Daniela Santanché, i pm: “Il processo Visibilia a rischio prescrizione” dopo rinvio a settembre dell’udienza

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Rischio prescrizione“. È l’allarme dei pm di Milano dopo la decisione dei giudici della II penale di Milano che hanno deciso di rinviare al 16 settembre il processo per falso in bilancio a carico della ministra Daniela Santanchè e altri. Un rinvio giustificato anche per decidere, tra due mesi, la questione posta dalle difese di estromissione delle parti civili, i piccoli soci di Visibilia111.

La protesta dei pm e il capo di imputazione nullo – Una decisione contestata dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi che hanno evidenziato il “rischio prescrizione” e “l’interesse della giustizia per la ragionevole durata del processo: con questi ritmi – hanno detto – rischiamo di andare troppo in là”. Dopo un botta e risposta tra i pm e il presidente Giuseppe Cernuto, è stato confermato il rinvio. Il processo per il falso in bilancio sul gruppo editoriale fondato dalla senatrice di FdI intanto ha perso un imputato, ossia la società Visibilia srl in liquidazione. I magistrati, infatti, accogliendo l’eccezione della difesa della società, col legale Giovanni Morgese, hanno dichiarato “nullo” il capo di imputazione formulato dai pm nei confronti della srl per “indeterminatezza” e “genericità” con “compromissione del diritto di difesa”. Gli atti su questa accusa, dunque, tornano alla Procura e il processo va avanti per gli altri 16 imputati, ministra compresa. Non è il primo stop che si deve registrare in questo processo. Il 15 aprile scorso sempre i giudici avevano ordinato alla procura di riscrivere i capi di imputazione.

Le accuse – I sostituti procuratori Gravina e Luzi contestano irregolarità nei conti del gruppo nelle annualità comprese tra il 2016 e il 2022. Coinvolto anche il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Santanché e Kunz, insieme al consulente Paolo Concordia, sono imputati in un procedimento separato (anch’esso giunto all’udienza preliminare) anche per una presunta truffa ai danni dello Stato sulla cassa integrazione Covid: secondo l’accusa hanno ottenuto dall’Inps 20.117 ore di cassa, per un totale di 126.468 euro, per 13 dipendenti che in realtà hanno lavorato senza sosta per tutto il periodo della pandemia.

Il presunto falso in bilancio contestato dai pm riguardava tutte e tre le società del gruppo, e in particolare le annualità dal al 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione (oggi è uscita, ndr) e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl. Nel capo d’imputazione si legge che Santanché, insieme agli altri amministratori, ha “consapevolmente” esposto nei conti fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per conseguire un “ingiusto profitto“: secondo l’accusa, “la corretta formazione dei bilanci avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice srl a far data dal bilancio 2021”. L’ipotesi di bancarotta contestata agli amministratori, invece, era stata stralciata con richiesta di archiviazione, perché nessuna delle società è stata dichiarata insolvente.

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