trenta i bambini ammazzati dai soldati israeliani in Cisgiordania dall’inizio dell’anno e fino a giugno. Succede da anni, ogni anno, da prima del 7 ottobre.
E centinaia sono i bambini “arrestati”, in Cisgiordania, dove i palestinesi che vivono a casa loro sono soggetti alla legge militare dell’occupante israeliano mentre i coloni israeliani che illegalmente occupano quel territorio sono soggetti alla legge civile perché questo è il regime di apartheid: una politica di segregazione razziale istituzionalizzata. Uso le virgolette, per dire “arrestati”, perché nessuna democrazia al mondo lascia giudicare i bambini ai tribunali militari o li trattiene legati e bendati in carceri dove si pratica sistematicamente la tortura.
In 4 casi su 10 quei bambini vengono “arrestati” senza nemmeno quel processo-farsa con i giudici in mimetica, senza nemmeno un capo d’accusa, senza diritto alla difesa. Negli altri 6 casi su 10 avere in mano una pietra è un motivo sufficiente per l’arresto e la detenzione: è un motivo sufficiente per ucciderli.
Per l’Ong israeliana B’Tselem, 835 bambini palestinesi sono stati arrestati in Cisgiordania con l’accusa di aver lanciato o detenuto pietre. Ad arrestarli, a sparare mirando al cuore e alla testa, sono spesso ragazzi poco più che maggiorenni, pure loro bambini per quel che mi riguarda: bambini spezzati, bambini resi psicopatici perché sottoposti al lavaggio del cervello da parte dei loro genitori, dei loro insegnanti. Un lavaggio del cervello che ti impedisce di vedere un bambino come un bambino. Al suo posto vedi un bersaglio, un nemico. Non vedi più gli esseri umani perché non sei nemmeno più tu un essere umano e quando lo capisci che sei rotto piangi, ti impasticchi per non sentire il dolore e il rimorso, ti ammazzi quando lo senti lo stesso e maledici chi ti ha ridotto così: decine di soldati israeliani si sono tolti la vita dopo aver prestato servizio a Gaza.
Ma ad armarli, questi ragazzini rotti, ci sono gli adulti. Gli adulti che ci governano. Quelli che prendono le decisioni, quelli che siedono comodi, mangiano bene, riposano in letti comodi, decidono cosa va in onda in tv, fanno le battutine ai vertici con gli altri capi di stato, decidono i destini del mondo. Gli adulti che decidono che sparare ai bambini è ok, che mantenere rapporti commerciali e strategici e politici e diplomatici con chi autorizza il proprio esercito a sparare ai bambini è ok.
Sappiano, questi adulti, che li vediamo. Vediamo cosa fanno. Sappiano che non gli daremo tregua e che non la faranno franca.
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