“Sistema Sorrento”, i pm: “Un imprenditore voleva suicidarsi per le vessazioni del sindaco arrestato”

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il “Sistema Sorrento” stava portando un imprenditore al suicidio. Mette i brividi la ricostruzione fatta dal procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso: “Il sindaco Massimo Coppola fu arrestato dopo che l’imprenditore Michele De Angelis venne da noi a dirci che era esasperato a tal punto dalle richieste di tangenti che subiva dal primo cittadino, che aveva maturato propositi suicidiari”, ha spiegato.

Mentre le cronache raccontano di 16 nuovi arresti tra cui un’ordinanza bis al sindaco, al centro di tutti i 14 capi d’accusa, Fragliasso fa un passo indietro e torna al precedente blitz. Cioè alla notte del 20 maggio, quando Coppola fu fermato in flagranza di reato con 4.500 euro di mazzetta ancora nello zaino (altri 1.500 euro erano stati smezzati con lo staffista, Francesco Di Maio). E spiega la genesi di un’operazione studiata con gli uomini della Guardia di Finanza agli ordini del colonnello Gennaro Pino “ai quali faccio i miei complimenti”.

De Angelis, accompagnato dall’avvocato, era andato in procura disperato e deciso a mettere fine a una situazione che non poteva più sostenere “chiedendo di essere ricevuto subito, la sera stessa, perché non ce la faceva più, perché era esasperato dalle continue richieste e minacce del sindaco di Sorrento che pretendeva ulteriori somme di denaro”. Coppola era persino andato tre volte a casa sua: lo marcava a uomo.

Di qui l’imboscata: le banconote fotocopiate prima di essere consegnate al sindaco, l’appuntamento per una cena in collina al ristorante ‘L’Antico Frantoio’ di Sorrento, i finanzieri in borghese seduti ai tavoli vicini che ascoltano tutto, le cimici sotto ai tavoli e in bagno, dove una videocamera immortala la consegna della busta e Di Maio che sfoglia le banconote che poi dividerà con Coppola secondo il consueto schema “30-70” per cento.

È la notte in cui i pm decidono di scoprire le carte: nelle stesse ore in cui sindaco e staffista finiscono a Poggioreale, altri 25 indagati tra dirigenti pubblici, politici e imprenditori vengono perquisiti e apprendono le prime accuse. L’inchiesta quindi accelera, non si può più aspettare: la richiesta di misura cautelare viene scritta subito dopo l’esito delle perquisizioni e dei sequestri, il giudice per le indagini preliminari la accoglie in poche settimane perché consapevole del grave quadro corruttivo emerso.

Il procuratore Fragliasso ha infatti descritto Sorrento come una sorta di Gotham City delle tangenti, dove nessun appalto, gara o aggiudicazione sfuggivano alla presunta ingordigia di Coppola e del fido Raffaele Guida, detto ‘Lello il Sentitivo’, mago e cartomante e quindi come tale attribuitosi “sulla base di una autoinvestitura astrale”, scrive il gip, la delega di vice sindaco quando andava a trattare con gli imprenditori le condizioni economiche degli affari e le mazzette da ricavare. “Io faccio politica”, diceva Guida. In realtà era privo di deleghe formali: nel 2022 il suo ingresso nello staff del sindaco fu fermato da uno scoop de Il Fatto quotidiano, che ne aveva raccontato i trascorsi come mago a pagamento in alcune tv del Casertano.

Immersi in un sentimento di totale impunità, Coppola e Guida parlavano tra loro senza freni di come succhiare soldi ai corrotti attraverso telefoni dedicati intestati ad extracomunitari teste di legno. Smartphone ribattezzati “canarini”. Anche sulle utenze abituali i colloqui tra Coppola e Guida avevano spesso come tema principale l’assegnazione degli appalti, ma il colloquio in quei casi si svolgeva in maniera molto più criptica. Così il gip definisce “tipiche delle consorterie criminali” le modalità adoperate dagli indagati per portare avanti i loro progetti, in particolare dall’ex sindaco Coppola e da Guida (che nelle intercettazioni si definiscono “fratelli”).

Gli inquirenti hanno anche reso noto che Coppola intascava il 6-7 per cento, con punte del 10%, per ogni appalto e gli imprenditori intercettati nelle conversazioni fanno riferimento, senza remore, alle percentuali da versare agli amministratori pubblici, in questa e in altre città. Quali? La domanda in conferenza stampa è caduta nel vuoto. In totale, nell’inchiesta del pubblico ministero Giuliano Schioppi, sono 36 gli appalti ritenuti truccati tra il 2022 e il 2024, per un valore di 35 milioni di euro, di cui 15 milioni finanziati con fondi Fesr e 4,5 milioni finanziati con fondi Pnrr. Perquisite 26 persone, delle quali 14 destinatarie del provvedimento restrittivo ed altre 12 persone indagate per analoghi reati.

Tra gli appalti oggetto dell’indagine spiccano il Campo Italia, l’affidamento diretto per la progettazione dello studio di fattibilità per la riqualificazione e valorizzazione del percorso pedonale costiero, retrostante gli stabilimenti balneari di Marina Piccola, e la fornitura di 342 poltroncine per il Teatro comunale Tasso. Martedì sono state 11 le persone finite in carcere e 5 ai domiciliari. Per ore, persino su alcune testate locali e sulle pagine social di qualche giornalista sorrentino, è circolata una lista ‘fake’ dei nomi degli arrestati in cui figuravano almeno quattro tra dirigenti e funzionari del Comune di Sorrento che invece sono sì indagati, ma a piede libero. “Sono pronto a querelare”, ha detto a ilfattoquotidiano.it uno di loro.

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Il Fatto Quotidiano

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