Skymetro, mossa a sorpresa del project manager: ora l’approvazione definitiva è più vicina

  • Postato il 6 giugno 2025
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Skymetro, ecco le immagini del nuovo progetto con demolizione dell'istituto Firpo

Genova. Nonostante il cambio al vertice di Palazzo Tursi e la contrarietà ribadita da Silvia Salis non si ferma l’iter per lo Skymetro in Valbisagno. E anzi, il responsabile unico di progetto Emanuele Scarlatti, ingaggiato all’epoca dalla giunta Bucci, comunica agli uffici regionali preposti alla valutazione d’impatto ambientale che non si avvarrà dei 15 giorni previsti per presentare le proprie controdeduzioni alle osservazioni pervenute durante la fase pubblica. Una mossa a sorpresa giustificata proprio con “motivi di celerità”, che rischia di complicare i piani della nuova sindaca.

A questo punto, in assenza di atti formali del Comune che blocchino l’iter, è probabile che la procedura possa andare in porto già nei prossimi giorni con la chiusura positiva della Via e della conferenza dei servizi (il comitato contrario aveva già chiesto di fermarla) riaperta nelle scorse settimane per vagliare l’ultima variante del progetto, la cosiddetta P4, che include anche la demolizione dell’istituto Firpo. Su questa versione il ministero dei Trasporti, con una nota arrivata nel bel mezzo della campagna elettorale, aveva comunicato il nullaosta del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma del parere con le relative prescrizioni ancora non c’è traccia nella documentazione ufficiale caricata online.

Sono consultabili, invece, tutte le osservazioni e richieste di integrazioni giunte dagli enti competenti. I progettisti dovranno approfondire ulteriori aspetti legati a materiali da scavo, indagini sulle acque sotterranee, inquinamento acustico (la Regione chiede di inserire barriere antirumore lungo tutto il tracciato), viabilità e cantierizzazione. Tra le osservazioni c’è quella della società Cime che si oppone all’esproprio del parcheggio paventando licenziamenti fino alla chiusura del Top Store. E poi ancora, da parte di comitati e privati cittadini, accuse su carenze progettuali, mancanza di una modellazione idraulica dedicata all’occupazione della fascia di inedificabilità assoluta intorno al Bisagno (derogata grazie a una norma ad hoc varata dalla giunta Toti), lacune su parcheggi di interscambio e interferenze.

A usare termini pesanti è ancora una volta la Soprintendenza che conferma l’orientamento già espresso: “Un modello di progettazione sbilanciato nel promuovere solo una mobilità più veloce ma a scapito del paesaggio che sarà attraversato da una cesura, analogamente a quanto è avvenuto 50 anni fa sul mare con la Sopraelevata Aldo Moro, negando di fatto la possibilità di attuare una rigenerazione urbana degli argini, impedendo anche alle generazioni future di poter usufruire meglio di questi spazi urbani che invece saranno occupati da più di 200 piloni”. L’ente ministeriale punta il dito contro la stazione di Sant’Agata che “ingabbierà completamente” Borgo Incrociati, ma anche il “ponte a travatura metallica di notevole impatto lungo oltre 100 metri” sulla piastra di Marassi “più simile a un ponte ferroviario che a un ponte collocato in un contesto urbano e che necessita pertanto di una qualità architettonica ora del tutto assente“. L’impatto negativo sui beni tutelati in Valbisagno “permane” nonostante il tentativo di “minimizzare la dimensione dei sostegni e dell’impalcato”.

Se il progetto dovesse ricevere in tempi brevi tutti gli imprimatur del caso, sarà più difficile per Salis giustificare la proroga di sei mesi che intende chiedere al ministero dei Trasporti per prendere tempo e valutare un progetto alternativo su cui provare a dirottare i 398 milioni, peraltro sufficienti solo per raggiungere Ponte Carrega. A quel punto per bandire la gara del primo lotto mancherebbe solo un passaggio tecnico, l’approvazione del vincolo preordinato agli espropri in Consiglio comunale, ma non ci sarebbero più questioni formali sulla fattibilità dell’opera, che va appaltata entro il 31 dicembre per non perdere i finanziamenti. Con Rixi e Salvini a Roma che hanno già chiuso la porta alla possibilità di negoziare.

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Genova24

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